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Attualità

PARROCCHIA DA 450 ANNI

SERGIO REDAELLI - 22/03/2013

la chiesa di San Giovanni Battista a Induno

Tanti auguri! Nel 2014 saranno 450 e Induno Olona si prepara a festeggiare come si conviene lo straordinario compleanno della parrocchia di San Giovanni Battista. Quasi mezzo millennio, da non crederci. Annuncia il parroco don Franco Bonatti: “Stiamo pensando di organizzare significative manifestazioni che coinvolgano la comunità ecclesiale e civile per festeggiare questa importante ricorrenza”.

Parrocchia, dal greco, significa letteralmente “abitazione vicina”. Nel diritto canonico è ciascuna delle porzioni di territorio di una diocesi, cui è assegnato un determinato popolo di fedeli e un ecclesiastico che provvede alla cura delle anime. Per papa Giovanni XXIII è “il cardine della diocesi intorno a cui gira, si anima e si coordina ogni azione pastorale che si svolge entro i suoi confini”. Per Paolo VI “un’antica e familiare istituzione della Chiesa”. Fu regolata nella XXIV sessione dal Concilio di Trento, nel 1563. Giusto un anno dopo, nel 1564, nasceva la parrocchia di Induno, regnante papa Pio IV, al secolo Gian Angelo Medici che in paese possedeva un castello in località Frascarolo.

Il primo parroco fu don Francesco Picardino, vicerettore della chiesa dei Santi Pietro e Paolo della Silva (oggi San Pietro in Silvis, alla periferia del paese) che ebbe il compito di trasferire la sede della comunità in una località più centrale. Don Picardino restò in carica quattro anni, fino al 1568.

“L’atto di costituzione è, purtroppo, andato perduto e già nel 1690 non era più rintracciabile”, scrive Paolo A. Farè nel fascicolo pubblicato nel 1964 per il 400° anniversario. Se non è possibile stabilire il giorno preciso della nascita della parrocchia, la data più probabile è tra la fine di luglio e l’inizio di agosto del 1564. Don Picardino andò ad abitare a Induno e diceva messa ora a San Pietro, ora a San Bernardino, ora a Santa Maria della Quadronna.

Il primo battesimo nella nuova comunità è celebrato il 6 agosto, anche se la chiesa di San Giovanni Battista è ancora in costruzione (utilizzando precedenti strutture). “Viene battezzata Maria – scrive ancora Farè – figlia di Clemente de Cusello e di Elisabetta de Vanante. Padrino è Francesco Quattropani e madrina Francesca del Secco”. Ben più longevo fu il successore, don Elia Buzzi, parroco per quarant’anni fino al 1608. Curiosando nelle statistiche, il primato di durata spetta, in comproprietà, a don Carlo Viani (1722-1771) e a don Dionigi Ghisolfi (1820-1869) che guidarono la parrocchia per quarantanove anni ciascuno. Scorrono, nella galleria dei parroci, cognomi dell’aristocrazia lombarda come Pusterla, Maino, Crivelli, Archinti.

Ricorrono date e avvenimenti memorabili come la visita di Carlo Borromeo il 26 e 27 agosto 1574. L’arcivescovo di Milano trova la chiesa di San Giovanni Battista finalmente ultimata, ordina di demolire quella cadente di San Cassano e di recingere il cimitero di Santa Maria in Quadronna “perché non vi entrino le bestie”. In paese vivono allora 549 persone, divise in 102 nuclei familiari. Soltanto due superano i settant’anni. La media anagrafica è di ventiquattro. Nel 1578 iniziano i lavori per costruire la casa del parroco. Nel 1639 la comunità è visitata dal cardinal Monti, nel 1751 dal monsignor Pozzobonelli, nel 1945 dal cardinale Schuster e nel 1961 da Giovanni Battista Montini.

Don Ascanio Lonati, in carica dal 1870 al 1889, amplia la chiesa. Don Federico Ghisolfi, il parroco-poeta, pensa all’oratorio e inaugura nel 1907 il teatro intitolato a monsignor Gerolamo Comi, un alto prelato indunese benefattore dell’ospedale di Luino. Don Aldo Luoni, nominato nel 1947, allarga l’oratorio maschile, restaura il santuario della Madonna di San Bernardino, costruisce la nuova casa parrocchiale, provvede all’oratorio femminile e compra il terreno per costruirvi la nuova chiesa di San Paolo alla piana. La posa della prima pietra avviene in occasione del quarto centenario della parrocchia per mano dell’arcivescovo Giovanni Colombo; con la benedizione del papa Paolo VI che, a Induno Olona, c’era già stato.

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