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Ambiente

ARRIVA LA BANDA ULTRALARGA

ARTURO BORTOLUZZI - 12/04/2013

Penso che molti varesini abbiano letto di Fastweb le pubblicità e la notizia che Varese sarà collegata con la banda larga e ultralarga e che già si sono iniziati i lavori propedeutici.

L’ex Presidente di Regione Lombardia aveva annunciato più volte che Varese avrebbe avuto in via sperimentale collegamenti Internet veloci grazie a un accordo con Telecom Italia. Fastweb si avvarrà anche dell’accordo concluso a settembre 2012 con Telecom Italia, che prevede una condivisione dei costi nei lavori di scavo per la posa di nuova fibra. Il Comune, quindi, potrà sfruttare o meglio dovrà saper sfruttare questa annunciata novità, facendo in modo che già il PGT ne tenga conto.

Negli scritti di Amici della Terra inviati al comune di Varese, e negli articoli apparsi su questo giornale in passato, ho parlato di Smart city. Sembrava un esercizio teorico quello fatto. È invece una realtà per la nostra città che deve essere tenuta in massimo conto.

Ho suggerito all’assessore all’Urbanistica del comune di Varese, in una recente lettera, di volare alto e di prendere il toro per le corna fin da subito utilizzando il PGT anche per rendere più efficiente e migliorare la qualità di vita dei varesini. La città, insomma, deve poter diventare una vera e propria Smart city come indica la Comunità Europea, guardando alle esperienze nazionali e internazionali di altre città della sua stessa dimensione e tenendo conto del dibattito in corso.

La progettazione di una città necessita di sincronizzarsi sui tempi lunghi che richiedono l’urbanistica, l’architettura, le infrastrutture e l’economia reale. Il piano di governo del territorio ha infatti bisogno – con sguardo lontano – di migliorare la qualità di vita dei varesini, ridisegnando le condizioni nelle quali evolvono cultura, società, ambiente. Occorre ripensare in profondità le dinamiche della convivenza sociale. Vanno introdotte anche sensibilità utopistiche, nel migliore e più creativo dei significati.

Questione di grandissimo fascino. Voliamo alto senza timore. Il punto è di sfruttare con intraprendenza l’occasione duplice della progettazione urbana e extraurbana offerta dal PGT e dell’applicazione possibile delle tecnologie digitali. Questa pare dotata di una attrattività in più: consente di pensare a progetti che abbiano conseguenze relativamente veloci almeno a paragone con le altre attività di solito connesse all’urbanistica. E, d’altra parte, questa velocità non riduce la vastità dell’impianto di soluzioni che si possono cercare con le tecnologie digitali: nella sanità e nell’istruzione, nei trasporti e nella gestione dell’energia, nella pubblica amministrazione e nella connessione con i mercati internazionali.

Si deve tenere conto che nella città si sviluppano le mille attività della vita quotidiana, le conversazioni tra le persone, le imprese, le istituzioni di governo, la convivenza, le organizzazioni della formazione, della ricerca, della sanità, l’uso dell’energia. Varese deve crescere come città piattaforma. Se la piattaforma fosse aperta, se gli elementi fossero connessi, se le informazioni fossero disponibili, se la tecnologia fosse efficiente, la fioritura di iniziative e innovazioni supererebbe le più ambiziose fantasie dei progettisti: deve succedere nelle città quello che è successo nel Web.

L’intreccio di storia, geografia, innovazione è la chiave interpretativa della Smart city; tutt’altro che un fenomeno meramente tecnologico. È la logica della piattaforma congegnata in modo da motivare la collaborazione, la nascita di nuove imprese e servizi, la partecipazione alle decisioni. Su questa base si può avviare lo sviluppo, cogliendo le opportunità della rete globale.

Tutto questo definisce una prospettiva per lo sviluppo di un territorio. Malgrado Varese sia piccola, la stessa può giocare un ruolo da protagonista.

Una città piattaforma non è una irrogazione di servizi ma una struttura abilitante per la generazione, privata, pubblica, associativa, di servizi. E, ovviamente, la narrazione della prospettiva di una città-piattaforma è parte integrante delle possibilità di sviluppo. Essa è una visione che deve interpretare il nuovo contesto dello sviluppo e deve incarnarsi in una progettazione le cui conseguenze sono destinate a influire sulla vita degli abitanti e per lungo tempo. Per questo, alla fine, la città intelligente ha bisogno di un intelligente senso di cittadinanza che motivi la collaborazione e la fiducia nella prospettiva comune. È un processo infinito ma urgente.

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