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Attualità

PIANO URBANO, TEMPI ALLUNGATI

OVIDIO CAZZOLA - 10/05/2013

Pare ormai certa la concessione di una proroga alla sessantina di comuni in Provincia di Varese che non hanno provveduto entro il 31 dicembre scorso all’approvazione dei Piani di Governo del Territorio (PGT). La Giunta regionale dovrebbe sottoporre al Consiglio regionale, nel corrente mese, una delibera al riguardo. Si prevede che la proposta consentirà di prolungare fino alla fine di giugno 2014 la possibilità di concludere le elaborazioni in atto con l’approvazione necessaria. La legge regionale n.12 del 2005, che ha istituito l’obbligo per ciascun Comune della redazione dei PGT in superamento dei precedenti Piani Regolatori (PRG) vedrebbe così, nove anni dopo, la sua applicazione generalizzata.

La legge del 2005 ha costituito certamente una notevole innovazione rispetto alle precedenti normative urbanistiche. Ha finalmente introdotto il criterio della valutazione ambientale che precede e indirizza le scelte strategiche di Piano, i rapporti tra la pianificazione comunale e i livelli superiori di pianificazione: regionale, provinciale. Il rispetto dei vincoli di interesse ambientale e paesistico comunitari e locali. I PGT sono rimasti tuttavia Piani di competenza comunale e non vi è stata alcuna iniziativa di coordinamento intercomunale.

L’Amministrazione provinciale ha redatto il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) fondato su linee generali di proposta, valorizzazione e vincolo coerenti con le indicazioni regionali. I PGT già approvati dai Comuni virtuosi sono stati verificati per la loro compatibilità nei confronti del PTCP provinciale. Ma la Provincia non ha promosso iniziative di coordinamento intercomunale nelle situazioni che ne presentavano con evidenza l’opportunità, o addirittura la necessità.

Più volte è stata evidenziata la condizione urbana ormai esistente di estese comunità a sud, fra loro di fatto connesse come Gallarate, Busto Arsizio, Castellanza e la stessa Legnano, già in Provincia di Milano. O la condizione dispersa ma interconnessa per ragioni di significato, di organizzazione, di futuro comune possibile, di rilevanza sociale ed economica dei Comuni dell’Area Varesina. Ma questa consapevolezza è debole, nessuna iniziativa è prevista.

Il capoluogo varesino ha, al riguardo, notevoli responsabilità di omissione. Considerando ancora una volta l’Area varesina, vorrei fare queste ulteriori riflessioni. Culturali, politiche.

Siamo in una fase di disagio e di sofferenza drammatiche. Ogni giorno dobbiamo prendere atto di difficoltà sempre meno sostenibili, di eventi umani di tragica conclusione. Abbiamo bisogno di maggiore solidarietà, di ridare slancio alle possibilità e alle prospettive economiche presenti, in collaborazione con le realtà urbane disponibili anche oltre confine. La costruzione della Città deve assumere un ruolo che superi i puri aspetti organizzativi per affrontare, anche nel suo ambito, quelle difficoltà, quelle possibilità. Le scelte politiche che siamo chiamati ad esprimere per il governo istituzionale della Regione, dello Stato non ci possono esimere da un impegno diretto nei luoghi della nostra vita quotidiana sui quali possiamo direttamente incidere insieme.

In queste settimane l’attenzione politica di molti è rivolta alle vicende nazionali. Con passione vengono espresse preferenze per le alleanze più gradite e si prende atto, condividendo o riprovando, degli eventi che i vertici politici concordano a livello governativo. Ma rinunciamo ad affrontare la realtà a noi più vicina, quella che è necessario sia costruita e proposta come nostro contributo, che vorremmo esemplare, per la politica ai livelli più estesi. Rivolta creativamente al futuro di vita della nostra Comunità. Anche attraverso la pianificazione. Un futuro che desidereremmo di socialità e di bellezza. Che solo noi possiamo costruire qui, nei luoghi della nostra esistenza. Con il nostro diretto impegno non più come individui dispersi, in questa dimensione Prealpina, così ricca di storia, di possibilità. Che chiede di spenderci personalmente. E di pretendere che le nostre istituzioni locali interpretino anche con pianificazioni adeguate. Superando, con il Piano della Città reale nelle sue articolazioni e riferimenti di vita e di significati, le attuali delimitazioni amministrative. Per diventare protagonisti insieme, qui, per scelte che dipendono solo da noi, della nostra storia futura.

Fare Politica: come attori, non come spettatori. Consapevoli che i nostri destini a livello più generale, vanno costruiti anche da noi.

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