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Attualità

QUANDO IL PERICOLO INQUINAMENTO SCOMPARE

ARTURO BORTOLUZZI - 25/11/2011

 

Non riesco a spiegarmi il perché di determinati episodi capitati nel territorio varesino.

La Cava Femar di Viggiù è stata dissequestrata ed è pronta a ricevere parte del materiale di scavo per la realizzazione della ferrovia Arcisate-Stabio.

Mi chiedo: ma come è possibile che ci sia stato un dissequestro ora, quando invece era stato ordinato un sequestro per gravi motivi nel 2009.

I gravi motivi non esistono più? L’inquinamento può scomparire con il tempo?

Riporto parte di un articolo pubblicato allora: “Rifiuti svizzeri con sostanze tossiche, tra cui eternit e arsenico, venivano stoccati illegalmente in una cava di Viggiù. Lo ha scoperto la Guardia di finanza di Gaggiolo, dopo aver sequestrato, a settembre, un carico proveniente dal Canton Ticino. Dall’indagine è emerso un traffico illegale che, presumibilmente, andava avanti da alcuni anni, con l’obiettivo di risparmiare sulle costose procedure di smaltimento. I periti incaricati di indagare sul sito dal PM Luca Petrucci hanno rivelato che nella cava Femar, sotto terra e ghiaia, sono tuttora presenti amianto crisotilo, arsenico, nichel, tutti in percentuali eccedenti i limiti previsti. Ma anche eternit e catrame. La dispersione nel terreno delle sostanze è potenzialmente tossica, le conseguenze sarebbero disastrose se le fibre di eternit mischiate alla ghiaia venissero riutilizzate per l’edilizia: il risultato sarebbe un tumore al polmone per gli inquilini. La cava, oltretutto, è oggi parzialmente abusiva. E da una ricognizione aerea è emerso il formarsi di acque e ruscelli che entrano nel terreno. La cava è stata posta sotto sequestro e la procura della Repubblica è pronta a chiedere alla Regione una costosa bonifica della zona.”

I rifiuti tossici alla Femar sono per magia spariti? C’è stata allora superficialità ovvero c’è ora? Perché ora non è possibile vendere a fini edilizi le terre ricavate dagli scavi per l’ultimazione della ferrovia Arcisate-Stabio?

Se le terre sono tossiche ora, non capisco perché sia stato commercializzato il materiale cavato in tutti questi anni. Riguardo i costi per la realizzazione della medesima (che considero di fondamentale importanza permettendo al territorio varesino di uscire dal cul de sac in cui attualmente si trova) leggo, infine: “Lo smaltimento delle rocce e degli altri inerti contenenti arsenico, costerà 20 milioni in più, un aumento del 9,5% dei costi sull’intera costruzione dell’Arcisate-Stabio. A questo aggravio si aggiunge anche la richiesta dell’appaltatore, la Claudio Salini Spa, di altri 26,5 milioni di euro «per lavorazioni non previste» che saranno però verificate con il procedimento previsto dalla legge”. Anche questo maggior costo non lo comprendo.

 Mi pare strano, e difficilmente accettabile, che la situazione dei luoghi che ha consentito la concessione originaria venga poi mutata (con aggravio dei costi). Mi sembra ragionevole ritenere che tutte le problematiche inerenti la costruzione della nuova tratta ferroviaria dovessero risultare chiare, visto e considerati anche le esperienze tecnico dell’impresa e il vantato valore dei progettisti. Così non è stato. Perché?

Non riesco a comprendere, poi, perché la presidenza della Regione Lombardia tergiversi nel compiere quell’azione di stralcio dal Piano Cave della cava Italinerti di Cantello, richiesta dalla provincia di Varese all’unanimità, dal comune di Varese, dal consiglio della regione Lombardia ancora all’unanimità.

Deliberazioni queste assunte dietro spinta della società civile che ricordiamo ha partecipato in massa alle riunioni pubbliche organizzate dal comitato contro la ingiustificata messa in sicurezza della cava.

Spero si possa avere una chiarificazione a queste mie socratiche difficoltà.

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