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Attualità

IL PARADISO PER MARIO

CARLO MEAZZA - 26/07/2013

Mario Broggini – noto fotografo varesino, scomparso recentemente – era un personaggio che si può trovare in qualche canzone di Jannacci o di Brassens. Buono, corretto, semplice, sapeva di periferie, di circoli e di pergolati di osteria, sognatore e idealista sul suo “maggiolone”.

Abbiamo passato del tempo dietro la porta del Varese verso la metà degli anni Settanta, o seduti sotto il canestro al palazzetto o sul traguardo di qualche gara ciclistica. Ci conoscevamo da sempre come amici-colleghi, lui a quei tempi lavorava per La Prealpina, io come free-lance o per il Giornale, tentativo editoriale verso la metà dei Settanta a Varese e prima della analoga iniziativa di Indro Montanelli di poco tempo dopo.

Poi la sua collaborazione con la Prealpina cessò, con grande amarezza da parte sua, quando la direzione decise di aprire una propria agenzia affidandola ad altre persone. Aveva coi soldi un rapporto assolutamente lontano da qualsiasi calcolo, quando fotografava per il Varese Calcio quante fotografie avrà letteralmente regalato ai giocatori che frequentavano il suo studio-laboratorio di via Adamoli?

C’era molta gente al suo funerale, ma se solo la metà di tutti quelli cui ha regalato delle fotografie fossero stati lì, non sarebbe bastata la chiesa di Schianno e nemmeno la piazzetta fuori. Il Mario era così. Negli ultimi anni, quando le cose ancor prima della malattia erano diventate molto difficili, con altri ho cercato di essergli vicino ma si era chiuso e allontanato, come vinto ma mai arrabbiato .

Ricordo un giorno di circa otto anni fa, quando gli chiesi di fargli una fotografia con la sua bicicletta da donna. Il “maggiolone” non c’era già più da tempo e quello era diventato il suo mezzo di locomozione in Varese. Andando via dopo la foto mi disse: “Sai, se riesco a prendere un lavoro che ho in ballo cambio la bici, ne ho vista una che mi potrebbe andare bene…”. Spero che il Paradiso ci sia, perché quello è il posto per Mario.

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