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Incontri

PRONTI AL SOCCORSO

GUIDO BONOLDI - 20/09/2013

Ho partecipato recentemente a Luino ad una conferenza promossa dal Centro Culturale Frontiera e dal locale Lions Club, che aveva come tema l’organizzazione e il funzionamento dei Pronto Soccorsi dell’Azienda Ospedaliera di Varese, con particolare riferimento a quello dell’Ospedale Macchi e a quello di Luino e a alle loro sinergie; ero stato invitato alla conferenza dal caro amico Pietro Merlo, che l’aveva organizzata, grande internista e cardiologo, con il quale, negli anni addietro, ho avuto la fortuna di poter collaborare.

I relatori erano tre medici a me ben noti: il direttore del Dipartimento di Emergenza e Urgenza dell’Azienda Ospedaliera di Varese, Francesco Perlasca; il suo braccio destro, Massimo Bianchi ed il responsabile del Pronto Soccorso di Luino, Maurizio Zorzan.

Sono rimasto molto favorevolmente impressionato dalle loro relazioni, in particolare da quella di Perlasca.

Del Pronto Soccorso di Varese ho una conoscenza diretta, avendovi lavorato per un paio d’anni, in tempi non lontani, ed ero già persuaso, anche prima della serata, che la nostra città debba considerarsi fortunata per il fatto di poter disporre di un Pronto Soccorso dotato di risorse strutturali, professionali e tecnologiche che non hanno l’eguale negli altri nosocomi della nostra provincia.

Ma quello che mi ha impressionato è stato rendermi conto di tutto l’impegno che è stato profuso in questi anni dai colleghi, in primis dal dottor Perlasca, per realizzare un moderno Dipartimento di Emergenza ed Urgenza, capace di rispondere nei modi e nei tempi appropriati alle patologie che mettono a repentaglio la vita e l’integrità dei nostri concittadini, come, per fare alcuni esempi, gli infarti cardiaci, gli ictus cerebrali, i gravi traumi…

Eppure quello che la cronaca locale ci comunica riguardo al Pronto Soccorso è di tutt’altro tono e l’impressione che se ne può riportare circa il suo funzionamento è quella che si tratti di una realtà alquanto problematica. Il problema irrisolto è costituito dal fenomeno, che periodicamente si ripete, dell’accumularsi in Pronto Soccorso di decine di pazienti che attendono un posto letto nei reparti di degenza. Ma attribuire tale problema al malfunzionamento del Pronto Soccorso rappresenta una interpretazione errata del fenomeno, per dirla in modo più esplicito, un errore grossolano.

Se l’indicazione al ricovero di quei pazienti è appropriata, il problema di fornire loro in tempi ragionevoli un posto letto, non è responsabilità del Pronto Soccorso, ma dei reparti di degenza; le cause per cui ciò non avviene possono essere di natura strutturale (una carenza effettiva di posti letto) oppure organizzativa (una inadeguata gestione degli stessi) oppure ancora le due cause insieme, ma è certo che non si tratta di un problema che il Pronto Soccorso crea, ma che subisce. E bisogna dire “bravi” (non si tratta di un’allusione all’attuale Direttore Generale) ai medici e agli infermieri del nostro Pronto Soccorso, che oltre a farsi carico di tutti gli accessi, si fanno carico anche di questi “stazionamenti” prolungati.

Grazie, cari colleghi del Pronto Soccorso, per quello che in questi anni avete realizzato e per quello che quotidianamente fate.

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