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Cultura

SE IL CALCIO È ARTE

ROBERTO GERVASINI - 01/11/2013

Gerardo Dottori, Partita di Calcio, 1928

La notizia è ghiotta: settanta (70) studenti del Liceo artistico Frattini di Varese “studieranno” i calciatori del Varese 1910 perché se il calcio genera emozioni, un animo artistico è in grado di coglierle. Non abbiamo dubbi su questo. E poi, diciamocelo, viviamo di emozioni, mica di grammatica italiana o matematica.

I ragazzi e le ragazze, accompagnati naturalmente dai docenti, seguiranno tre sedute di allenamento della squadra e due partite di campionato di serie B che costituiscono speciale occasione per stimolare la fantasia e creare possibilità visive perché in TV e sugli altri mezzi di informazione si può trovare ormai, ahimè, solo notizie sportive riguardanti il golf, la ginnastica artistica, la scherma, l’atletica e l’uncinetto.

Il risultato di tanto impegno anche da parte di Confapi, Provincia di Varese, Agenzia del Turismo, lo godremo in primavera presso la sala del MIV, cinema multisala del centro città. Ragazzi e ragazze delle classi 4^F e soprattutto 4^D, ci dovranno stupire, la speranza è veramente questa.

Cosa aspettarsi in effetti? Chi non ama il calcio e soprattutto il mondo che lo soffoca, magari apprezzerebbe un richiamo a Kounellis, in una sala del multisala, coi boys della curva legati, bardati in rosso. Come non pensare a Rauchemberg con un bel letto del pronto soccorso con sopra il profilo di un atleta infortunato, possibilmente ai legamenti del ginocchio o con frattura della tibia o del perone, per ricordare che lo sport, quello agonistico, fa solo male.

Inventare un “ Nuvo’ Realism di Busitt” con un ragazzo in carne ed ossa che sventola una bandiera biancorossa col fischietto in bocca ed un elmo vichingo in testa o che salta gridando “Verena ti odio” o Verona, a piacere, come i boys writers scrivono su muri e cancelli della città, naturalmente impuniti perché il tifoso è sacro ed indomabile.

Come non pensare a Gina Pane, piuttosto che a Tafazzi, o a Piero Manzoni (un bel pallone in un bidone verniciato di biancorosso con la scritta “Pallone d’artista”).

Duchamp è troppo intellettuale per poterlo tirare in ballo in questo campo. Potrebbe esser confuso con la marca di un profumo.

Meglio Magritte : “Ceci ne pas un boule” con la foto del faccione tondo di un presidente di una importante squadra di calcio milanese. O una Venere di Masnago con un pallone ai piedi, pittata con strisce verticali rosse e bianche, in materiale poliestere riciclato, omaggio attualissimo alla classicità del calcio e alle veline.

“Ah Veronica, sentivamo le urla dei tifosi biancorossi, in uggiose giornate d’inverno, appartati in auto, sotto la Torre di Velate. Era il 68. Non eri vergine. Sì, ricordo bene, eri extravergine, come l’olio d’oliva. Ce ne andammo dopo l’ennesima visita di una pattuglia dei carabinieri”. Un bel richiamo al postespressionismo mestamente astratto, da stampare su cartone disteso a terra e di metri 1,90 per 2,30. tipo abitacolo, fondo moquette con cerchi colorati bianchi e rossi.

Il calcio è movimento. È velocità. Un omaggio al Futurismo e a Russolo Pratella non deve mancare con uno show di trombette, petardi, triccheballacche, fischietti, un intonarumori grande come un Tir piazzato a centrocampo e fuochi d’artificio da immortalare con video e foto ed esporre nella sede dell’Agenzia del Turismo che tenta in tutti i modi di affermare Varese come città turistica. Potrebbe scegliersi la notte di santa Lucia allo stadio Franco Ossola, definito “triste” dall’amico Cesare. Una città vede aumentare il suo prestigio con le promozioni della squadra di calcio? Abbiamo un Liceo musicale che ha raddoppiato in pochi anni gli iscritti.

Poi ci sarebbero i video, le interviste surreali e surrealiste. Adolf Hitler tifoso biancorosso. Francesco Tamagno, il nostro caro Tamagno che lasciò a Varese una collezione di farfalle forse volate via, che canta la nota aria verdiana “ …di quella PERA, l’orrendo foco”, con un pallone in mano.

Possiamo pensare ad un omaggio a Dan Flavin a Varese, le famose “Cons” come le chiamano gli americani, sala bianca con luce rossa e lampadine a basso consumo. Paga la Provincia. La critica dei lavori spetta agli esperti che troveranno anche il modo di meglio aggiustare il richiamo all’arte contemporanea. Speriamo segua un convegno su “Il Varese Calcio e la filosofia della scienza”.

Ha da passa’ l’inverno.

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