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Editoriale

CIELI GRIGI

GIANFRANCO FABI - 22/11/2013

Mancano diciotto mesi all’apertura dell’Expo 2015, un evento che dovrebbe veder affluire a Milano venti milioni di visitatori, metà dei quali dall’estero. Mentre sull’area della manifestazione i lavori procedono con qualche ritardo, che potrà essere sicuramente recuperato, sul fronte dei collegamenti esterni i problemi sono più di uno. Il collegamento autostradale tra Monza e Rho non sarà pronto prima del 2016: ai problemi finanziari si sono aggiunte le complicazioni burocratiche e le ormai inevitabili proteste dei cittadini in qualche modo toccati dai lavori.

Un ancor più grave ritardo accompagnerà l’inaugurazione, se mai vi sarà, della nuova linea ferroviaria Mendrisio-Varese che avrebbe dovuto essere il collegamento privilegiato per portare gli svizzeri all’Expo: non se ne farà niente nonostante la Svizzera abbia guardato sempre con molto favore all’esposizione milanese, aderendo per prima e garantendo uno dei padiglioni più grandi e ambiziosi.

Se le strade piangono e le ferrovie non ridono ancora più grigi sono i cieli sopra l’aeroporto varesino della Malpensa, vittima di una doppia politica miope, quella dei governi di Roma, che hanno praticamente gestito nel peggiore dei modi la crisi dell’Alitalia, e il Comune di Milano che controlla di fatto la SEA, la società che gestisce i due aeroporti milanesi.

La vicenda Alitalia ha riservato molte sorprese nelle ultime settimane, tutte drammaticamente negative. La prima è stata l’aggravarsi della crisi finanziaria, in parte dovuta alle difficoltà generali dell’economia, ma in una parte rilevante determinate anche da scelte operative che hanno le porte aperte alla concorrenza del treno sulla tratta Milano-Roma, dei vettori low cost sui voli nazionali ed europei, delle altre compagnie sulle destinazioni intercontinentali. La seconda sorpresa è stata la decisione di rispondere alle necessità finanziarie facendo intervenire una società pubblica come le Poste invece che sviluppare subito un’intesa più profonda con Air France-Klm che già cinque anni fa si era proposta di unirsi all’ex compagnia di bandiera italiana. La terza sorpresa è stato il velleitario tentativo di chiedere aiuto a compagnie extra-europee: russe, asiatiche o dei ricchi paesi del Golfo. Una strada illusoria perché se la maggioranza del capitale venisse ceduta a una compagnia non UE, Alitalia perderebbe tutti i diritti di reciprocità stipulati dall’Unione e che sono particolarmente importanti soprattutto sul ricco mercato americano.

Che cosa quindi è lecito prevedere? Che Alitalia sarà prima o poi costretta a una resa senza condizioni all’unico realistico alleato che ha interesse a salvarla, e cioè Air France-Klm. Il risultato, per noi, sarà un ulteriore ridimensionamento di Malpensa perché i francesi hanno più volte manifestato la loro contrarietà ad uno sviluppo di Alitalia sulle rotte a lungo raggio.

E le scelte del Comune di Milano, che sta tra l’altro rendendo esecutivo il collegamento di Linate con la rete delle metropolitane, non appaiono certo favorevoli allo sviluppo di Malpensa.

Con queste premesse se arriveranno, come ci si augura, dieci milioni di persone dall’estero per visitare l’Expo, i veri affari li faranno le compagnie aeree europee.

Ma nonostante tutto dobbiamo almeno essere convinti una cosa: l’Expo sarà comunque un successo.

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