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Lettere

COMPLEANNI AL CASTELLO

- 11/12/2013

Arrivo oggi al Castello di Masnago Galleria d’Arte Contemporanea di Varese per coordinare l’evento della chiusura della mostra su Gottardo Ortelli, non da sola ma accompagnata da 3 persone. Salgo al primo piano e nella prima stanza di sinistra, dove sono esposte le opere del primo periodo storico di Ortelli, i quadri, le tele, nel numero di 7 opere, vedo 4 tavoli grandi, con colori, tempere, sedie accatastate, il tutto a pochi centimetri dalle opere, con estremo rischio di danneggiamento delle opere e con conseguenze economiche devastanti per il gestore dello spazio museale!

Rimango veramente allibita e senza parole!

Mi dicono che lì realizzano feste di compleanno per bambini dove mangiano, bevono, scorrazzano, normalmente i bambini sono nel numero una ventina o anche più e in sede vengono realizzati anche i laboratori

Pensa la Direzione del Museo che queste cose siano corrette e rispettose del lavoro dell’artista?

La cosa è inammissibile! Siamo in un Castello, nel Museo d’Arte Contemporanea di Varese! Non c’è rispetto, non solo per le opere d’arte e per la funzione museale, ma anche e soprattutto per i fruitori che pagano correttamente il biglietto d’ingresso per godersi la mostra e il Castello in modo giusto e dignitoso!

Non c’è rispetto per il lavoro degli altri, per chi ha costruito la mostra, per le opere stesse! Si parla tanto di Varese città della cultura che si sta preparando per l’Expo, è questo il nostro biglietto da visita?

Sono queste le persone che amano la nostra Città? la nostra Cultura?

Da sempre, in qualsiasi Museo, i laboratori didattici non vengono fatti nelle sale espositive, tra le opere d’arte! Ma in sale apposite, al Castello di Masnago ne esistono a pianterreno 2 di grandi dimensioni, ben allestite con tavoli e sedie e colori!! Dove possono, oltre che realizzare laboratori didattici, anche le feste di compleanno. Questa mia denuncia in quanto operatrice culturale mi era doverosa ed è condivisa dall’Associazione Amici di Piero Chiara

Bambi Lazzati

 

ECCO LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE LONGHINI:

Egregio direttore,

La critica ricevuta in ordine alla “commistione” di pubblico e di iniziative presso il Castello di Masnago, in occasione della mostra dedicata a Gottardo Ortelli, ci consente di avviare una riflessione più ampia sul significato e la gestione degli spazi museali nel nostro tempo.

Prima di ogni altra cosa, però, desideriamo rassicurare la signora Lazzati e gli Amici di Piero Chiara sul fatto che le immagini da loro inviate sono di uno spazio in corso di riordino, non certo la normale condizione, che prevede anzi una sistemazione di tavoli e sedie del tutto compatibile con l’allestimento della mostra.

Nel merito della questione, invece, appare piuttosto evidente che si scontrano due differenti visioni di “cultura” oltre che di approccio all’arte, con particolare riferimento all’arte contemporanea.

Da una parte una visione “conservativa” che continua a vedere nei Musei degli spazi quasi sacri, nei quali è inammissibile ogni forma di contaminazione e per la quale qualsiasi scelta che non sia il mantenimento dello “status quo” appare come irrispettosa dell’Arte e degli Artisti.

E’ una visione rispettabile, ben incardinata in un ordine di pensieri tradizionale che, però, ha la responsabilità, a nostro avviso, di aver prodotto un impoverimento complessivo nella fruizione degli spazi museali.

Dall’altra, ed è il caso di Masnago, si persegue la ricerca di nuovi pubblici anche attraverso il ricorso a forme non tradizionali di fruizione.

In questo senso, e ne sono promotrici altre strutture museali nazionali ed internazionali, il Castello di Masnago, anche per il suo ruolo di Museo di Arte Moderna e Contemporanea, ha avviato da tempo un percorso di apertura ad utilizzi diversi degli spazi museali, sempre nel pieno rispetto della sicurezza e della conservazione delle opere d’arte, quali appunto l’uso di spazi non convenzionali per i laboratori didattici e per le attività dedicate sia alle famiglie e ai bambini che agli adulti.Valga, a titolo di esempio, l’organizzazione di corsi Feldenkrais (un particolare metodo di ginnastica per adulti) nelle sale museali, che destò inizialmente perplessità e che si è invece dimostrato un buon modo per vivere gli spazi museali.

A maggior ragione l’utilizzo di spazi, anche espositivi, per accogliere bambini e famiglie viene considerato come una delle “leve” più interessanti per aumentare la conoscenza e la fruizione dell’Arte anche in forme non tradizionali.

E’ davvero da chiedersi se avvicinare i più piccoli alla cultura inserendo il loro mondo negli spazi dedicati all’Arte Contemporanea, quale è ad esempio quella di Gottardo Ortelli, sia davvero un atto “blasfemo” o se, invece, non sia una scelta che produce, nel tempo, la diminuzione di quella distanza che tutti lamentano esistere tra Arte e Pubblico.

La scelta di Masnago va in questa direzione ed i risultati numerici sembrerebbero dare ragione a questa impostazione, tanto che nel del 2013 si giungerà, dopo molti anni, a superare il tetto dei 13mila visitatori, dei quali una gran parte proprio provenienti da famiglie e scuole.

A noi piace credere che il Maestro non avrebbe disapprovato il trovare accanto – e in totale rispetto – alle sue opere bambini, insegnanti e genitori che, altrimenti, non si sarebbero probabilmente mai accostati alla sua arte.

Ringraziando la signora Lazzati per il meritorio lavoro che svolge, insieme all’Associazione Amici di Piero Chiara, rivendichiamo però il diritto di agire con modalità autonome nell’ottica di un’apertura totale e di ricerca di nuovi pubblici così come la modernità impone.

Simone Longhini, assessore Comune di Varese

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