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Attualità

IL PARCHEGGIO? NELL’EX-PIZZERIA

SERGIO REDAELLI - 13/12/2013

Sede Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte, a sinistra scorcio dell'ex pizzeria Prima Cappella

Costa troppo, rischia di stravolgere l’ambiente e non risolve i problemi d’accesso al Sacro Monte. Sono le tre accuse di chi contesta la costruzione del parcheggio “regionale” alla Prima Cappella e propone di aprirlo invece sull’area dell’ex pizzeria, oggi chiusa, che costa meno e offre più vantaggi. È un’area di tremila metri quadrati che appartiene al Gruppo Fim, già servita da accessi in entrata e in uscita su cui sorge l’immobile dell’ex pizzeria Prima Cappella, millecinquecento metri quadrati di nessun valore architettonico. L’edificio potrebbe essere demolito per fare spazio, appunto, a un parcheggio a raso di cento posti-auto con nuovi servizi igienici, essendo quelli attuali indecorosi per un sito Unesco.

L’area è adiacente al capolinea degli autobus in piazzale Montanari e non è lontana dal tunnel che conduce alla stazione di partenza della funicolare. È subito disponibile, protetta dagli alberi e non sottrae territorio al verde per fare posto alle auto. Due anni fa era in vendita a un milione di euro e, trattando, si poteva scendere ulteriormente. La Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte, che vede questa soluzione di buon occhio, si era anche offerta di pagare le spese di demolizione, centomila euro necessari per abbattere ciò che resta dei muri interni e perimetrali della pizzeria, ma il progetto è stato scartato.

Le ruspe e le cariche di dinamite sono invece pronte per entrare in azione nell’area prescelta dal Comune, sulla curva in via del Santuario. Si dovranno sbancare 5mila metri cubi di roccia. Il terreno è di proprietà di Eugenio Malnati (e di un socio), ex presidente degli Amici del Campo dei Fiori ed è pericolosamente vicino alla chiesa dell’Immacolata e all’Arco del Rosario. Il progetto, adottato da Palazzo Estense il 24 aprile 2012 nell’ambito dell’accordo di programma per valorizzare il Sacro Monte, prevede la costruzione di due piani interrati da centoventi posti-auto poi ridotti a novanta, sormontati da un giardino pensile con piante e cespugli, ingresso e uscita delle auto e dei pedoni sulla stretta via.

Con delicatezza ci si è preoccupati di salvare l’acero e il pino marittimo che sorgono sul terreno (sei platani sul ciglio della strada invece saranno sacrificati) ma, secondo molti varesini che hanno a cuore il Sacro Monte, in pericolo c’è ben altro che due piante. Innanzitutto preoccupano i costi. Il preventivo iniziale di un milione quattrocentomila euro ha subito una revisione prima ancora d’iniziare salendo a due milioni e trecentomila per attestarsi, attualmente, a due milioni e novecentosettantamila. È un rincaro non indifferente. I lavori sono finanziati dalla Regione (49%), dal Comune (40%), dalla Provincia (10%) e dal Parco del Campo dei Fiori (1%), tutto denaro pubblico.

Intanto s’infittiscono articoli e lettere ai giornali, polemiche e scambi d’accuse. Legambiente propone di spostare le risorse dal progetto del parcheggio al potenziamento del trasporto pubblico, mentre l’architetto Ovidio Cazzola teme l’inutilità dell’opera e il prolungato impatto del cantiere sul traffico. Si è detto che la Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte sarebbe disponibile a pagare le spese di demolizione sull’area dell’ex pizzeria e qualcuno insinua che l’ente possa avere interesse a favorire il museo di prossima apertura alla Prima Cappella che esporrà gli abiti liturgici di Paolo VI e altri oggetti lasciati da monsignor Pasquale Macchi.

Sono accuse infondate. Di sicuro la Fondazione non può che essere d’accordo con la costruzione di un parcheggio alla Prima Cappella che dia la possibilità di lasciare l’auto nelle adiacenze a chi vuole incamminarsi lungo la Via Sacra. La salita a piedi esprime il significato profondo del Sacro Monte che vive di pellegrini, fedeli e turisti. Il viale pensato da padre Aguggiari va percorso a piedi soffermandosi alle quattordici cappelle dedicate ai misteri del Rosario fino a raggiungere il santuario, luogo di pellegrinaggio già nel Medioevo, che funge da quindicesima cappella. Il patrimonio mondiale tutelato dall’Unesco è tutto qui: la Via Sacra con i suoi archi, le cappelle, gli affreschi e le sculture.

Il parcheggio serve quindi ai pellegrini e ai turisti che visitano il sito Unesco e solo di riflesso allo spazio espositivo Paolo VI come sostiene qualche polemico cittadino. La sua posizione è una scelta tecnica e ogni ipotesi ha aspetti positivi e negativi, ma è sicuramente utile dove incomincia la salita a piedi. Quella del Comune è però, secondo molti, una scelta sbagliata per altri motivi, non ha giustificazione dal punto di vista dei costi, né sotto l’aspetto funzionale perché non favorisce l’accesso alla funicolare. L’assessore Binelli e il presidente Galli lo sanno perché fu loro consegnato un promemoria che illustrava i vantaggi di scegliere l’area dell’ex pizzeria. La Fondazione suggerisce soltanto di utilizzare lo spazio più adatto, abbassando i costi per la collettività.

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