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Società

UNA SCUOLA AD HAITI

ROBERTO BOF - 13/12/2013

La scuola “Ferruccio Modena” a Port au Prince

Una telefonata con un invito particolare: “Ci sarebbe da fare una scappata ad Haiti per documentare la costruzione di una scuola in una Missione della capitale Port au Prince. Qual è la tua risposta positiva?”.

La voce convincente è quella del presidente del comitato locale della Croce rossa di Varese Angelo Bianchi. Negli ultimi due anni nove volontari, varesini e no, hanno trasformato un ammasso di lamiere in una scuola di ventotto aule per mille giovani dai tre ai quindici anni. La Missione è quella dei Piccoli Fratelli e Piccole Sorelle, ordine religioso fondato da padre Armand Franklin seguace del beato Charles Eugène de Foucauld.

Messa in ginocchio come il resto del Paese dal terremoto del 2010, fino alla costruzione della nuova struttura era costretta a organizzare classi e lezioni all’aperto. Nei primi mesi del 2011 padre Armand acquistò negli Stati Uniti due capannoni dismessi trasportati e scaricati in qualche maniera sul campo di calcio della scuola in attesa di uomini e donne di buona volontà. A farsi carico del complesso puzzle da ricomporre fu Mita Ferrario, saronnese con i sette principi della Croce rossa nel DNA.

Già locomotiva di diverse altre iniziative umanitarie in ogni angolo del mondo, Mita non fa fatica a coinvolgere nell’impresa gli amici di sempre. Poche telefonate e la squadra di volontari è pronta. Il primo viaggio per rendersi conto di persona di quanto si doveva fare fu nell’autunno del 2012. Renato Sabbioni e Gabriele Piccinelli, con Marco Piva, Claudio Cini e Domenico Ambrosini si trovarono di fronte a una missione impossibile. Per fare posto alla gettata di cemento di oltre millecinquecento metri quadri il materiale era stato ulteriormente ammassato con l’intervento delle ruspe, eppure… in poco meno di un mese l’allegra compagnia affiancata da una più o meno volenterosa mano d’opera locale fu capace di innalzare lo scheletro metallico della struttura. Fatto un attento esame di ciò che mancava, dalle pareti interne al singolo bullone, i cinque rientrano a casa riferendo ogni cosa nei minimi particolari con l’aggiunta della promessa fatta a Padre Armand: “Torneremo e finiremo quanto abbiamo iniziato!”.

L’entusiasmo di Mita contagia il presidente del comitato locale della Croce rossa di Varese Angelo Bianchi e arriva fino a Roma dove il presidente nazionale Francesco Rocca e la sua vice Maria Teresa Letta gratificano tanto impegno e passione concedendo un contributo di 65.000 euro. A quel punto Mita scatena un passa parola che coinvolge amici, volontari e aziende con il risultato che nell’agosto di quest’anno vengono riempiti e spediti ad Haiti due container per un totale di quaranta tonnellate.

Arrivato sul posto il materiale, la squadra disponibile riparte. Un quintetto limato al minimo utile indispensabile, atteso da un mese di lavoro quotidiano dalle 6 alle 18 a una temperatura media di quaranta gradi: Gabriele Piccinelli, Renato Sabbioni, Gianluigi Tonero, Giorgio Miari, Mario Cagno. Un impegno totale già donato nell’ex Jugoslavia, in Afghanistan, in Abruzzo e in ogni altro angolo di terra da dove è arrivata una richiesta di aiuto.

La scuola è completata in meno di un mese. Le modalità della sua inaugurazione ricalcano la cultura di questi uomini: semplicità e silenzio. All’ultimo giro di vita da una delle valigie escono due semplicissime targhe. Una riporta (e ricorda…) i sette principi della Croce rossa in quattro lingue. Con l’altra si vuole intitolare la scuola al compagno e amico di tante missioni umanitarie in Italia e all’estero: Ferruccio Modena. Entrambe sono state la firma conclusiva sull’ennesimo esempio di solidarietà. Nessuna cerimonia, tanto meno medaglie. Che cosa può valere di più rispetto a una stretta di mano accompagnata da un sorriso di mille bambini condita con le parole di Sorella Carmen, direttrice della scuola “Ferruccio Modena” di Port au Prince: “Il nostro grazie di cuore per quanto ci avete donato è pari alla nostra ammirazione per come siete entrati nella nostra vita. Insieme alla professionalità, la vostra presenze nella nostra quotidianità è stata un insieme di umiltà, rispetto e discrezione. Domani la nostra mattinata sarà strana. I nostri bambini vi cercheranno. A tutti noi mancherete molto”.

Il viaggio di ritorno è stato lungo ma non abbastanza per sbiadire emozione e volontà.

Una nuova idea è già nata. A chi dedicarla lo si sa già e si può contare su uomini e donne di buona volontà contaminati dall’attenzione per gli altri, a Varese e non solo, pronti a ripartire.

Il meraviglioso ricordo di “Ferruccio Modena” è stato possibile grazie al contributo della Croce Rossa Italiana, all’attenzione del suo presidente Francesco Rocca, della vicepresidente Maria Teresa Letta e alla dedizione e l’impegno di Mita Ferrario, Angelo Bianchi, Gabriele Piccinelli, Gianluigi Tonero e Domenico Ambrosini del comitato locale della Croce rossa di Varese. Renato Sabbioni, comitato locale Croce Rossa di Codogno (MI). Mario Piva, comitato locale Croce Rossa di Castiglione delle Stiviere (MN). Giorgio Miari, comitato locale Croce Rossa di Rivarolo Canavese (TO). Mario Cagno, comitato locale Croce Rossa di Montà d’Alba (CN) e Claudio Cini, comitato locale Croce Rossa di Lucca.

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