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Ambiente

GUERRA ALLE POLVERI SOTTILI

ARTURO BORTOLUZZI - 13/12/2013

Sono… al lavoro le centraline di Varese che rilevano l’inquinamento atmosferico e incominciano a segnalare valori che sono al di sopra di quelli stabiliti dalla legge per quanto riguarda l’aria salubre. Ho scritto – ancora una volta – all’assessore alla tutela ambientale del Comune di Varese facendogli presente quanto sia necessario proteggere la salute dei varesini assumendo provvedimenti che col tempo possano essere capaci di migliorarne la qualità di vita.

È acquisita da tempo la nozione che l’aria inquinata possa causare malattie respiratorie, cardiovascolari, allergeniche. Per quanto riguarda i tumori, si è espresso chiaramente il Centro di Ispra incaricato dalla Regione Lombardia. Si è ora aggiunta a questo la Internazional Agency For Research In Cancer (IARC di seguito) con sede a Lione (ramo dell’Oms che ha la delega per i tumori) che, con un terzo grado di giudizio, ha classificato l’inquinamento atmosferico nel gruppo I dei cancerogeni: cioè tra quelli certi.

Gli inquinanti dell’aria sono sia sostanze gassose o volatili (ossido di carbonio, anidride solforosa, ossidi dell’azoto, idrocarburi policiclici, altri composti organici), sia microparticelle solide, chiamate in genere, polveri sottili – PM 10 o PM 2,5 a seconda che siano piccole o piccolissime –: sono proprio queste che vengono incriminate come causa di tumori. Perciò i ciclisti con le mascherine, che tanti guardano come se fossero marziani, fanno bene a sensibilizzare il pubblico al problema.

Il documento dell’ IARC – che verrà pubblicato su Monograph numero 109) – riguarda su scala mondiale centinaia di migliaia di casi di tumori, specificatamente del polmone e della vescica urinaria. Dal punto di vista quantitativo l’impatto dell’inquinamento atmosferico sull’insorgenza dei tumori è probabilmente simile a quello del fumo; mentre il fumo attivo delle sigarette è causa di gran lunga più potente: almeno di 20 volte.

Riguardo ai meccanismi attraverso i quali l’aria inquinata aumenta il rischio di cancro, alcuni inquinanti sono mutageni – cancerogeni e le polveri sottili possono veicolarli. Un’altra ipotesi è che le microparticelle siano inquinanti per le cellule epiteliali che rivestono i bronchi e i polmoni, tanto da stimolarle a dividersi: siccome a ogni divisione cellulare qualche mutazione del Dna è inevitabile, aumenta il rischio che capiti anche una di quelle mutazioni che contribuiscono a trasformare una cellula normale in tumorale

Ma noi, cioè la specie umana (i politici in primis…), ci decidiamo a fare qualcosa per far diminuire l’inquinamento atmosferico quando scatta il momento del bisogno: c’era bisogno suonasse un nuovo allarme certo e inequivocabile: ora lo abbiamo avuto.

 Speriamo serva.

Le Monographs della IARC sono caratterizzate da una preparazione lunga e rigorosa, eseguita da esperti di diversa estrazione che dibattono a oltranza finché non si raggiunge un consenso.

Quanto sopra lo dico avendo letto del Progetto di disinquinamento che ha in animo di condurre l’assessorato alla tutela ambientale del Comune di Varese e sulla validità del quale nutro fortissimi dubbi.

Ritengo che non si possa cambiare strada, al mutare della direzione del vento, nell’approntamento delle strategie verso un contenimento dell’inquinamento atmosferico.

Il Comune di Varese lo scorso mandato, accettando la proposta di Amici della Terra Varese ad agire su base d’area – e ricevendo per questa decisione il plauso regionale – aveva valutato come insufficiente il prendere solo su base cittadina dei provvedimenti che potessero essere efficaci per contrastare l’inquinamento atmosferico. Aveva così istituito, facendo valere il suo ruolo di comune capoluogo, una Commissione intercomunale cui partecipavano anche Arpa e Asl Varese. In commissione sedevano anche i rappresentanti dell’Associazione Amici della Terra e quelli di Varese Europea.

Proprio ARPA e ASL avevano chiesto che la Commissione venisse gestita in base a un programma improntato sulla base di criteri scientifici. Avevano, a questo scopo, compilato un documento e richiesto la sua approvazione da parte dei Comuni che stavano al tavolo e che avvenisse in consigli comunali aperti al pubblico. ARPA e ASL avevano chiesto che le riunioni della commissione avessero cadenza ravvicinata e fossero costanti.

La Commissione non aveva certo la missione di risolvere capillarmente il problema dell’inquinamento atmosferico ma, invece, aveva il compito di promuovere negli enti locali la assunzione di provvedimenti capaci di innescare un cambiamento degli stili di vita di coloro che abitano in un territorio – a partire dalle scuole –. Territorio da divenire sempre più vasto e nel tempo regionale o interregionale.

D’altra parte l’inquinamento nell’area varesina non può che essere abbattuto con un processo lento e partecipato. Bisogna però iniziare ad avvicinarsi a perseguire questo scopo senza timore e senza tornare indietro a modo di un gambero.

Ho chiesto all’assessore di cortesemente convocare la Commissione al più presto e che questa possa diventare un gioiello della sua attività politica, capace di realizzare a livello territoriale con un’espansione via via più elevata, tutti gli scopi per cui è stata formata. Ho scritto anche di simili argomentazioni all’assessore regionale della Lombardia all’ambiente che ha sollecitato in proposito la Giunta comunale di Varese.

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