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Chiesa

IL COMPLEANNO DEL MONDO

Don GILBERTO DONNINI - 19/12/2013

Betlemme, dove è nato Gesù

C’è un racconto che sta sotto tutti i racconti della nostra vita, che è il presupposto indispensabile di tante vicende – liete o tristi – della nostra esistenza. È il racconto della nostra nascita, che ci è stato fatto da quelli che ci hanno accolto e che, per la prima volta, ci hanno chiamati per nome.

Abbiamo bisogno di questo momento per sapere chi siamo e da dove veniamo; tanto è vero che coloro che questo momento non l’hanno avuto, e non sanno nulla dei loro genitori, li ricercano instancabilmente sentendo il bisogno di essere persone chiamate per nome da subito, fin dall’inizio. E questo momento, sul quale si costruiscono poi tutti gli altri avvenimenti della vita, ci viene trasmesso normalmente nella festa del compleanno: una festa che riporta indietro, all’origine, a chi ci ha generato fisicamente, riconoscendoci come uomini e come donne e accogliendoci con affetto.

Anche di Gesù abbiamo il racconto della nascita in un giorno della storia; se non possiamo dire con esattezza quale sia questo giorno, comunque sappiamo che più di duemila anni fa Gesù è stato generato, accolto, amato, ha ricevuto il nome da Maria e da Giuseppe. Quindi nella notte di Natale celebriamo l’origine della storia, della vicenda di Gesù Cristo. Tutto quello che sarebbe avvenuto negli anni seguenti ha avuto origine a Betlemme, nella cornice insolita del presepio – che proprio per questo ha grande importanza per i cristiani – cioè in una stalla, in una mangiatoia da animali. Ha avuto inizio in un modo più o meno uguale a quello con il quale comincia – o dovrebbe cominciare – ogni esistenza umana: un bambino piccolo e fragile, ma accolto con gioia e chiamato per nome con amore.

Però l’inizio del vangelo di Giovanni che ascoltiamo nella Messa di mezzanotte parla di un’altra origine dello stesso bambino che riporta ancora più indietro, al principio di tutto: colui che prenderà la nostra carne era già da sempre presso Dio, era addirittura Dio. Giovanni presenta il racconto dell’origine vera di tutto, quella che spiega ogni cosa, che dà il senso a ciò che esiste. La gioia per un bimbo che nasce a Betlemme richiama, in questa pagina, la gioia e lo stupore per tutto quello che nasce ed è nato all’origine del mondo, per tutto quello che esiste sulla terra e in cielo.

Questa pagina del vangelo fa sorgere la gratitudine perché ogni vivente, ciascuno di noi è dono, prende vita da Dio. Potremmo dire che se il Natale di Betlemme fa rivivere il compleanno di Gesù, la pagina di Giovanni che mette in collegamento l’origine di tutte le cose con la venuta di Gesù, presenta il compleanno del mondo permettendoci di intuire come il nostro tempo – che inesorabilmente finisce, che è segnato dalla morte – è salvato, invece, dalla nascita del Figlio di Dio e, dopo il Natale, comincia a godere della stessa eternità di Dio.

Se ripartiamo da lui, Gesù Figlio di Dio, le nostre vite, le nostre vicende non sono né piccole né inutili; i nostri affanni non sono insuperabili dal momento che lui se ne è fatto carico nascendo a Betlemme. Colui che c’è da sempre, che per bocca dei nostri genitori ci ha chiamato per nome e con amore fin da quando siamo nati e nel Battesimo, è all’origine di tutto e possiamo ricominciare con fiducia e con speranza la nostra vita proprio ripartendo da lui.

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