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Società

LETTERA A GESÙ BAMBINO

MARGHERITA GIROMINI - 19/12/2013

Sono molti anni che non ti scrivo una lettera di Natale con la classica richiesta di doni. Perché? Beh, di solito le letterine di Natale le scrivono i bambini. Poi, a dire il vero, non è così facile raggiungerti. Nemmeno per mail. Questa volta però approfitto del passaggio su questo giornale online, così magari potrai intercettarmi. Penso che valga la pena farti sapere, in modo esplicito, alcune cose che mi piacerebbe condividere con te.

Ma procediamo con ordine. Questo testo è il decimo che scrivo dopo aver appallottolato (si fa per dire …) le precedenti nove versioni con altrettante richieste. È passato tanto tempo e le richieste sono davvero troppe!

Vorrei dedicare questa lettera ad alcuni temi dell’infanzia. Dato che sei un bambino anche tu, forse ti faciliterò il compito di ascoltare i miei desideri.

Ho strutturato la lettera in tre parti.

Nella prima parte ti chiedo di rimproverare, con gentilezza ma con fermezza, come sai fare, le persone che hanno compiuto qualcosa di scorretto nei confronti dei bambini.

Nella seconda di ringraziare coloro che hanno operato per loro in modo buono e giusto.

Nella terza di suggerire a noi adulti alcune azioni per realizzare condizioni di vita migliori per l’infanzia, nel mondo ma anche qui, dietro l’angolo di casa nostra.

RIMPROVERARE

Potresti rimproverare da parte mia quei sindaci che hanno escluso dalla mensa scolastica gli scolaretti delle famiglie impoverite dalla crisi che non hanno potuto pagare gli arretrati della mensa scolastica? L’immagine dei bambini senza pasto mi porta alla mente la parabola del ricco epulone… Noi benestanti che buttiamo via il cibo che avanza mentre altri potrebbero usufruirne.

Richiama anche, per favore, quegli insegnanti di scuola primaria che in un paese della civile Toscana hanno bocciato un gruppetto di bambini al termine della prima classe con la motivazione che non avevano imparato a leggere e a scrivere adeguatamente. Porta loro in dono il libro di don Lorenzo Milani che senz’altro tu conosci: “Lettera a una professoressa”. Un libro di tanti anni fa ma sempre attuale.

LODARE

Ringrazia per mio conto il regista francese Pascal Plisson che nel2013 hagirato uno splendido docufilm (adesso si dice così) dove racconta al difficile vita di Jackson (Kenia), Zahira (Marocco), Carlito (Patagonia) e Samuel (India), quattro bambini con un grande desiderio di imparare. Che, come milioni di loro coetanei nel mondo, affrontano, nella maggioranza dei casi ogni giorno, percorsi lunghi e spesso pericolosi per raggiungere la scuola. Un racconto commovente sull’amore per il sapere che rende sopportabile la fatica di lunghi spostamenti.

Ti chiedo di elogiare gli insegnanti delle scuole medie italiane che sono riusciti a migliorare il rendimento scolastico dei loro alunni. E nonostante i numerosi tagli al personale e ai fondi delle loro scuole. Non sono loro a dirlo, bensì gli esiti dei test OCSE Pisa: 18 punti in più in scienze,20 inmatematica.

E sempre a proposito di insegnanti, porta un bel regalo ai due professori di una pubblica università di New York: hanno risposto subito alla mail di una studentessa italiana, che con loro non c’entrava nulla, e le hanno fornito i richiesti suggerimenti per una bibliografia. Hanno fatto il loro dovere? Di più, se si pensa che i colleghi dell’Università italiana frequentata dalla giovane, invece, non si sono ancora degnati di rispondere (è passato solo un mese!).

SPERARE

Concludo raccontandoti due fatti tra i tanti che mi preoccupano. Non parlo dei gravi problemi della fame nel mondo, dell’abbandono dei minori, delle violenze. Però quello che ti segnalo meriterebbe un occhio speciale. Il tuo.

Un giornale femminile riporta la lettera di una mamma in risposta a un’altra precedente, sempre di una mamma; il problema era se consentire o meno alla sua bambina di dipingersi le unghie. La rivista mostra che si sono creati due fronti: mamme antiche per il no, mamme moderne per il sì, con tanto di parere della psicologa. Intanto le aziende cosmetiche studiano smalti specifici per le piccole consumatrici.

Su un altro settimanale mi colpisce la notizia di bambine americane (Usa) disperate per le imposizioni delle madri che le vogliono a ogni costo aspiranti Baby Miss. Le piccole piangono e manifestano reazioni isteriche di fronte allo stress a cui sono sottoposte. Chi le aiuterà a liberarsi da queste nuove schiavitù? Un libro denuncia le loro storie. Ma questo in America, meno male, mi sono detta, da noi non ancora.

Caro Gesù Bambino, non vorrei averti investito di responsabilità che in fondo, e alla fine, sono solo di noi adulti. Però tu aiutaci a rimediare.

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