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Lettera da Roma

I REGALI DEL PONTEFICE

PAOLO CREMONESI - 19/12/2013

Duemila buste con tessere telefoniche, biglietti per i mezzi pubblici, francobolli vaticani. Sono il regalo di Papa Francesco ad altrettanti romani meno abbienti. E che ancora una volta ha affidato al suo elemosiniere Monsignor Krajewki. Lo stesso che ha raccontato di uscire spesso dal Vaticano, a volte anche di sera, per portare la carità del Pontefice negli alloggi di chi ha bisogno, o distribuire qualche genere di conforto a chi vive per strada.

Effetto Bergoglio in Vaticano. Chissà qual è l’eco di certe affermazioni di Papa Francesco come “Vorrei una Chiesa povera!” (6 marzo, incontrando i giornalisti) o come (pochi giorni fa): “Quando il conto in banca è vuoto, vuol dire che va bene” in un mondo curiale romano ancora impermeabile allo stile di vita essenziale del Papa.

Per capire quanta distanza siderale ancora debba percorrere la Roma del “Francia o Spagna purché se magna” ci viene in aiuto Gioacchino Belli che in un sonetto dei primi dell’800, intitolato appunto “La vigilia de Natale”, scriveva così:

 “Ustacchio, la vigijia de Natale/ tu mettete di guardia sur portone

de quarche Monsignore o Cardinale/ e vederai entrà sta pricessione.

Mo entra la cassetta de torrone,/ mo entra un barilozzo de caviale,

mo er porco, mo el pollastro, mo er cappone/ e mo er fiasco de vino padronale.

Poi entra er gallinaccio, poi l’abbacchio,/ l’oliva dorce, er pesce de Foiano,

l’ojo, er tonno e l’anguilla de Comacchio/ Insomma, insino a notte, a mano a mano,

tu t’accorgerai, padron Ustacchio,/ quant’è divoto il popolo romano!”

E poco più avanti in un altro sonetto chiamato “Er Cardinal de Pasto” descriveva:

“Quiello ? È corpo da fa barba de stoppa a sei Conventi / Che saria capace de magnajese er forno, la fornace, er sacco, er mulo e er molinaro in groppa. Lui s’ingozza tre libbre de merluzzo / Quann’e’ vigija, a colazione sola: Capite di che stommico de struzzo?”

Quanti Monsignori di Curia romana sono disposti a seguire le orme di Papa Francesco? Nell’attesa dei tempi del Signore, vi giungano affettuosi auguri romani di Buon Natale. Anzi in questo caso ‘romaneschi’.

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