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Società

SE LA FOTO ANNUNZIA UN DESTINO

MASSIMO LODI - 10/01/2014

Ermanno Giombelli in alto a destra

A volte la fotografia esercita una prodigiosa forza rivelatrice, simbolica, predittiva. La fotografia che, a saperla guardare, traccia un percorso, disegna il futuro, va oltre il fermo dell’istante. La fotografia che – esagerando, ma forse non tanto – scruta nell’anima, sconfina dai contorni dell’immagine, entra nell’intimità d’un destino e ne segnala l ‘avventuroso percorso.

Questo tipo di fotografia (di significato, e forse di missione, della fotografia) non è raro, e ciascuno ha avuto modo di sperimentare quanto sia vera l’affermazione. È invece raro che sia un evento pubblico a testimoniarne il curioso perpetuarsi e a confermare che cambiano i soggetti, non la capacità d’indagarne il nascosto mistero umano.

È accaduto anche a proposito dell’operazione cui è stato sottoposto nell’ospedale di Parma l’ex segretario del PD, Pierluigi Bersani, sofferente a causa di un’emorragia cerebrale. Il chirurgo che ha effettuato l’intervento si chiama Ermanno Giombelli, è nato nel ’55 a Vaprio d’Adda e ha trascorso alcuni anni di studio a Varese, frequentando il liceo classico Cairoli dove si è diplomato nel ’74/’75, per poi iscriversi all’università di Pavia e laurearsi nell’81.

I suoi compagni della maturità, nella sezione E, erano Aurelia Barri, Sandro Binda, Manuela Bino, Alessandra Broggi, Gabriele Caoduro, Marilena Ciotti, Antonio Coppola, Maria Teresa Danielli, Livio Felloni, Rosella Grasselli, Patrizia Mainini, Elena Malagò, Vittorio Mastrorilli, Ornella Milan, Alessandra Nangeroni, Maria Pia Negri, Paola Piasente, Maria Piatti, Cristina Provasoli, Roberto Ricchetti, Cristina Riva, Mario Simonetta, Emanuela Soma, Cristina Taiana, Mario Tega, Luisella Toffoli, Ester Tognola e Anna Maria Tonani.

E siamo alla foto. Quella che pubblichiamo raffigura la classe due anni prima del diploma, nel ’72/’73. Non è una foto eguale alle altre del genere: alunni disposti con sufficiente disciplina su alcune file, sguardi seriosi, posture un po’ imbarazzate. No, è una foto diversa, quasi alternativa, con bizzarre incursioni nell’ufficialità. La più bizzarra la vedete in alto a destra, dove compare un allievo dal gesticolare curioso, seduto sulle spalle d’un amico probabilmente del cuore, con le mani che vi si poggiano sopra come a voler prendere il volo verso un orizzonte che lì non s’individua, e che il trascorrere della vita s’incaricherà di definire: insolito e speciale.

Il ragazzino che sta lassù è Ermanno Giombelli, studente un po’ ribelle, appassionato di musica, praticante del basket. La foto del passato rivista nel presente ne annunzia – a una fantasia fiduciosa in se stessa – la futura sorte professionale; bastava scrutarla “A occhi aperti”, come s’intitola il recente, bellissimo libro di Mario Calabresi dedicato ai più celebri ritrattisti della contemporaneità. A occhi aperti vuol dire farsi trascinare dentro uno scatto, senza chiudersi nella superficialità d’un battito di ciglia. E chiedere d’essere ospitati dall’anima d’una persona. Bisognerebbe provare a bussare più di frequente, davanti alle fotografie e non solo.

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