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Attualità

PRIMA CAPPELLA, CARTUCCE ESPLOSIVE

SERGIO REDAELLI - 17/01/2014

La chiesetta dell’Immacolata Concezione a rischio

Per scavare l’area in cui sorgerà il discusso parcheggio interrato alla Prima Cappella, previsto dal Comune a una ventina di metri dalla chiesa seicentesca dell’Immacolata Concezione che introduce alla Via Sacra, saranno utilizzate “cartucce esplosive non detonanti”. Lo dice la relazione generale del progetto adottato il 24 aprile 2012 dalla giunta di Palazzo Estense. Il documento ammette senza mezzi termini “la necessità di un consistente scavo in roccia imposto da ragioni paesaggistiche per occultare il fabbricato nel sottosuolo” e specifica che si adotterà una particolare tecnica basata appunto sull’impiego di cartucce esplosive non detonanti che di solito sono usate per le demolizioni controllate e che ridurrebbero al minimo i rumori e le vibrazioni prodotte.

Lo conferma Giuseppe Stolfi, cinquantatre anni, funzionario con delega per il Sacro Monte di Varese della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Milano, nomina che ha conservato anche dopo essere stato incaricato, due anni fa, di dirigere la Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara. Gli abbiamo chiesto se è ragionevole realizzare un cantiere di lunga durata che interferisca per molti mesi nell’accessibilità verso il monte con scavi in roccia e uso di esplosivi, a pochi metri dal gioiello progettato dal Bernascone nel 1604, ancora prima dell’inaugurazione della Fabbrica del Rosario; e se è un atto ufficiale la dichiarazione di “non idoneità per motivi estetici” dell’area dell’ex pizzeria per un parcheggio a raso da cento posti-auto, da parte della Soprintendenza.

“Innanzitutto – risponde l’architetto Stolfi – una premessa sulla ragionevolezza, ovvero sulla motivazione dell’intervento. Il ministero dei Beni culturali ha preso parte al lavoro della Segreteria tecnica dell’accordo di programma sull’accessibilità del Sacro Monte insieme a Regione Lombardia, Comune, Provincia di Varese e Parco del Campo dei Fiori, esaminando e confrontando varie ipotesi, ognuna con proprie criticità; ed è giunta a soluzioni condivise, formalizzate in verbali e in sede di conferenza di servizi, che sono quindi l’esito di un lavoro comune e delle mediazioni che ciò comporta”.

“Primario interesse del Ministero nell’ambito di questo lavoro – aggiunge il funzionario della Soprintendenza – è stato cooperare affinché fosse data una risposta alle esigenze di accessibilità in termini paesaggisticamente sostenibili. La struttura in progetto proprio perché interrata, è quasi del tutto occultata a beneficio della fruizione pubblica e in coerenza con la politica di eliminazione del parcheggio dal viale delle Cappelle, che non era compatibile con il decoro e la dignità del sito monumentale che fa parte del patrimonio mondiale Unesco. Una politica che è stata seguita negli ultimi anni, attraverso interventi nell’area della Prima Cappella e del tratto tra il ristorante Montorfano e la Fontana del Mosè”.

“Le modalità esecutive dell’intervento – puntualizza Stolfi – sono controllabili rispetto a potenziali rischi per gli edifici circostanti e prevedono infatti una particolare tecnica al fine di ridurre al minimo rumori e vibrazioni. La chiesa dell’Immacolata peraltro dista circa venti metri dall’area di scavo e non è previsto che sia bloccata, né per mesi né per anni, l’accessibilità al Sacro Monte”.

Sull’ipotesi di utilizzare l’area dell’ex pizzeria per un parcheggio a raso, il soprintendente spiega che “l’area prossima alla Prima Cappella è stata presa in esame tra le ipotesi valutate e non è stata giudicata idonea dalla Segreteria tecnica alla realizzazione di un parcheggio, interrato o no (la capienza di cento posti auto a raso è un dato infondato), sia perché insufficiente ai fini dell’intervento (provvedere un numero significativo di posti auto), sia per l’impatto paesaggistico conseguente alla morfologia del sito, sia per la immediata prossimità all’edificio tutelato della Samaritana, sia per altre ragioni ancora (economiche). L’edificio esistente inoltre è sotto vincolo paesaggistico e non se ne è vista con favore la demolizione”.

Resta il fatto che la soluzione prospettata dalla Segreteria tecnica ha non poche criticità. È quella che costa di più (trenta – trentacinquemila euro per ognuno dei novanta posti auto) e, riguardo all’interramento preferibile perché di minore impatto, ci sarebbe da discutere. Creare il parcheggio previsto dal Comune genera un cambiamento irreversibile nella zona. Il paesaggio non è solo ciò che si vede. Sbancheranno roccia, taglieranno e sposteranno alberi, magari muteranno le “vie d’acqua” sotterranee. Senza contare i problemi di viabilità e la decisiva mancanza di un progetto complessivo che il Sacro Monte meriterebbe: dal parcheggio previsto si andrà a piedi sulla strada asfaltata? Si dovrà costruire un marciapiede? Come si collegherà il parcheggio ai mezzi pubblici?

Se non per l’area dell’ex pizzeria, piantumabile e occultabile alla vista, si potrebbe optare per un parcheggio in piazzale Montanari, fuori dall’area monumentale, quello sì lontano “dagli occhi”, ma strategico sia in funzione della salita a piedi, sia della salita con mezzo pubblico, funicolare o pullman. Poi c’è la questione dei costi. Il parcheggio di due piani interrati in origine da centoventi posti-auto poi ridotti a novanta, sormontati da un giardino pensile con piante e cespugli, dovrebbe sorgere all’imbocco della Via Sacra su un’area di millecinquecento metri quadri. L’opera sarà realizzata sulla curva che porta alla chiesa dell’Immacolata e all’Arco del Rosario con ingresso e uscita delle auto e dei pedoni in via del Santuario.

Il terreno è di proprietà per il cinquanta per cento dell’immobiliare Malco SRL dell’imprenditore Eugenio Malnati e per l’altro cinquanta per cento dell’immobiliare Monte Mare SPA di Andrea Maurizio Zamparini, figlio del patron del Palermo Calcio. Il progetto, approvato nell’ambito dell’accordo di programma per valorizzare il Sacro Monte, doveva costare secondo la stima iniziale un milione e ottocentomila euro – documenti alla mano – finanziati da Regione (49%), Comune (40%), Provincia (10%) e Parco del Campo dei Fiori (1%), ma la cifra è già lievitata a tre milioni e potrebbe non bastare proprio per i costi di sbancamento, come accaduto, ricorda qualcuno, durante lo scavo della funicolare.

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