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Attualità

FELICIDADE – SAUDADE: 3-0

ROBERTO BOF - 17/01/2014

Il “Caccia” e le sue congas

Una fiaba a buon fine che non è finita, con Varese filo conduttore. Nei primi anni del 2000 in quel di Pescia nel meraviglioso Gran Ducato di Toscana, un giovane con un nome da nobile, Alessandro David Andreini, innamorato del Brasile, si sente più vicino al Paese della musica, del calcio e di un’altra cosa che al momento non ricordo collaborando con la testata web MusiBrasil alla quale è legato il “gruppo Yahoo”, una sorta di genitore degli attuali social network.

Il singolare compito di Alessandro era quello di commentare il campionato di calcio brasiliano. Giornata dopo giornata, tra un campeao e una vencida, nei commenti agli scritti di Alessandro è sempre più presente tale Marco Caccianiga, varesino per caso, fulminato dall’universo verde oro nel momento in cui, all’età di dodici anni, attratto da tutto ciò che si può battere, percuotere o agitare per fare musica, ascolta un disco di “Bossa Nova” preoccupando non poco famigliari e amici nel vederlo con uno sguardo simile all’inconfondibile personaggio del giovane bonaccione e ingenuo tanto caro a Carlo Verdone. Una musica magica ma non abbastanza per distrarre quant’altro sa offrire il Brasile in tema di cultura, calcio e l’altra cosa che continua a sfuggirmi.

Il piacere e il divertimento di Alessandro nel leggere i contributi di Marco crescono a tal punto da diventare appuntamento desiderato prima che fisso. Ancor più quando Marco svela di essere nato e vivere nella città culla e scenario delle imprese della Pallacanestro Varese, squadra da sempre nel cuore di Alessandro prima come Ignis, poi come Mobilgirgi e via via fino all’attuale Cimberio.

Il tempo passa, l’amicizia tra i due cyberamici cresce con una piacevole variante. Nel 2005 Alessandro distribuisce nel gruppo Yahoo richieste culinarie e musicali relative al territorio di Porto Alegre. Tra le tante risposte quelle più esaustive sono di una certa Daniella figlia di madre italiana, giornalista, affascinata da tutto ciò che riguarda l’Italia. Un piacevole dialogo a distanza che genera velocemente ai due il reciproco desiderio di conoscersi. Sì ma dove?

Quella più decisa è Daniella e l’incontro avviene all’aeroporto erroneamente considerato milanese geograficamente varesino di Malpensa. Per Daniella il viaggio alla scoperta dell’Italia ma più umanamente di Alessandro è un successo su tutta la linea tanto da digerire la fede calcistica di Alessandro senza particolari mal di pancia.

Nella sua città, Porto Alegre, il Milan e Inter della situazione sono il Gremio e l’International. Lei è dell’International dalla nascita, Alessandro adottivo del Gremio in quanto fu la prima squadra a rispondere ad un suo messaggio. Tra due persone intelligenti che si vogliono bene il problema è marginale e nemmeno originale visto che lo cantava Celentano nel 1960 nella sua “Eravamo in 100.000”, iniziando con “io dell’Inter, lei del Milan” e finendo con “lei ha segnato un goal! Diretto nella porta del mio cuor ed ho capito che c’è solo lei per me!”.

Al Festival di Sanremo direbbero “musica di Adriano Celentano, testo di Luciano Beretta e Miky Del Prete…”. Testo riveduto, corretto e sottoscritto da Alessandro che cinque mesi dopo il primo passo verso lui e l’Italia di Daniella sale con lei sull’aereo per iniziare un cammino insieme in Brasile, nella capitale dello Stato del Rio Grande do Sul affacciata sul Lagoa dos Patos: Porto Alegre. Entrambi soddisfatti per il fulmineo “Bingo!” i due neosposi non dimenticano il “Caccia” che nella città del basket, nella provincia dell’Aeroporto varesino di Malpensa, continua a sognare e vestire in giallo verde, pensare in portoghese, sfogare professionalità e passioni sulle sue congas con il Bossa Nova Project e sul prato verde dello Stadio Franco Ossola di Masnago (più o meno prato e più o meno verde) coltivando un Progetto Bimbo ammirato, invidiato e purtroppo non imitato nell’Italia intera.

L’unica cosa che unisce Varese e Porto Alegre è il tempo che passa. Alessandro insegna l’italiano, Daniella è una giornalista di una tv locale vicina al suo Gremio. All’amicizia con il Caccia manca solo un abbraccio. Anno di grazia 2014. Torna in scena Malpensa dove sbarcano Alessandro e Daniella. Torna in scena la squadra del cuore di Alessandro, la Pallacanestro Varese che ha la sua sede sociale in piazza Monte Grappa dove in contemporanea “sbarca” il Caccia in sella alla sua Kacciasaki rigorosamente di colore giallo, impreziosita da un numero infinito di gadget verde oro rinnovati a ritmo perpetuo, direttamente dalla sua residenza di famiglia pentacampeao nel Gran Ducato di Viale Aguggiari, ribattezzata “Catedral do Samba”, marchiata sulla rete di cinta con il motto “Ordem e Progresso”.

Per aumentare la sua visibilità a favore della coppia di amici speciali in arrivo il Caccia ha sulle spalle uno zaino di due colori e una federazione calcistica facilmente immaginabile.

Questa fiaba moderna finisce qui. Le ore successive trascorse insieme dai protagonisti sono roba loro. Tanta roba. Nessun titolo di coda e tanto meno la parola fine. Solo un’immagine che un ipotetico agente di polizia locale metterebbe a rapporto più o meno così: “Sorpreso in piazza Monte Grappa soggetto d’età indefinita inginocchiato in prossimità di autoveicolo a noleggio con a bordo coppia regolare italo-brasiliana. Unica caratteristica che collega in modo evidente i tre soggetti è un largo sorriso sui loro volti con occhi lucidi, portatori sani di straordinaria felicità”.

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