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Lettere

A PROPOSITO DEL PRONTO SOCCORSO

- 29/01/2014

Egregio Direttore,

ho letto alcune osservazioni su RMFonline riguardanti il  pronto soccorso che mi sembra meritino un approfondimento, in particolare l’articolo di Ambrogio Vaghi. Da esso emerge che il trattamento specifico per il problema medico che Vaghi presentava sia stato corretto ed anche tempestivo come del resto egli stesso afferma. I rilievi negativi sono relativi agli aspetti logistici, che sembrano prevalenti rispetto alla qualità tecnica delle prestazioni ricevute e all’impegno dimostrato dai singoli operatori. Giova forse ricordare che la maggior parte dei ringraziamenti ricevuti dal Pronto Soccorso sono stati sì per la qualità delle cure, ma più spesso per la dedizione del personale, costretto a condividere le stesse condizioni di disagio dei pazienti per garantire un livello adeguato di prestazioni. Noi per primi condividiamo “ la promiscuità dolorosa, il miscuglio di voci, di lamenti, di urla dei pazienti in  barella davanti ai quali sfila tutto il via vai di parenti, di infortunati, di ammalati anche gravi e di personale sanitario”, non solo per il tempo in cui il signor Vaghi  ha osservato la situazione, ma ogni ora e giorno del nostro lavoro. Il problema è capire da che cosa dipende questo disagio. I giudizi del signor Vaghi, che si rifà ad una propria esperienza di gestione di risorse umane, sono perentori: disorganizzazione, insipienza, inadeguatezza della dirigenza, adozione di procedure discutibili!

Fermo restando il disagio e la sofferenza dei malati, valgono comunque alcune precisazioni:

1.       Il sovraffollamento e l’impressione di confusione sono forse sinonimo di inesperienza  e cattiva organizzazione?

2.       Viene sottolineato che basterebbero pochi ed elementari accorgimenti per cambiare l’impianto organizzativo del Pronto Soccorso. Tale osservazione appare perlomeno ingenua in quanto il sovraffollamento del Pronto Soccorso dipende da tanti e tali motivi, la cui soluzione può dipendere solo da un ripensamento globale del sistema sanitario varesino; vi è poi una contraddizione interna al suo discorso: la cattiva organizzazione del lavoro solitamente viene segnalata dallo spreco di risorse e dalla presenza di gente inattiva, non certo dall’impegno massimo e dal sacrificio  per assolvere a compiti talvolta improbi che ogni giorno dimostra tutto il personale di Pronto Soccorso.

Il problema della “barellaia” è stato sollevato dal sottoscritto in fase progettuale, prima ancora del trasferimento nel nuovo ospedale sia dal punto di vista strutturale che funzionale. Nel 2008 è stato riaffrontato costituendo un apposito gruppo di lavoro con i primari dei reparti di degenza ed il sottoscritto, coordinati dalla direzione medica. Evidentemente non è di così semplice soluzione. Gli addetti ai lavori lo sanno bene, infatti la letteratura scientifica internazionale si occupa di quest’argomento da oltre 10 anni. Tuttavia noi siamo abituati a migliorarci attraverso l’esperienza e l’abitudine a recepire i suggerimenti utili per ridurre la sofferenza dei pazienti, derivante in prima istanza dalla malattia e dalle limitate risorse disponibili per alleviarla cui è teso, da anni, ogni istante del sacrificio giornaliero di tutto il personale. Operatori, pazienti e accompagnatori percepiscono in un luogo come il Pronto Soccorso, un disagio più complesso, forse causato dalla vista sofferenza, della vecchiaia, delle condizioni di dipendenza, tutte cose che oggi facciamo più fatica ad accettare. È  più meritevole abbracciare e far proprio tutto questo, lavorando con qualità in condizioni spesso insostenibili o nasconderlo in attesa di una futuribile organizzazione migliore?

Sparare nel mucchio è molto facile, lo stanno facendo tutti! Proporre soluzioni concrete è molto più difficile, stare dalla parte di chi cerca faticosamente soluzioni sarebbe forse più corretto.

Concordo pienamente sul fatto dell’inopportuna ingerenza della “politica” sull’attività clinica, medica ed assistenziale, che rischia di generare confusioni e incertezze.

Dr. Francesco Perlasca
Direttore S.C. di Pronto Soccorso e Accettazione Macchi
A.O. Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi – Varese

 

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