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Storia

SI VENDE L’EX RICOVERO DEGLI SCAMPATI

FRANCO GIANNANTONI - 31/01/2014

Salvare la memoria significa anche salvare i monumenti che hanno ospitato la Storia, ad esempio quella tragica della Shoah proprio adesso che con il rito del “Giorno della Memoria” si vuol ricordare che lo sterminio degli ebrei, e non solo (omosessuali, testimoni di Geova, Rom, politici, eccetera) fu opera anche degli italiani. Se la data del 27 gennaio 1945 fu il giorno in cui l’Armata Rossa entrò nel campo di Auschwitz liberando i sopravvissuti, sarebbe il caso di rendere quella data più nazionale fissandola nel 16 ottobre 1943, il giorno del rastrellamento dei mille ebrei romani. Ma siccome quella data scotta, ci colpisce al cuore, denuncia il nostro collaborazionismo attivo, meglio avere scelto una data “internazionale” che allontana la colpa del “nostro” personale sterminio.

Riflessione assai attuale quando giunge notizia che la ex colonia di Sciesopoli di Selvino in Val Seriana, dal nome dell’eroe del Risorgimento Amatore Sciesa, progettata dall’architetto Vieti-Volli di Milano per conto del fascismo per le vacanze estive dei figli della Lupa (Mussolini in persona versò ben cinquemila lire come ricorda una lapide marmorea che ha inciso il nome del primo “benefattore”), diventata per la legge del contrappasso nel 1945 l’approdo per centinaia di bimbi ebrei di tutta Europa salvatisi dallo sterminio per un loro reinserimento sociale, chiusa da oltre vent’anni e in disarmo (razziate tutte le suppellettili e anche una targa posta dagli ebrei nel 1983!), è in vendita per essere trasformata eventualmente in centro turistico-alberghiero o similari.

La proprietà, una società immobiliare di Vallo della Lucania, se ne vuole disfare e per raggiungere lo scopo ha fatto annunci un po’ in tutte le lingue, cinese compreso, indicando il prezzo in due milioni di euro che ha proprio il sapore di una svendita.

A questo scandalo hanno reagito storici, membri della Comunità ebraica milanese, l’associazione dei partigiani, la popolazione locale, per due ordini di motivi: preservare il culto della memoria e del rispetto civico ed evitare che un luogo così simbolico venga trasformato in un villaggio anonimo come ce ne sono tanti, invaso magari da villette a schiera. Si sono fatti avanti in questa battaglia culturale anche i soldati della Compagnia Solel Boneh dell’esercito britannico che fra i primi aiutarono le piccole vittime a trovare riparo e pace a Selvino.

Nonostante lo stato pietoso in cui versa Sciesopoli, la ex Colonia fascista è stata meta continua di pellegrinaggi di coloro che ci vissero per qualche anno. Su questi monti e fra il verde magnifico di queste prealpi trovarono infatti la loro casa bambini che avevano conosciuto l’orrore dell’inferno del Reich, la fame, il freddo, il terrore. Nel 1997 Aharon Megged, uno dei superstiti, nel suo libro “Viaggio verso la Terra Promessa” scrisse “di aver trovato un paradiso a lungo sognato, un castello da fiaba dove a fatica ci rendemmo conto di essere liberi”. “Le lenzuola pulite ci facevano paura, temevamo di scivolare dal letto”, testimoniò Naftali Burstein che ormai ottantunenne da Israele volle tornare a Sciesopoli per respirare il profumo di quei prati in fiore.

Fino al novembre 1948 la ex Colonia ospitò reduci dalla prigionia. Bambini in gran parte orfani o che in qualche raro caso avrebbero trovato i genitori anni dopo, anche loro passati dalle nostre terre, le ville di Tradate, per poi ricongiungersi nella Terra Promessa, la Palestina, ancora Protettorato inglese, tutt’altro che disponibile ad assistere a questa immigrazione (tanto è vero che mitragliò coi suoi Spitfire le navi partite dalla coste liguri facendo delle vittime!).

“In quell’edificio è impressa una bella pagina di storia – commenta lo storico Marco Cavallarin, l’anima di questa battaglia – che non riguarda fatti violenti ed è stata scritta da persone straordinariamente civili che si sono adoperate per ridare vita a bambini spiritualmente e fisicamente devastati”.

Uno spiraglio pare possa esistere utilizzando un vincolo d’uso posto a suo tempo dal Comune in favore di finalità pubbliche. “Potrebbe diventare il Memoriale dei Bimbi di Sciesopoli, un Museo Europeo dell’Alyah Beth, l’emigrazione clandestina dall’Italia verso Israrele”, spiega Cavallarin che si è appellato al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Sono trascorsi due mesi… Silenzio assoluto. Anche dal Quirinale niente di nuovo al messaggio del sindaco Carmelo Ghirlandi.

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