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Garibalderie

DANTE CON LO SPRAY

ROBERTO GERVASINI - 14/02/2014

Spending Review, Welfare, Coming out: la colonizzazione di termini anglosassoni che vanno ad infarcire il linguaggio misero di armate di semianalfabeti ci farebbe pensare che l’italiano sia sulla strada del tramonto. È invece la quarta lingua più richiesta per l’apprendimento del pianeta, dopo lo spagnolo, che rimane la lingua più parlata, il cinese, l’inglese.

Dante? Che fine ha fatto anche la Dante? Il sistema dei partiti (non usiamo il termine sacro di Politica) sta decidendo di chiudere tutte le sedi degli Istituti di Cultura Italiana all’estero.

C’è un crescente interesse per la cultura italiana e l’arte italiana in particolare, valutata con un incremento di circa il 5% nel 2013 rispetto al 2012. Che dire? Con la cultura non si mangia, secondo un noto ministro della Seconda repubblica ed infatti basterebbe controllare i dati del solo turismo culturale in Italia per rendersene conto. Nel mondo ci sono poi decine e decine di milioni di figli di emigrati che vanno orgogliosi delle loro origini e che rimangono ovviamente una potenziale fonte di reddito in campo turistico e culturale.

Emma Bonino, Ministro degli Affari Esteri, ha promosso un convegno col significativo motto “Voglia d’Italia”. Non si interessano a noi per l’economia o la finanza, c’è voglia d’Italia per la sua ricchezza d’arte, per il paesaggio dove non è stato distrutto, per la musica, la lirica, per la gente, la cucina, l’imprevedibilità e la genialità anche sotto la veste della disorganizzazione globale. Gli Etruschi, la Magna Grecia, Roma e l’impero, i Comuni ed il medioevo, il Rinascimento, la poesia; Boccaccio, Petrarca, Dante.

A Varese, in centro città, Dante lo vediamo ricordato in ogni dove, perché noi siamo avanti.

Dante lo troviamo scritto anche e soprattutto su edifici di pregio, su monumenti e beni storici come la fontana in sasso, di pregio, in piazza Canonica, sui muri di cinta di Villa Panza, a Biumo inferiore, sulle pareti della storica stazione dei tram all’incrocio tra Viale Aguggiari e Viale Ippodromo, e in via Dante, naturalmente. Dante, scritto di solito con spray bianco, da dotto, perché Dante era guelfo bianco, ci ricorda ad ogni passo come nasce la nostra lingua e il nostro esser Nazione.

Ignari hanno pensato in un primo momento che fosse un’iniziativa dell’Agenzia del Turismo varesina per pubblicizzare Land of Turism ma poi l’assessore Piatti che pare viva nei pressi di Piazza Canonica, ha colto sul fatto un ragazzotto che proprio sulla fontana di sasso, storica e di pregio, stava scrivendo Dante.

È stato accertato che il tipo non si chiama Arnolfo. Colto sul fatto, secondo un organo di stampa locale, gli sarebbero state comminate sanzioni per l’iperbolica somma di euro cinquanta in attesa di accertare se tutte le altre decine di scritte identiche sparse in città siano dello stesso genio.

Pare questo un invito a noi tutti per giocare a “Vandali impuniti” con la bomboletta in mano. Si rischia molto di più, fino a cento euro, percorrendo un viale in auto a settanta chilometri l’ora quando mamma non si sente bene, a casa sola. Che fine ha fatto il nostro Dante? Va punito severamente, in primo luogo perché si è fatto cogliere sul fatto, non come i suoi compari che riuscivano a scrivere Padania libera su muri alti quattro metri e lunghi venti, a lettere cubitali. Non furono mai colti, con tutto quello che abbiamo speso in sicurezza, telecamere, guardie, ronde.

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