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Società

IL SAN SILVESTRO DELLA SOLIDARIETÀ

- 17/12/2011

Anche quest’anno, a proposito d’iniziative concrete per chi è meno fortunato degli altri, viene organizzato un ultimo dell’anno di speciale solidarietà nel salone dell’oratorio di Giubiano. È la conferma della invadente persistenza della generosità, una compagna di viaggio di molti varesini che la custodiscono gelosamente nel cuore.
L’iniziativa data dal 2009, ed è partita da un gruppo di giovani cui si sono aggiunti alcuni adulti, anche già impegnati nell’ambito del volontariato. Per esempio nell’assistenza ai senza tetto o ai poveri.
Da subito il parroco, don Giuseppe, ha dato la disponibilità di usufruire della cucina e del salone/palestra. La cena è cucinata da cinque persone tre adulti e due giovani. Gli altri volontari sono impegnati nel preparare una tombolata (i premi sono capi di vestiario in buono stato, oggetti utili a chi è in difficoltà, borse, zaini, sacchi a pelo e generi di igiene personale o giochi per bambini) che viene effettuata durante la serata.
Naturalmente c’è bisogno del concorso di tanti perché si colga anche stavolta l’obiettivo. Chi vuole donare qualcosa, deve rivolgersi a don Giuseppe, inviandogli il materiale e specificandone la destinazione. Alcuni dei volontari sono impegnati ad andare a prendere (se è necessario) le persone anziane o sole o in difficoltà e a riportarle a casa (chi si trova in questa situazione, lo può comunicare a don Giuseppe oppure telefonare al numero 3356838837 con anticipo di almeno quattro-cinque giorni).
Negli anni scorsi alcuni commercianti e  l’associazione panificatori hanno offerto cibarie, e la cordata della prodigalità si ripeterà nuovamente. Ma c’è bisogno di spumante, tovaglioli di carta, tovaglie, bicchieri, posate di plastica e vaschette monodose perché, a chi lo volesse dei partecipanti, viene dato da portare a casa anche il cibo per il giorno successivo.
Ecco perché chi promuove questo singolare ultimo dell’anno si affida alla disponibilità di chi può dare un contributo. Non è un appello, è semplicemente un cortese bussare a una porta che si sa in anticipo che verrà aperta. L’incalzare della crisi, gli affanni che hanno peso molti, l’abbassamento della soglia del benessere non impedisce ai varesini di restare quello che sono sempre stati: silenziosi, sobri, fattivi nell’aiutare i più deboli. E nel dare un segno di riscontro all’impegno sulla prima linea del fronte sociale.

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