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Attualità

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO

OVIDIO CAZZOLA - 20/03/2014

Il bar-ristorante al Campo dei Fiori, capolavoro del Liberty

Il PGT che si avvia all’approvazione del Consiglio comunale rinuncia a proporre un futuro significativo per questa città. Non dà seguito al suo pure riconosciuto ruolo di capoluogo di una più ampia città reale, che richiederebbe il coinvolgimento e la collaborazione dei numerosi comuni della nostra fascia prealpina. Non individua quei necessari, forti riferimenti che possono dare particolare identità e carattere a questo nostro luogo.

Un luogo paesisticamente particolare e desiderato: frequentato, nell’Ottocento, da imperatori e regine, da un presidente degli Stati Uniti, da musicisti, letterati e poeti. Accolti a villa Recalcati, hotel Excelsior. Per ammirare la bellezza dei suoi laghi e dello scenario delle Alpi.

Un luogo punteggiato da ville di notevole pregio sorte, accanto alle presenze del Sei-Settecento, fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Prescelto dalla società Grandi Alberghi di Milano, presieduta dal varesino Tito Molina, per un progetto grandioso che realizza il Grande Albergo Campo dei Fiori, accessibile con la funicolare, e il complesso del Palace. La prima guerra mondiale ridimensiona le attese, spegne le relazioni, le illusioni di un’epoca di sogni. Ma la bellezza rimane davanti a noi, attorno a noi. Offesa più volte, con insensate decisioni assunte soprattutto nel secondo dopoguerra.

Io credo che dalla consapevolezza di questa bellezza offesa dobbiamo ripartire per costruire, oggi, un nostro possibile futuro. Sergio Redaelli interroga, nell’ultimo settimanale on-line, Paolo Zanzi. Condivido in gran parte i loro giudizi. Se l’organizzazione civile dell’Area varesina attende ancora la condivisione e la realizzazione anche progressiva di un luogo significativo e adeguato della cultura e della congressualità finalmente affacciato sul lago e verso le Alpi, se confida in un sistema universitario che non si isoli dal contesto di vita cittadina, se attende che finalmente il sistema ferroviario e della mobilità urbana subisca quei radicali, misurati e ragionevoli adeguamenti e razionalizzazioni contro l’invasione veicolare, restano indispensabili e urgenti nuove visioni.

Su qualcosa possiamo essere, forse rapidamente, d’accordo. Approfittiamo di scadenze / avvenimento che stanno suscitando attese e stimolando qualche idea. L’Expo 2015 può aiutarci a rilanciare, a far conoscere la nostra bellezza. Con rilevanza anche economica nell’Area varesina. Dice Paolo Zanzi che lassù si offre ai nostri sguardi e alla nostalgia il ‘Partenone’ varesino, il Grand Hotel Campo dei Fiori. Grande opera di Giuseppe Sommaruga…

Si tratta di una proprietà privata che attende ancora un riuso adeguato. Una collaborazione concreta fra il Comune e la proprietà mi sembra tuttavia possibile. In una decina di mesi si può rendere accessibile il piano rialzato dell’hotel. Riattivare anche parzialmente il bellissimo bar-ristorante adiacente la stazione di arrivo della funicolare. Restaurare anche questa magnifica opera oggi offesa dalle pensiline di arrivo deformate e in parte cadute a terra. Riordinare gli spazi verdi di connessione. Andare un po’ oltre il riuso di questi luoghi oggi limitato alla festa ferragostana degli Alpini. Collocare avvisi elettronici per regolare l’accesso alla montagna. Prevedere un sistema pubblico di trasporto adeguato e accogliente.

Questa potrebbe essere l’offerta di Varese nel 2015, protagoniste ancora questa montagna e le visioni che ci offre. Con il Sacro Monte accanto. Dando concretezza a un avvio irrinunciabile della valorizzazione e del ruolo possibile di una realtà che abbiamo ereditato. Per ripartire verso il recupero della nostra bellezza finalmente ritrovata e offerta anche ai molti varesini di oggi che non la sanno riconoscere… E per fondare su questa bellezza gli ulteriori studi e proposte che si renderanno ancora necessari dopo l’approvazione del PGT. È possibile, se si agirà con la rapidità e la determinazione adeguata, contare su finanziamenti pubblici e delle fondazioni attive sul territorio. E affidare un ruolo nel futuro a queste presenze storiche.

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