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Attualità

PARCHEGGIO, LA PROTESTA AVANZA

DANIELE ZANZI - 11/04/2014

“Rendering” del contestato autosilo alla Prima Cappella

Fass mia catà via ….”: il detto bosino sembra essere l’essenza stessa del varesino, dedito più alla bottega che al sociale. I nostri concittadini godono infatti fama di amare il brontolio e la critica, sempre però al riparo dei propri salotti, non amano esporsi e farsi notare – anche per le giuste cause – , perché il “non si sa mai – tengo famiglia e anch’io debbo lavorare” sono sempre le fondamenta di un bel vivere agiato e tranquillo.

Per carità, anche il detto “un bel tacere non fu mai scritto” ha una sua validità e all’esibizionismo e al protagonismo sfacciato e fine a se stesso sono sempre da preferirsi il silenzio e l’operoso lavoro. Molte volte, però, diventa doveroso e imperativo l’esporsi e il farsi sentire, vincendo la ritrosia e la riservatezza tipica dei varesini.

Di solito questo avviene quando non se ne può proprio più; quando, dopo aver ricercato l’educato e costruttivo dialogo, si ha sempre come contraltare il muro di gomma, il silenzio e l’indifferenza. Quando il tuo interlocutore, messo lì ad amministrare, anziché dare doverosamente delle risposte ai propri concittadini, ignora o peggio ancora liquida, quasi infastidito, i dubbi o le critiche con frasi banali e scontate. Se poi le voci non sono isolate, ma diventano centinaia, migliaia e rimangono ancora inascoltate, allora c’è veramente qualcosa che non va in chi amministra la città. E a Varese queste sordità stanno diventando la norma: parcheggio di Villa Augusta, con petizioni firmate da migliaia di varesini, neppure degne di una risposta; nuovo ospedale Del Ponte con un’intera città schierata contro il progetto… silenzio; ed ora la spinosa questione della costruzione di un parcheggio interrato alla Prima Cappella. Negli ultimi due anni quasi ogni settimana RMFonline – invito il nostro direttore a farne un dossier o uno speciale a futura memoria – ha ospitato scritti qualificati che avanzavano critiche e dubbi ragionevoli a questo progetto.

Ci sarebbe stato il tempo per ascoltare queste voci, per confrontarsi, per spiegarsi; nulla, silenzio!

Quello che più mi stupisce in questa Amministrazione, al di là e al di sopra della bontà tecnica dei tanti progetti partoriti e per altro mai realizzati, è la sua incapacità e non volontà palese di confrontarsi e di aprirsi al dialogo con i cittadini. Quasi che la critica o la diversità d’opinioni spaventino.

È proprio questo comportamento che contribuisce a scavare un solco profondo tra palazzo e cittadini; troppi perdono la fiducia e la voglia di partecipare; sembrano rassegnarsi al degrado, percepito come inevitabile e prevale il senso di delegare la soluzione ad altri, continuando a coltivare solo il proprio orticello. Sorge il dubbio che questa sorte di abulia sia voluta da chi sta lì, nel Palazzo, così almeno l’orto pubblico può essere disposto e coltivato a piacere. Varese ha bisogno di una sveglia, di un segnale che neppure l’opposizione ha saputo dare o cogliere in questi anni. Talvolta lo spontaneismo, con un minimo di organizzazione, riesce a catalizzare forze ed entusiasmi insperati. È quello che sta succedendo grazie al neonato comitato #Varese2.0, sorto su iniziativa di alcuni varesini, di diverse professioni e provenienze politiche, che hanno deciso di amplificare la voce dei tanti cittadini stanchi di assistere al declino materiale, morale, sociale e culturale di una città che un tempo veniva chiamata “Città Giardino”.

Già il nome stesso del comitato vuole rappresentare un modo diverso di proporsi: l’hashtag – il cancelletto # – è simbolo del dialogo sociale sui network che non può conosce barriere o pregiudizi ideologici o di parte; il Varese2.0 sta a significare che è necessario ripartire; e dopo la Varese 1.0 degli ultimi vent’anni – quella dei progetti mai realizzati, del non dialogo, delle occasioni perse – è doveroso proporre un altro modello, una Varese nuova, quella appunto 2.0.

Vareseduepuntozero si pone al servizio di tutti i cittadini che sono convinti che democrazia è partecipazione e che gli amministratori siano solo i rappresentanti pro tempore dei cittadini e debbano essere al loro servizio, e non viceversa; è loro dovere ascoltare e dare risposte. Offriamo in realtà a questa Giunta una grande opportunità: quella di aprire un dialogo con i tanti cittadini, non nemici a prescindere, che dissentono. Continuare sulla strada del non dialogo, dell’ignorare, del non rispettare le voci dei tanti sarebbe una prova non di forza, ma di estrema debolezza da parte del potere amministrativo che si ritroverebbe così ancora di più isolato e assediato nel vuoto delle proprie stanze.

Siamo partiti da un problema reale, quello del nostro Sacro Monte, del parcheggio, ideato e voluto nel chiuso delle stanze del potere, e portato allo scoperto quando tutto era già stato deciso, senza neppure coinvolgere il Consiglio Comunale. La contrarietà a tale intervento sta catalizzando in modo insperato le voci di tanti varesini disposti a darsi da fare, ad esporsi e a fare qualcosa di costruttivo per la loro città.

La raccolta di firme e la petizione contraria al progetto procedono a gonfie vele; il sito predisposto sta battendo ogni record di accessi e di visite. Sorgono comitati spontanei di quartiere che bussano di porta in porta a raccogliere adesioni a supporto. Tanti ci richiedono moduli per sottoscrivere, i commerciati del Centro storico – solitamente così ritrosi – si danno da fare offrendo ospitalità e incoraggiamento, i mass media locali e non danno grande rilievo all’azione di Varese2.0. Insomma, la Varese del “non ne posso più” di come questa città si sia ridotta sembra aver trovato una voce aggregante, distaccata da interessi di parti, da fazioni e da lobbies.

Già questo è un grande risultato; anche se il parcheggio non sarà fermato, ma faremo il possibile e l’impossibile per farlo. Anche se qualcuno dirà che oramai è tardi, che bisognava partire prima… anche se qualcuno dirà …! Il “fass mia catà via” sembra oggi a Varese vacillare: e già questo è un gran risultato.

 

# Varese2.0 è contattabile al seguente indirizzo mail: Vareseduepuntozero@yahoo.it, sulla pagina Facebook Vareseduepuntozero e su Twitter.

Sabato 12 aprile si raccoglieranno firme (dalle ore 10) in Piazza Podestà e domenica 13 (dalle ore 16) all’arco d’ingresso alla Via Sacra. Punti di raccolta permanenti sono anche: Galleria Ghiggini via Albuzzi 17 – Maison de Geny via Del Cairo 2 – Fito Consult via Orazio 5.

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