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Società

L’ENERGIA PURA DI SUOR CRISTINA

LUISA NEGRI - 11/04/2014

“Ho un dono e ve lo dono”. È Il motto di suor Cristina, venticinque anni e una voce formidabile al servizio di Dio. “Papa Francesco desidera che portiamo il Vangelo fuori dalle chiese… e io canto”.

L’entusiasmo per il canto l’ha condotta dalla sua Sicilia a Milano. Dalle feste in piazza, al karaoke con la sua band, fino alla commedia musicale sul Palco delle Orsoline della Sacra Famiglia nel 2008, in Italia. Sono ancora le Orsoline a chiamarla allo Star Rose Academy a Roma, la loro scuola diretta da Claudia Koll. E poi la vittoria nel 2013 al concorso di musica cristiana, per arrivare al recente successo televisivo a The Voice of Italy – con ‘No One’di Alicia Keys – che la consacra, in rete e sui giornali di tutto il mondo, presso milioni di fans.

A sostenere la sua scelta è anche monsignor Gianfranco Ravasi. Il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura twitta: “Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a disposizione di Dio”.

Ma non è poi così scontato il percorso della giovane suora arrivata dalla Sicilia con

la chitarra in mano. Prima del successo condivideva la sua passione canora con altri giovani scatenati come lei, non bazzicava per niente la chiesa di Comiso, il suo paese natale. Poi è arrivata la chiamata delle Orsoline. In famiglia avevano saputo che le Suore cercavano voci per un musical. Dopo un iniziale rifiuto Cristina accetta di aderire, sperando di farsi conoscere. Partecipa e viene scelta, proprio lei. Veste i panni della protagonista, la storica fondatrice suor Rosa Roccuzzo in “il coraggio di amare “, scatenando l”entusiasmo di chi la vede cantare e ballare. Scatta da lì, da quell’esperienza giocosa e felice, la necessità urgente di essere Sorella per sempre, non solo nella finzione artistica. Ma anziché appendere al chiodo la chitarra, scatta anche la voglia di rendere testimonianza proprio attraverso il canto, unendo all’amore per Dio la passione musicale. Una scelta che la trova in compagnia di tanti altri religiosi dediti nei secoli alla diffusione della musica e al bel canto come mezzo di avvicinamento al Creatore. Il suo percorso può ricordare in parte quello di Francesco d’Assisi, che, dopo i divertimenti della gioventù, aveva deciso di unirsi a sorella povertà. E, come scrive Hermann Hesse, il Nobel affascinato da Assisi e dal Santo, nella sua biografia dedicata proprio al Poverello, Francesco amava “avvicinarsi alla gente in compagnia dei suoi quattro seguaci anche nella letizia del canto… Lavoravano qua e là con i contadini nei campi, chiedendo, invece del denaro, solo un modesto pasto e dopo il lavoro conversavano con la gente, predicavano e cantavano canzoni. Per questo Francesco chiamava volentieri se stesso e i suo fratelli Joculatores domini ossia giullari di Dio, perché annunciava le lodi di Dio, come un trovatore e un cantore pellegrino”.

Se l’interpretazione hessiana della figura di Francesco poté apparire a qualcuno segnata dal pensiero d’inizio Novecento, romantico e contrario alla tecnica, e forse anche per questo viziato da visioni agiografiche semplicistiche, è pur vero che oggi, in un mondo brulicante di troppi giullari finti e incapaci, ci pare tanto necessaria e autentica la presenza di giullari veri. E pare davvero una fortuna incontrarne una dalla voce chiara come il diamante e che sembra, parola di Alicia Keys, energia pura. Il timbro adamantino dell’ex ragioniera di Comiso, oggi sorella in quel di Lambrate, e giramondo in nome di Dio, sta trascinando schiere di fans fino al Grande Palcoscenico. Nella radice della parola teatro qualche linguista ritiene possa esserci lo stesso etimo, in greco antico, della parola dio.

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