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Lettere

INCAPACITÀ DI ASCOLTARE

- 23/04/2014

Prolungata e vivace la discussione che avviene in questi giorni nella nostra città per via della realizzazione del teatro nella ex- caserma o della realizzazione di  parcheggi programmati dalla Giunta del nostro Comune.

A tal proposito sono sorti comitati impegnati ad evidenziare il loro pensiero ed a raccogliere firme di sostegno alla loro voce.

Tutto questo è segno di democrazia ma anche di grande incapacità di ascoltare, da parte di chi governa la città, la voce ed i bisogni dei cittadini.

Non ci sono dubbi circa la necessità di parcheggi – intelligenti e poco costosi, s’intende – visto che viviamo nell’era dell’automobile. Fuor di dubbio pure,  per quanto riguarda la cultura,  l’importanza di un teatro, al cui scopo abbiamo attualmente alcune sale in uso (Apollonio, Santuccio, talvolta il Nuovo, per concerti il Politeama), ma forse  al momento sembra essere più necessaria la realizzazione di una biblioteca moderna, adeguatamente spaziosa, tecnologicamente aggiornata e più consona alle necessità della città rispetto a quella attuale, lasciata un po’ a margine della vita cittadina, vita cittadina in cui agiscono parecchie scuole di grado superiore e una università con numerose facoltà, di cui alcune brillano per alto livello di docenza e di ricerca.  Mi sembra auspicabile una struttura bibliotecaria capace di coinvolgere le attività di studio, di ricerca, di aggiornamento, capace di alimentare il pensiero della popolazione varesina, che si dimostra assetata di sapere, tanto che spesso deve cercare lontano da Varese la soddisfazione delle sue necessità.

Nel comparto di piazza della Repubblica lo spazio per una ampia biblioteca ci potrebbe essere. Ma veramente tante sono le idee che i cittadini stanno proponendo, alcune delle quali veramente affascinanti e valide.

Molto saggia la critica fatta da una voce esperta per quanto riguarda il teatro: ci sono importanti priorità ed importanti bisogni  quotidiani di cui la città ha necessità e quindi, piuttosto che impegnare fondi per un teatro valido e moderno  di cui risulta difficile quantificare il costo,  si cerchi prima di rispondere a queste priorità. Un teatro sufficientemente ampio e capace di  rispondere degnamente alle esigenze della città già c’è. Si sappia rinunciare per ora a progetti che potrebbero aggravare la crisi della città, decisamente in entropia.

Con notevole perplessità si constata l’allontanamento dell’Università dal comparto di piazza della Repubblica. Questa scelta, fatta da organi universitari che hanno guardato solo ai loro progetti e bisogni, contribuisce molto a rendere “ non luogo” quest’area della città, che avrebbe potuto essere invece angolo di vita vivace per la presenza degli studenti che avrebbero potuto trovare nella caserma ampie sale di studio. Si è voluto seguire il modello universitario americano, lontano dall’esperienza e dagli spazi italiani dove le università stanno, vivono, alimentano le città nel loro interno  Oramai scelte sono state fatte, ma non si può lasciare nel centro della città un edificio volutamente fatto degradare ed è giusto che i varesini esprimano il loro dolore e manifestino le loro idee mediante comitati lontani dai politici, parecchi dei quali però  hanno ampiamente espresso da tempo il loro pensiero, stigmatizzando la situazione.

Ma quello che lascia molto perplessi è la mancanza di chiarezza da parte di molti protagonisti dell’amministrazione della Città. Per parecchi di loro ci deve essere assoluta trasparenza e sincerità perché se ti proclami praticante certe manovre ed atteggiamenti politici, già non giustificate in laici se capaci di civismo, a te sono assolutamente negate: hai delle responsabilità maggiori! Hai il dovere dell’esempio, non  puoi essere protagonista di scandalo. La “politica” non può essere una giustificazione di alcuna manovra che possa danneggiare chi ti ha affidato la città. Un errore commesso in buona fede può essere accettato, anche se doloroso, ma da stigmatizzare se razionalmente voluto e perpetrato.

Questi pensieri valgono ovviamente per tutti, specialmente per il sottoscritto.

Emilio Corbetta

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