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Società

LA SCUOLA PER CHI HA FRETTA

SERGIO REDAELLI - 11/07/2014

La dirigente Renata Ballerio

È ora di dire basta agli stereotipi: “Non è vero che chi frequenta gli istituti tecnici ha poca voglia di studiare, la cultura tecnica non è di serie B e va riscoperta perché insegna a pensare e a lavorare in modo indipendente e spesso assicura subito un posto di lavoro a chi ha bisogno di guadagnare”. Lo dice Renata Ballerio, sessantatre anni, dirigente scolastico (una volta si diceva preside) dell’ISISS Daverio-Casula, il nuovo polo dell’istruzione tecnica e tecnologica nato nel 2013 con milleseicentosette studenti (www.isissdaveriocasula.it). Laureata in lettere con 110 e lode alla Cattolica di Milano e insegnante allo scientifico Galileo Ferraris fino al 2008, Renata Ballerio è diventata preside al liceo classico di Rho e poi “promossa” a Varese all’ex istituto Nervi per geometri accorpato al Daverio per ragionieri; che, dal 2013, comprende anche l’istituto Casula per periti aziendali e turistici.

Coraggiosamente, la Ballerio lancia il guanto di sfida ai pregiudizi. “E’ ora di finirla con la moda del “tutti medici, tutti avvocati” – attacca – dobbiamo renderci conto che la crisi economica ha cambiato la società e che la formazione scolastica dei nostri ragazzi deve adeguarsi. Il nostro istituto forma tecnici competenti con una buona base culturale che oggi servono alla società più che l’abuso del liceo. Quando l’istituto Daverio nacque nel 1861, all’indomani delle guerre risorgimentali e del sacrificio a Roma del patriota di cui porta il nome, Varese aveva solo quindicimila abitanti. Era un altro mondo ma, oggi, a un secolo e mezzo di distanza, la città deve recuperare l’attitudine tecnica delle proprie tradizioni”.

Gli allievi dell’ISISS Daverio-Casula una volta sarebbero diventati ragionieri, geometri e periti turistici. Oggi si preparano a diventare professionisti duttili, pronti a inserirsi nel mondo del lavoro e in campo universitario, in grado di partecipare alla vita sociale e di prendere decisioni personali. “Da noi gli ex aspiranti ragionieri studiano materie pratiche utilissime come l’amministrazione, la finanza, il marketing, i sistemi informatici aziendali e trovano facilmente sbocchi nelle banche – assicura la preside – gli ex aspiranti geometri approfondiscono invece le discipline per la costruzione dell’ambiente e hanno l’opportunità di specializzarsi nelle strutture in legno che sono la scommessa del futuro. E’ una novità per la provincia di Varese e trentaquattro studenti hanno già fatto questa scelta nel 2013”.

I periti aziendali imparano infine a coltivare le relazioni internazionali per il marketing e il settore turistico. “I nostri diplomati sono diversi sia da chi esce dal liceo linguistico, sia da chi frequenta i corsi professionali per il turismo. Imparano le lingue e acquisiscono una preparazione economica, giuridica, aziendale e un discreto livello di cultura umanistica. Finita la scuola diventano operatori turistici, aprono agenzie, organizzano viaggi, sostengono il contatto con il pubblico negli alberghi con un approccio imprenditoriale. L’offerta formativa propone allo studente certificazioni linguistiche, alternanza scuola-lavoro, stage presso le aziende e opportunità d’inserimento. I tirocini sono svolti con speciali convenzioni stipulate tra i soggetti promotori e i datori di lavoro”.

C’è anche la possibilità di seguire corsi serali (otto classi e 250 iscritti), con orario ridotto rispetto ai corsi diurni (28 e non 32 ore), di frequentare lezioni post diploma dedicate alla sicurezza nei cantieri e riservate ai diplomati entro i venticinque anni. Dal prossimo settembre partirà l’istruzione tecnica superiore, biennale, in collegamento con l’industria e gli ordini professionali. L’obiettivo è arrivare alle specializzazioni del futuro: tecnici del risparmio energetico, progettazione e responsabilità dei cantieri, competenza nell’utilizzo dei nuovi materiali alternativi, legno non solo cemento. E’ una scuola che non crea disoccupati e garantisce lavoro secondo le esigenze attuali del mercato che richiede flessibilità e disponibilità a mettersi in gioco anche lontano da casa.

Chi vuole può proseguire invece gli studi all’università, i geometri verso architettura e ingegneria, i ragionieri a economia e commercio, i periti turistici alla facoltà di scienze turistiche. L’Istituto è attento all’evoluzione socioeconomica del territorio e coltiva rapporti di collaborazione con molti enti tra cui la Regione, la Provincia, il Comune, la Camera di Commercio, l’Inps, l’Enaip, l’Api, l’università dell’Insubria, la scuola professionale edile della Provincia di Varese, il Comitato paritetico territoriale, le associazioni professionali e altre agenzie di formazione, gli enti di servizio alla persona (Asl) e le redazioni dei giornali, radio e tv.

Non mancano tuttavia i problemi di carattere generale. “Anche all’ISISS la crisi ha imposto la spending review, il risparmio sulle ore dei docenti e gli accorpamenti delle classi dei geometri – ammette la Ballerio – Gestire una scuola con un’anima diversa non è facile, qualche volta mancano le risorse per gestire. L’organizzazione assorbe tantissimo tempo, soprattutto in un istituto come questo dove c’erano tre presidi e adesso ce n’è uno solo. Sono aumentate le incombenze ed è diminuito il personale non docente, gli amministrativi e i bidelli per la sorveglianza ai piani. Le famiglie degli allievi non sempre sono pronte a cogliere le opportunità che la scuola offre. Stentano a comprendere che gli istituti statali con tasse governative debbano ricorrere, dalla terza in poi, a contributi volontari di cento euro l’anno. Si discute. Si polemizza. L’idea che la scuola statale debba essere gratuita è dura a morire”.

 

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