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Cara Varese

CAMBIARE PASSO

PIERFAUSTO VEDANI - 25/07/2014

A pochi giorni dal terremoto suscitato dal rinvio a giudizio degli imputati per il “caso Uva” – l’accusa ne aveva chiesto il proscioglimento – ci sarà la conclusione della fase istruttoria anche di un’altra vicenda delicata giudiziaria, quella che si fece dedicare il dovuto spazio sulla stampa, ma nel segno di una esemplare moderazione mediatica dal momento che non è mai apparsa una notizia che non fosse rispettosa del segreto istruttorio e del diritto di cronaca. A tanto doveroso rigore non corrispose un grande volo di fantasia da parte dei mass media che per definire l’autore della comunicazione anonima alle autorità di un presunto reato nella sala operatoria di Cardiochirurgia si affidarono alla abusata immagine del corvo. Immagine non più utilizzabile dopo che a far luce sull’evento fu lo stesso autore dello scritto.

Negli ambienti professionali il mito è la carriera: la corsa al successo personale spesso vede gomitate e colpi come nelle volate ciclistiche o manovre azzardate come nelle corse su due o quattro ruote. Per quanto si sa la vicenda del “Circolo” può a grandi linee essere così inquadrata, ma è possibile che a determinarla ci siano state anche altre situazioni che non avrebbero visto imparzialità ben distribuita a livello istituzionale.

In ogni modo se così fosse non saremmo a livello di reati, si tratterebbe di opinioni, di valutazioni che in questi anni hanno diviso il fronte accademico e gli stessi medici di Cardiochirurgia.

Era un fatto che il cardiochirurgo che si è tentato di rallentare fosse meritatamente bene avanti nella sua carriera scientifica. L’iter giudiziario della vicenda consentirà di arrivare a precise conclusioni e davanti a tanta strada sarebbe sciocco e per di più ingiusto sostituirsi ai magistrati. Oggi credo sia più importante sottolineare che quanto è accaduto a Cardiochirurgia non ha minato l ’efficienza del reparto e la sua credibilità: infatti l’episodio, da molto tempo noto all’opinione pubblica, non ha avuto conseguenze in termini di accessi: Varese è stata sempre ed è una ottima scuola per cure e interventi cardiaci.

Quanto all’Università e all’azienda ospedaliera, mi riferisco alla componente di più antica cultura dell’impianto istituzionale, potrebbero trarre vantaggi da una riflessione su metodi e comportamenti lontani da agilità, immediatezza ed efficacia oggi richieste da qualsiasi tipo di gestione.

Cambiare passo, dare immagine e sostanza credibili al proprio ruolo, godere della fiducia: questo si cerca nel nuovo mondo che vogliamo costruire.

I primari hanno avuto competenze manageriali, si è sulla buona strada, ma le fermate o gli autostop di memoria baronale sono qualcosa di più di zeppe negli ingranaggi. Sono il passato, fatto di errori e di successi, di annunci strepitosi, di meriti autentici e a volte anche di silenzi inopportuni. Silenzi oggi addirittura insopportabili.

 

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