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Attualità

NIBALI DAL PAVÈ ALLA… RIZZADA

SERGIO REDAELLI - 05/09/2014

Gianni Bugno nel 1990 al Sacro Monte

Vetta della fede e del ciclismo, traguardo di devoti pellegrini a piedi e di scalatori su due ruote, il Sacro Monte di Varese è stato scelto da Vincenzo Nibali, dominatore del Tour de France con otto minuti di vantaggio sul secondo, per allenarsi in vista della 94esima edizione della Tre Valli Varesine, in programma il 18 settembre da Luino a Varese.

Le date del test sono top secret, ma la notizia è ghiotta: l’atleta è già a Lugano con il preparatore Paolo Slongo. Quest’anno la classica prealpina assume un valore del tutto particolare. Il selezionatore azzurro Davide Cassani ritiene infatti che il percorso della Tre Valli abbia caratteristiche simili al Campionato del Mondo che si correrà il 28 settembre a Ponferrada in Spagna (un comune di circa 70 mila abitanti della provincia di Leon, a nord-ovest di Madrid) e rappresenta dunque un valido esame in vista della corsa iridata.

L’appuntamento per la Tre Valli è a Luino, tre giri iniziali poi Grantola, Cunardo, Ghirla, Ganna, l’Alpe Tedesco, Cuasso al Monte, Bisuschio, Arcisate, Induno Olona e il circuito finale di dieci giri a Varese con arrivo in via Marcobi. In attesa della gara, ancora una volta il Sacro Monte si conferma un test di valutazione probante per gli assi della bicicletta. Il libro “Mondiali 1951/2008, un secolo di storia, campioni e grandi imprese ciclistiche in terra varesina” di Cesare Chiericati e Damiano Franzetti (Edizioni Arterigere, Varese 2008), ricorda i momenti più esaltanti del ciclismo a Santa Maria del Monte: da Alfredo Binda, il campionissimo di Cittiglio che vinse cinque Giri d’Italia e tre campionati del mondo su strada, a Luisin Ganna, indunese, vincitore nel 1909 della prima corsa nazionale italiana.

“A ben pensarci – spiegano Chiericati e Franzetti – il Sacro Monte è per vocazione geografica il monte tutelare della più importante gara varesina, la Tre Valli, che da sempre ne sfiora le pendici, in un senso o nell’altro, nella strettoia di Fogliaro. Perché il grande ciclismo fissasse un suo traguardo importante sulla montagna varesina si dovette attendere il 3 giugno 1957 per la sedicesima tappa del Giro d’Italia, la Sion–Varese di 229 chilometri. Lo striscione fu posto davanti al grande albergo del Campo dei Fiori, non ancora avviato sul desolante cammino della sua splendida decomposizione. Vinse in solitudine, come da copione sotto una pioggia battente, un gregario di belle speranze, Alfredo Sabbadin. Sei anni dopo fu il Tour de Suisse (16 giugno 1963) a chiudere al Campo dei Fiori una sua tappa decisiva, la cronometro Mendrisio–Varese di 38 km. La vinse il ticinese Attilio Moresi”.

Venne poi il 5 giugno 1990 con l’impresa a cronometro di Gianni Bugno in maglia rosa sotto il diluvio. Da allora le grandi gare non sono più tornate ma la montagna di Varese resta terreno privilegiato d’allenamento come dimostra la scelta dello “squalo” Nibali. Tra coloro che hanno vittoriosamente pedalato sugli undici chilometri di tornanti che salgono da Varese al Campo dei Fiori, le cronache ricordano quel Renzo Oldani che dal 2004 presiede la storica Società Ciclistica Alfredo Binda (nata nel 1929, l’unica ad avere organizzato due campionati del mondo) e che nel 1973 vinse da dilettante con tempo record la salita da piazza Beccaria al Grand Hotel Tre Croci. Proprio Oldani è oggi parte in causa nell’organizzazione della Tre Valli Varesine (15-18 settembre) e del ritiro premondiale (21-23 settembre) che avrà il suo quartier generale nella splendida Villa Borghi di Varano.

Cinquanta camere sono già prenotate per la Tre Valli e una quarantina per il ritiro iridato che precede la partenza per la Spagna. Sono previsti pasti per gli atleti la mattina presto, massimo alle otto, cibi naturali, riso, pasta in bianco, grandi insalate, verdure e tante proteine; il tutto nella cornice del sontuoso palazzo di gusto liberty, adagiato sulla riva orientale del lago di Comabbio, che l’imprenditore Guido Colombo ha rilevato nel 2007 e trasformato in un hotel-ristorante di lusso. La Villa ha un parco di 65 mila metri quadrati ricco di piante secolari, piscina e giardino all’italiana di rara bellezza con le fontane, i ruscelli artificiali e i percorsi romantici. C’è perfino il “lago dei cigni” che un tempo prendeva l’acqua dal bacino di Comabbio con le grotte, le serre e le piante secolari. È un parco incantato degno di una fiaba di Walt Disney dove, non a caso, una troupe cinese girerà alcune scene del film dedicato al ciclismo Made in Italy.

 

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