Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

POLITICA PER SÉ

EMILIO CORBETTA - 05/09/2014

“Chi ama il denaro, mai di denaro è sazio…” acquarello di Alessandro Nastasio, 2003

Amici mi hanno invitato a meditare l’Ecclesiaste. Ho voluto anticipare la rilettura per poterlo “ruminare” poi meglio con loro.

Squassante la forza profetica di quelle parole nei confronti della realtà umana nei suoi vari aspetti, dagli individuali ai sociali e di conseguenza politici: la politica, per essere valida, dovrebbe saper essere prima di tutto “generosa”, quindi sincera e conseguentemente profetica.

Se guardiamo ai politici odierni e proiettiamo su di essi le sopraddette qualità, non possiamo che ridere amaramente. Ridere… In effetti un comico professionista si è messo tragicamente a fare politica, come dice lui, “populismo” lo definiscono altri.

Pastori di morale hanno definito la politica “la più alta espressione della Carità” ma purtroppo, come in tutto l’agire umano, essa resta predisposta a deviare sulla spinta di sottili e perversi conflitti d’interesse.

Il conflitto d’interessi non è solo in relazione a questioni economiche proprie del singolo soggetto, ma è già conflitto quando l’operare del politico non è in funzione dell’interesse delle comunità, ma della ricerca esasperata del “consenso” che gli è necessario per procedere nel suo cammino politico: in parole povere – molto crude ma chiare –: “per fare carriera”. La sua carriera e non l’interesse di chi l’ha votato o lo dovrà votare. Per molti questa è la politica …

Quanto scritto mette in luce il grave punto debole della democrazia dei nostri giorni: il governare, l’agire per sé e non per i cittadini. La vera democrazia è allora utopia? Dobbiamo collocarla tra i pensieri di san Tommaso Moro?

Questi conflitti d’interessi sono molto subdoli e coinvolgono l’inconscio e il conscio dei politici, anche dei politici varesini, che finiscono per mortificare la povera democrazia, anche se, in buona fede, sono convinti di viverla e di esserne i paladini. Già errore il supporre (in buona fede la politica si fa così: io ho) di avere il potere perché dato dal consenso dei votanti, per cui si è convinti di rappresentare i sostenitori, che dovrebbero avere gli stessi pensieri del protagonista. I sostenitori hanno delegato, ma i loro interessi non sono quelli del politico. Come fa “chi vota” a controllare la delega? Se la politica fosse generosa, problemi non ce ne dovrebbero essere. E poi sincera… Troppo spesso, anche i credenti che fanno politica, in nome della stessa, si sentono dispensati dal rispettare le irrinunciabili leggi del decalogo. Proclamare la trasparenza e poi essere criptici, subdoli, infingardi nelle manovre politiche diventa lecito. Lecito per gli amorali, ma non per chi vuol essere etico e a maggior ragione dice di amare il prossimo e “sacrificarsi” per lui.

“La democrazia è necessariamente debole perché si presta per sua natura a rispettare anche chi non la rispetta. Ma è grande e irrinunciabile” Mi ha sottolineato recentemente una cara persona.

Purtroppo rari i politici (definiti “statisti” per il modo di interpretare la politica) che cercano di stimolare la ragione dei cittadini approfondendo la propria e la loro cultura, ripeto, non dando priorità al consenso, ma realizzando vere soluzioni alle difficoltà che da tempo ci affliggono, esasperate in questi tempi di crisi economica e di pensiero.

Ripeto: utopia? Tutto è vanità, come dice il protagonista dell’Ecclesiaste?

 

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login