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Attualità

UN PARCO PIÙ VIVO

LUISA OPRANDI - 26/09/2014

Michele incontra il sindaco

Michele incontra il sindaco

“Guardate questi vialetti assolutamente difficoltosi da percorrere e da sistemare e osservate la pericolosità di questo campetto di basket, con bassissimi muretti e spigoli vivi che compromettono pesantemente la sicurezza dei bambini e dei ragazzi”. Parole di assoluto buon senso civico e personale, espresse pubblicamente dal dirigente comunale alla Tutela ambientale nel corso della recentissima Commissione consigliare. Parole che accompagnavano alcune diapositive molto chiare nel dimostrare non solo l’incuria di alcuni percorsi all’interno dei Giardini Estensi, ma anche alcuni rischi evidenti per la sicurezza di chi frequenta il parco pubblico al cuore della città.

Ciò accadeva pochi giorni fa, nel corso di una Commissione, convocata per riflettere sulla questione dei cipressi da abbattere allo scopo di consentire la vita ad altre piante, i tassi.

In una dettagliata e corposa relazione tecnica, accompagnata appunto da immagini, il dirigente del settore ambientale poneva all’attenzione dei presenti (assessore all’ambiente, consiglieri, tecnici del settore, pubblico, giornalisti…) dati interessantissimi sulla storia del giardino del Palazzo del Comune, sulla sua evoluzione architettonica, sulle scelte amministrative passate – più o meno condivisibili da parte degli esperti di agronomia e botanica – di piantumazione di specie di piante che nei decenni hanno modificato la fisionomia del parco, sulla necessità di ripristinare la visuale d’insieme originale e, appunto, di salvaguardare la vita arborea dei tassi con l’abbattimento di diversi cedri.

Finché, appunto, la relazione veniva completata e conclusa con l’evidenza di situazioni di chiaro abbandono: acciottolato divelto lungo i percorsi laterali, un campetto di basket compreso entro un muretto spigoloso, camminamenti erosi e pericolosi, staccionate divelte, scritte non ripulite e altre condizioni di incuria che, già solo alla vista, contrastavano e stridevano fortemente sia con il concetto di bellezza paesaggistica da voler recuperare, sia con la vocazione ambientalista di impedire la possibile sofferenza di alcuni alberi.

I parchi pubblici sono delle piante e delle persone che li frequentano e li vivono. E se il giardino comunale, vanto e patrimonio collettivo, diventa un rischio proprio per i bambini, gli anziani, i cittadini che vi trascorrono del tempo abitualmente o anche solo occasionalmente, qualcosa non quadra. Soprattutto diventa fondamentale, ma addirittura naturale, che le persone deputate a rappresentare la cittadinanza, esprimendo pareri e operando scelte finalizzate al bene di tutti, riflettano a partire da un ordine di priorità, di valori e di tempi, circa le azioni da intraprendere. Sul piatto della bilancia, il bisogno di garantire la sicurezza delle persone diventa oggettivamente pesante e non paragonabile a qualsiasi altra motivazione di carattere politico e ideale. Per tale ragione è stato chiesto in modo esplicito che ogni ragionamento sulla qualità ambientale del Giardino pubblico fosse posposta a quello prioritario di intervenire (e quindi di utilizzare i fondi pubblici) per ripristinare tutte le minime condizioni di quotidiana vivibilità in sicurezza. Argomentazione condivisa dai consiglieri Oprandi (Pd), Ronca (Lista civica Varese&Luisa), Cordì (Sel) e Nicoletti (Movimento Libero) che, anche sulla base di questa motivazione, hanno votato contro la volontà della Amministrazione di abbattere i cipressi della California nel Giardino di Palazzo.

Analoga riflessione è stata portata giovedì scorso all’attenzione del consiglio comunale, che si è svolto in una sala gremita di cittadini e alla presenza di Michele Forzinetti, che da alcuni giorni viveva, nutrendosi di soli liquidi, su uno degli alberi del parco destinati all’abbattimento, a dimostrare pacificamente il proprio dissenso rispetto alla scelta della Giunta. Circa un’ora prima della seduta consiliare, centinaia di cittadini e alcuni consiglieri di opposizione si erano raccolti attorno a lui che ha poi guidato una serena e poetica manifestazione conclusasi in Consiglio comunale. A Michele è stata data la parola, consentendogli di esprimere, con molto garbo e la voce resa roca dalle notti all’aperto, le ragioni della propria scelta. Il giovane ambientalista e poeta si è fatto attorniare da una coppia, da un bimbo, dal fratello disabile, da una studentessa per testimoniare come il proprio gesto, assolutamente spontaneo, fosse condiviso ed espressione di una collettività che non riesce ad immaginare un mondo senza alberi.

E proprio quel bimbo, quel ragazzo costretto a vivere sulla sedia a rotelle hanno richiamato forte l’attenzione sulla necessità di rendere il parco pubblico un luogo dove sia bello, sicuro e sereno vivere. Le scelte di ordine tecnico verranno quindi, per decisione del sindaco, vagliate da un gruppo di esperti che renderanno conto della indispensabilità o meno di eliminare i cedri per garantire sopravvivenza ai tassi. Ma nel frattempo ci si augura che, a quell’epoca, siano già state ripristinate tutte le condizioni che diano ai cittadini la garanzia che le persone e la qualità della loro vita siano al centro di ogni scelta amministrativa.

 

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