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Attualità

L’AGGRESSIONE VEICOLARE DEVE FINIRE

OVIDIO CAZZOLA - 03/10/2014

L’area sottostante piazzale Montanari dove il PGT prevede la costruzione di un parcheggio

L’area sottostante piazzale Montanari dove il PGT prevede la costruzione di un parcheggio

Il 29 settembre scorso si è svolto un incontro di notevole interesse presso il Museo Baroffio, per illustrare i primi risultati delle operazioni in corso nella cripta del Santuario. Le rimozione di parte delle pavimentazioni ha rivelato infatti la presenza di strutture sottostanti precedenti attribuite al V secolo dopo Cristo, appartenenti ad un edificio religioso di quell’epoca.

La scoperta approfondisce conoscenze di una storia religiosa antichissima di questo Monte che si riconnette con le presenze militari testimoniate a Velate, sul sentiero che sale verso l’area che fu poi caratterizzata dal convento sul monte San Francesco, fino alla vetta dominata dalla cosiddetta torre degli Ariani.

Sono segni, questi del territorio, fra loro connessi per il controllo delle valli, percorribili da improvvise invasioni di genti barbariche del Nord. Il cosiddetto limes, fascia di controllo dell’Impero per prevenire le invasioni, si era ormai arretrato verso la pianura lombarda.

Oggi noi guardiamo a queste presenze di fede con meraviglia. La salita alla montagna come ascesi spirituale desiderata ha una storia temporale, che non conoscevamo appieno, di oltre quindici secoli.

Il Santuario scandisce, con i suoi sviluppi, questa storia preziosa. Le ricerche archeologiche hanno ad oggi individuato tre fondamentali costruzioni che seguono all’ultima scoperta:

  • una chiesa di età carolingio-ottoniana del IX-X secolo, con abside ad emiciclo volto a est
  • una nuova chiesa di età romanica databile tra la fine dell’XI° secolo e gli inizi del XII° secolo
  • l’intervento di maggiore importanza che tutt’ora ammiriamo tra il 1472 e il 1476

Alla fine del ‘500 lo spazio a tre navate del Santuario veniva integrato con il corpo di ingresso occidentale a una sola navata.

Le antiche presenze edificate, espressione secolare straordinaria di vita di una piccola comunità religiosamente vissuta ci fanno riflettere necessariamente oggi sull’attrazione e la testimonianza di questo Monte. Che ancora prima che le beate Caterina Moriggi e Giuliana Puricelli lo raggiungessero aveva accolto donne alla ricerca di pace, fuggite da un mondo che non rispettava la loro condizione.

L’anno 1474 in cui veniva loro riconosciuto dal pontefice Sisto IV la facoltà di fondare un chiostro si poneva come atto formale al termine di un millennio di fede. Poi il suo sviluppo, la presenza di Romite provenienti da influenti famiglie, come Maria Tecla Cid che promuove con padre Aguggiari il percorso del Rosario con le sue quattordici Cappelle. Una realtà monastica soppressa dal regime napoleonico a fine Settecento e ripristinata agli inizi del l’Ottocento. Offerta, accanto al Santuario, di momenti di vita spirituale anche oggi.

La Belle Epoque di fine Ottocento, con la ricerca di luoghi di bellezza, realizzava anche su questo Monte, con le sue vedute incomparabili, iniziative di offerta turistica. Di evidente rilevanza economica. Veniva realizzato un nuovo sistema di accesso tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento con tram e funicolare, con la nuova strada veicolare. Un accesso, prima del grande sviluppo della veicolarità non pubblica, ancora rispettoso del luogo. Ma, da un paio di decenni, ormai inaccettabile.

La storia di Santa Maria del Monte impone rispetto, protezione. Quanto ci consegna è prezioso per le donne e gli uomini d’oggi. Per la loro riflessione di vita. L’aggressione veicolare a Santa Maria deve finire.

È stato già più volte ripetuto che manca tuttora un organico piano della mobilità di accesso. Che occorre smettere di prendere decisioni giorno per giorno senza un coordinamento complessivo che tenga conto intelligente e rispettoso dei valori presenti. Che favorisca una salita al Monte delicata nel rispetto di bisogni spirituali e di ammirazione di bellezza.

Il sistema di trasporto pubblico e in particolare la funicolare ripristinata devono avere priorità di attenzione. Il trasporto privato deve trovare limiti di ammissibilità e connessione diretta con quello pubblico.

Abbiamo più volte sottolineato l’errore grave dell’autosilo alla Prima Cappella nella posizione in cui si vorrebbe realizzare. Distante dalla linea pubblica diretta alla funicolare. Con accesso e uscita tra due curve vicine e a raggio ridotto. Vicino alla delicata Chiesa dell’Immacolata. Con un impegno invadente, rischioso e deturpante di cantiere per molti mesi. Mentre nel PGT è previsto un parcheggio in piazzale Montanari che non inciderebbe sulla salita a Santa Maria e si troverebbe connesso con il percorso verso la funicolare.

Ci si domanda cosa impedisca una ragionevole considerazione di queste preoccupazioni e di queste proposte. Che cosa non ci permetta di evitare un’altra gravissima offesa al patrimonio e al futuro possibile di questa città.

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