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Ambiente

L’ARIA CHE RESPIRIAMO

ARTURO BORTOLUZZI - 03/10/2014

smogProblemi di salute. Ho scritto al medico responsabile della Pneumologia dell’Ospedale di circolo di Varese e, per conoscenza, alla Regione Lombardia, al Comune di Varese e all’Arpa di Varese dopo avere letto su di un giornale di Varese una sua intervista a proposito della palestra del respiro da lui diretta in città. Il medico aveva dichiarato l’aumento dei pazienti. Ho motivo di dolermi di ciò, ma vorrei che a dolersi siano, in primo luogo, i politici che ci governano. Vorrei soprattutto che la loro doglianza non sia passiva, ma molto costruttiva.

Parlo e scrivo, infatti, di argomenti sicuramente affrontabili con un minimo di iniziativa. L’aumento delle patologie polmonari e, soprattutto, dei tumori, ritengo che possa essere messo in correlazione con l’inquinamento da polveri sottili, che in molte occasioni a Varese, ha superato le soglie di ammissibilità previste dalla Comunità Europea. La si smetta di credere che Varese sia una cittadina di alta montagna, con un inquinamento atmosferico inesistente o quasi. Purtroppo non è così, sia per i suoi cittadini che, anche, per i suoi amministratori.

Ho chiesto al responsabile della “palestra del respiro”, se possibile, di aiutarmi dal suo osservatorio privilegiato e di supportare questa mia convinzione. Ho bisogno del suo aiuto, perché gli studi ufficiali (anche se altamente qualificati quanto a provenienza), non sono in grado di far mutare nei politici presenti nelle istituzioni, il modo che gli stessi hanno di intendere lo scopo della propria missione istituzionale, che sembra essere divenuta solo la propria aspettativa elettorale e la correlativa propria paura di non essere rieletti.

Questi orientamenti condizionano i politici, tanto da far mettere a loro la testa sotto la sabbia. Non tolgono le abitudini ai cittadini di utilizzare sempre e comunque l’automobile privata e lasciano troppe abitazioni e case nei limiti comunali che spendono troppa energia e che non risparmiano le risorse naturali. Non multano, quindi, i loro proprietari e neppure vengono a patti con questi per migliorare la situazione di oggi. Fanno finta che il problema inquinamento non esista o che sia non di propria competenza, perché troppo esteso.

Gli studi che provengono dai centri di ricerca non bastano a far assumere decisioni da parte del politico amministratore, capaci di far mutare dei comportamenti abitudinari dei cittadini e nocivi alla salute propria e altrui. Questa è la triste verità.

Nel denunciare l’elevato inquinamento, probabilmente, ho sbagliato la strada adottata fino ad ora, quella di far conoscere l’esito degli studi più importanti realizzati, che indicano l’alto livello di inquinamento e le sue conseguenze.

Si deve far capire che sono i varesini i primi a soffrire per l’inquinamento dell’aria e che urgono dei provvedimenti urgenti. Gli ho domandato così: quanti pazienti vengono ricoverati nella sua struttura e quanti di questi hanno patologie inequivocabilmente ascrivibili all’inquinamento dell’aria del territorio varesino dove vivono e lavorano…

Per quanto riguarda i tumori, si è espresso chiaramente il Centro di Ispra incaricato dalla Regione Lombardia. Si è ora aggiunta a questo la Internazional Agency for research in cancer (Iarc di seguito) con sede a Lione (ramo dell’Oms che ha la delega per i tumori) che, con un terzo grado di giudizio, ha classificato l’inquinamento atmosferico nel gruppo I dei cancerogeni: cioè tra quelli certi.

Gli agenti inquinanti dell’aria sono sia sostanze gassose o volatili (ossido di carbonio, anidride solforosa, ossidi dell’azoto, idrocarburi policiclici, altri composti organici), sia microparticelle solide, chiamate in genere, polveri sottili – PM 10 o PM 2,5 a seconda che siano piccole o piccolissime –: sono proprio queste che vengono incriminate come causa di tumori. Perciò i ciclisti con le mascherine che tanti guardano come se fossero marziani, fanno bene a sensibilizzare il pubblico al problema.

Il documento dell’Iarc (che è stato pubblicato su Monograph numero 109), riguarda su scala mondiale centinaia di migliaia di casi di tumori, specificatamente del polmone. Dal punto di vista quantitativo, l’impatto dell’inquinamento atmosferico sull’insorgenza dei tumori è, probabilmente, simile a quello del fumo; mentre il fumo attivo delle sigarette, è la causa di gran lunga più potente – almeno di 20 volte –dei tumori. Riguardo ai meccanismi attraverso i quali l’aria inquinata aumenta il rischio di cancro, alcuni inquinanti sono mutageni-cancerogeni e le polveri sottili possono veicolarli. Un’altra ipotesi è che le microparticelle siano inquinanti per le cellule epiteliali che rivestono i bronchi e i polmoni, tanto da stimolarle a dividersi: siccome a ogni divisione cellulare, qualche mutazione del Dna è inevitabile, aumenta il rischio che capiti anche una di quelle mutazioni che contribuiscono a trasformare una cellula normale in tumorale

Il Comune di Varese, lo scorso mandato, aveva accettato la proposta di Amici della terra Varese e di Varese Europea ad agire su base d’area, essendo stato valutato come insufficiente il prendere solo su base cittadina dei provvedimenti che potessero essere efficaci per contrastare l’inquinamento atmosferico. Aveva così istituito, facendo valere il suo ruolo di comune capoluogo, una Commissione intercomunale cui partecipavano anche Arpa e Asl Varese e aveva ricevuto per questa decisione il plauso regionale. Si era convenuto che la Commissione intercomunale fosse inizialmente ristretta all’area varesina per poi allargarsi a poco a poco fino a divenire sempre più vasto e, nel tempo, regionale o interregionale.

Il problema delle polveri ottili non è certo solo varesino ma è esteso a tutta la pianura padana. Pianura che comprende 18 tra le 20 città più inquinate d’Italia a causa dello smog (tra cui Monza, Brescia, Cremona, Vicenza, Padova, Venezia, Pavia, Reggio Emilia, Varese, Verona, Treviso e Parma e altre). Nel 2012 tutti i principali centri hanno superato la soglia consentita dalla legge (35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo). E la Iarc del Oms (agenzia di ricerca sul cancro dell’organizzazione mondiale della sanità) lo scorso mese ha ufficialmente annunciato l’inserimento di questi inquinanti dell’aria nel gruppo numero 1 cioè quello dei “sicuri cancerogeni” e che le polveri sottili sono la causa principale delle malattie cancerogene.

Nella Commissione intercomunale istituita dal Comune di Varese, sedevano anche i rappresentanti di Arpa e di Asl. Proprio Arpa e Asl, avevano chiesto che la detta Commissione venisse gestita in base ad un programma improntato sulla base di criteri scientifici. Avevano compilato e distribuito un apposito documento e richiesto che la approvazione dello stesso da parte dei comuni che sedevano al tavolo, avvenisse in consigli comunali che fossero aperti al pubblico.

 Questo per informare la popolazione. Arpa e Asl avevano domandato, anche che le riunioni della commissione avessero cadenza ravvicinata e costante. La Commissione non aveva certo l’input di risolvere capillarmente il problema dell’inquinamento atmosferico ma, invece, quello di promuovere negli enti locali, la assunzione di provvedimenti capaci di innescare un cambiamento degli stili di vita di coloro che abitano in un territorio. A partire dalle scuole.

Ho chiesto di riflettere sul fatto che il nuovo assessore alla Tutela ambientale del Comune di Varese non ha più convocato la Commissione e, come anzi, l’abbia fatta sopire giudicando che fosse inutile. Non si può affrontare e risolvere un problema così grave ed esteso come l’inquinamento da polveri sottili, tornando indietro sulle decisioni prese, a modo di un gambero e senza proporre situazioni diverse e realizzabili. Penso che questa fosse una iniziativa valida.

Ciò detto, confidiamo si voglia innescare, a supporto delle associazioni ambientaliste interessate, una campagna volta a far comprendere l’attualità ed anche la gravità della situazione che Varese soffre, non avendo innescato procedimenti per combattere le polveri sottili ed, anche, per non aver trascinato i comuni limitrofi al capoluogo, a svolgere una campagna comune a questo scopo.

Sembra da quando quanto mi è stato detto a voce, che il Comune di Varese abbia chiesto ad Arpa di mettere delle centraline mobili nei comuni, ma che non si fossero trovati, a questo fine, dei soldi disponibili. Se fosse davvero veritiera una simile istanza da parte comunale, sarebbe davvero incredibile. A me non è mai pervenuta una risposta scritta in tal senso, malgrado una risposta l’abbia comunque richiesta

So soltanto da Arpa, avendolo la stessa comunicato nella detta Commissione intercomunale, che le centraline presenti, a Varese sono in grado di estendere la propria rilevazione in un’area di almeno 15-20 km dalla stessa. Ergo il voler ricorrere alle centraline mobili avrebbe come significato solo una perdita di rempo, cosa che, se ciò corrispondesse a verità, secondo me sarebbe una grossa presa in giro.

Ho concluso la mia comunicazione invitando tutti a collaborare – medici e politici – in questa battaglia contro l’inquinamento da polveri sottili con le Associazioni ambientaliste interessate per qualificare proposte perché gli enti locali possano assumere iniziative a salvaguardia di coloro che abitano o lavorano nell’area varesina.

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