Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Editoriale

FAMIGLIA

GIAMPAOLO COTTINI - 10/10/2014

EheringeL’evidente crisi dell’istituzione famiglia e le difficoltà che si incontrano oggi nel vivere l’esperienza familiare pongono gravi domande al sinodo dei vescovi, per cui il Papa ha raccomandato ai padri sinodali di unire un ascolto umile ad una franchezza nel dire tutto ciò che si pensa, consapevoli che il compito del sinodo non è formulare dottrine nuove o teorie più intelligenti sulla famiglia, ma di aiutare le famiglie concrete a vivere la loro vocazione alla luce del Vangelo.

In questo senso l’invito alla misericordia non chiede di abbassare il livello di guardia dell’impegno richiesto alle coppie cristiane, o di negoziare valori di cui la Chiesa non può disporre a proprio piacimento, ma di cercare stili pastorali attenti alle nuove sfide. Si tratta di accompagnare le famiglie cristiane a rimanere fedeli al compito cui sono chiamate, tenendo alto il livello di impegno e consapevolezza sino alla misura del sacrificio.

Non v’è dubbio, infatti, che la famiglia cristiana ha un’identità che le è conferita dal sacramento e che la differenzia da altre forme o modalità di aggregazione simili alla famiglia; d’altra parte sembra non convincere più l’identificazione della famiglia sul piano puramente umano come realtà rispondente alla legge naturale. Ciò rende più difficile farsi capire dall’uomo di oggi, ma non autorizza ad allontanarsi dal progetto buono di Dio sulla famiglia come bene creaturale assunto nella redenzione di Cristo.

La Chiesa propone questa realtà sapendo che è per il bene dell’uomo e della donna e valorizza la testimonianza delle famiglie cristiane nel mostrare che è possibile e conveniente vivere secondo il progetto di Dio. Il primo impegno pastorale è perciò non difensivo di un modello ideologico, ma propositivo di una bellezza della forma familiare proposta dal Cristianesimo, senza la pretesa di imporre modelli morali ma al tempo stesso senza rinunciare alla specificità che scaturisce dalla grazia del sacramento.

Questa diversità deriva dal dono ricevuto e non da una coerenza che nessuno riuscirebbe ad avere, per cui più che insistere sui divieti sarebbe importante che il sinodo esaltasse anzitutto la bellezza dell’essere famiglia secondo l’ideale della fede, per evidenziare come la vita di tante famiglie cristiane sia già risposta agli interrogativi e ai problemi dell’oggi. Essere cristiani non è obbligatorio, ma offre certamente anche un grande contributo positivo a questioni emergenti come il senso del rapporto uomo-donna, la generazione dei figli, le domande sul fine-vita.

In questa prospettiva cade la contrapposizione tra progressisti o reazionari all’interno delle posizioni diverse dei padri sinodali, perché viene in primo piano la sottolineatura dello specifico cristiano che non teme le differenze ma valorizza ogni frammento di verità e di giusta ricerca e desiderio dell’uomo. Così al sinodo non si chiederebbe più di risolvere tutti i problemi della famiglia, ma di accompagnare nel recupero dell’autentica dimensione religiosa di cui ogni famiglia e prima ancora ogni persona ha bisogno. La misericordia è presentare con limpidezza la verità che l’incontro con Cristo introduce nella vita personale e familiare, con tutte le conseguenze che ciò comporta, senza fare una crociata su valori che, separati dalla loro origine, appaiono oggi incomprensibili o astratti, ma avendo il coraggio di rimanere fedeli al compito di testimoniare la bellezza del rispondere alla chiamata di Gesù.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login