Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

PIAZZA REPUBBLICA, QUALE RUOLO?

OVIDIO CAZZOLA - 10/10/2014

In vista delle Alpi

In vista delle Alpi

Se Varese prende coscienza della sua realtà già riconosciuta durante la ricerca effettuata negli anni ’90 del secolo scorso durante lo studio del Piano Regolatore, occorre considerare l’attuale piazza della Repubblica con una visione e un ruolo diversi da quelli oggi proposti.

Varese ha vissuto due periodi di incidenti variazioni urbanistiche. Il primo, di progetto di una nuova immagine di città, divenuta nel 1927 capoluogo di Provincia. Con la demolizione di quella parte di centro storico che stava attorno a piazza Porcari e verso la salita di via Carrobbio. Con la creazione dell’attuale piazza Monte Grappa e della nuova via Verbano che univa la piazza al palazzo Estense. Con la creazione ancora oggi ammirata del nuovo viale delle Vittorie, oggi via XXV Aprile, verso la villa Recalcati sede della Provincia e il ‘palazzo littorio’, oggi sede della Questura, costeggiando l’imponente palestra sede anche, nel passato, dei Vigili del Fuoco. Una città nuova e coerente con le visioni di architetttura degli anni ’30, che sbloccava Varese dal suo nucleo sedimentato nei secoli e la proiettava da villa Recalcati verso la splendida visione dei laghi e della catena alpina.

Il secondo periodo, del primissimo ultimo dopoguerra, improntato dalla speculazione immobiliare, dalla perdita del sistema di organizzazione tramviaria della mobilità, dalla dispersione edificata, dalla rinuncia di alcuni lasciti storici, come quello costituito dal Teatro Sociale. Dalla cancellazione della splendida veduta paesistica dal viale dei platani di villa Recalcati che anche il grande Giuseppe Verdi, due imperatori di Germania, il presidente degli Stati Uniti Grant, la regina Margherita, D’Annunzio e la Duse avevano potuto ammirare. Con la incredibile realizzazione dell’istituto industriale sul viale.

Siamo oggi davanti a nuove decisive scelte al centro della città dell’area varesina che comprende oltre centocinquantamila abitanti. Essa attende un soprassalto di consapevolezza da parte del Capoluogo, che si ponga i problemi derivanti dal suo compito possibile e auspicabile di coordinamento delle Comunità minori adiacenti sulle falde di questo nostro Campo dei Fiori, a corona del lago, nella articolazione delle nostre valli. Nella prospettiva di un ruolo futuro che già oggi deve esser considerato con le progressioni necessarie di rilevanza sociale, culturale, economica. È il progetto che spetta a noi costruire sulla base di alcune necessarie considerazioni. Che non possono limitarsi alla ridefinizione del ruolo di piazza della Repubblica che rischia di esaurire decisive possibilità di creare adeguati luoghi e significati urbani.

Dobbiamo ripetere che Varese, molto più di Como, ha gli spazi, il paesaggio, le connessioni con i sistemi di trasporto pubblico, un servizio autostradale che a Como è assai più disarticolato e carente. Che Varese ha una potenzialità congressuale complementare alla presenza universitaria che non può essere ancora trascurata. Che Varese deve riconquistare la vista dei laghi e delle Alpi sottratti dalla perdita del viale di Villa Recalcati che con il viale XXV Aprile portava la città ad affacciarsi su questa bellezza.

Se si condivide il ruolo congressuale di questa città, se la grande Varese collaborante degli oltre centocinquantamila abitanti condivide questa grande ambizione,se si considera con l’affetto che portiamo alla presenza e al ruolo delle ville Ponti, la loro inadeguatezza funzionale, dobbiamo ritrovare un percorso e un luogo nuovo dove riemergere dal nucleo storico.

Esiste una sola possibilità, oggi, di articolare il nucleo urbano verso i suoi panorami desiderati.

Percorrere dalla piazza della Motta, da villa Mirabello una via Metastasio resa pedonale fino al declivio oggi occupato dallo svincolo di viale Europa. Qui c’è spazio ampio, gradevole e sufficiente per realizzare per tappe una articolata struttura, paesisticamente inserita e rispettosa dell’ambiente che abbia funzione congressuale. Dotata sì di una grande sala di almeno millecinquecento posti, utilizzabile anche per spettacoli teatrali. Con sale minori e servizi culturali e organizzativi complementari come ci ha indicato la ricerca Oikos sui centri congressuali nel mondo. Servita da ferrovia e da strade adeguate già esistenti raccordate all’autostrada.

Quale può essere allora il compito da assegnare all’attuale piazza della Repubblica?

Consolidare un suo ruolo nella città articolato con biblioteche, con il mantenimento della presenza universitaria che non può essere totalmente appartata nel Campus di Bizzozero. Dimezzare i tempi di intervento per piazza della Repubblica, è stato affermato. Senza la riflessione necessaria, senza un progetto per la Città. Ancora una volta una tragica improvvisazione?

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login