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Attualità

IL DE FILIPPI SCOMMETTE SUL FUTURO

CESARE CHIERICATI - 17/10/2014

defilippiSessantaquattro anni ben portati quelli della cittadella scolastica del De Filippi. La storica istituzione educativa varesina, piazzata sul colle dei Miogni, nel verde impreziosito dalle storiche ville Valcavi e Perabò, è giunta l’estate scorsa a una rivisitazione del proprio assetto giuridico dopo nove anni di gestione da parte della Fondazione San Vittore, presieduta dal prevosto di Varese Don Gilberto Donnini, di fatto oggi uscita di scena. Ristrutturazione che vede da un lato l’Opera diocesana come controllore degli immobili e dall’altro la Collegio De Filippi srl che, in piena autonomia ma in continuità con il passato, manda avanti la Scuola alberghiera, l’attività di ristorazione e quella congressuale, cioè i piloni portanti dell’intera struttura concessa alla nuova società in comodato d’uso gratuito dalla Diocesi di Milano.

Al vertice della srl, composta da docenti e da alcuni soggetti esterni al De Filippi, c’é il professor Giovanni Baggio, rettore dell’intero complesso, legale rappresentante e preside della scuola. Come dire un uomo solo al comando o quasi. Ben conscio della grande tradizione educativa del luogo – aprì ufficialmente le porte, per gemmazione del De Filippi di Arona, nel 1950 – ma saldamente ancorato al presente della scuola e ancor più proiettato nel futuro. I numeri del resto danno pienamente ragione al preside: duecentoottanta allievi provenienti da ottanta comuni diversi della provincia, quindici in più del 2013, “in controtendenza – sottolinea con una punta di orgoglio – rispetto ad altri più titolati istituti cittadini, una crescita che si spiega anche con il progressivo affermarsi – finalmente pure nella scuola italiana – del pluralismo delle intelligenze. In effetti la scuola alberghiera del De Filippi corrisponde alle aspettative di chi possiede un’intelligenza pratica, concreta, artigiana. “Qualche anno fa – racconta il professor Baggio – un ragazzo approdato da noi mi disse che si trovava bene perché vedeva la possibilità di realizzare le sue attitudini mentre nella scuola da cui proveniva si sentiva collocato nel cestino”.

La cittadella scolastica del De Filippi è per il momento a prevalenza maschile, duecentodieci ragazzi e 7settanta ragazze, comunque una minoranza robusta che, precisa il preside, dispone di uno spazio tutto suo, la cosiddetta “assemblea in rosa” dove si affrontano temi peculiarmente femminili.

Scuola pubblica paritaria accreditata presso la Regione Lombardia dal 1986, offre due percorsi formativi, uno ministeriale “ più disteso” dice il professor Baggio e un altro “più asciutto” regionale.

Rispettivamente costano all’anno alle famiglie 4500 e 3000/3500 euro. La Regione, comunque, in relazione alla situazione reddituale, sostiene i genitori. Genitori che nei test statistici di gradimento gratificano il De Filippi di un consenso molto ampio, di sicuro alimentato dalla didattica digitale (un recente investimento da 80mila euro) e dalla varietà di proposte didattiche e formative come il recupero della stagionalità orticola grazie al recente allestimento di un orto scolastico recuperato all’interno della cittadella stessa. E poi i viaggi di studio in Italia e all’estero, gli stage di gestione alberghiera e tre progetti, ormai in cantiere, di grande interesse: pane e lavoro, in collaborazione con le ACLI, per riutilizzare a favore delle mense comunitarie presenti in città le eccedenze della ristorazione targata De Filippi; la gestione delle risorse alimentari attraverso lo studio dello stoccaggio praticato nel medioevo di cui è splendido esempio il Ricetto di Candelo, in provincia di Biella, che i ragazzi visiteranno; infine il riuso casalingo delle vivande avanzate per contrastare l’abitudine allo spreco consolidatasi negli ultimi quarant’anni di consumi senza regole e senza freni. In definitiva pare proprio che al De Filippi preparazione professionale nelle arti della cucina ed educazione a tutto tondo vadano felicemente a braccetto.

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