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Società

INNAMORARSI DELLA SCUOLA

MARGHERITA GIROMINI - 17/10/2014

recalcatiL’input ce lo fornisce l’ultimo libro di Massimo Recalcati, psicanalista di recente approdato a Varese per una conferenza sui disturbi dell’alimentazione. Il suo nuovo lavoro si intitola “L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento”. L’idea intorno a cui ruota il libro non è certo nuova, afferisce al tema della passione che l’insegnante dovrebbe profondere nel proprio lavoro e al riscontro che, talvolta, può ricevere dagli studenti con cui è riuscito a instaurare un rapporto empatico.

Recalcati ripercorre le vicende educative dei grandi maestri lungo la storia dell’umanità, a partire da Socrate. Ci racconta di Daniel Pennac, scrittore francese (e insegnante); dello scrittore americano Philip Roth che declama “Adoro insegnare” e poi “Per me non c’è altro nella vita che valga l’ora di lezione”.

Ma solo nell’ultimo capitolo arriva al cuore del racconto: c’era una volta uno studente bloccato, incapace di uscire dal proprio bozzolo, ma poi trovò il professore “giusto” che lo fece innamorare della scuola. La sua vita cambiò direzione.

La sorpresa del libro è che lo studente bloccato, il pessimo alunno, è proprio lui, lo scrittore, bocciato in seconda elementare (caso davvero raro!), e poi una seconda volta nel corso di una frammentaria e frammentata carriera scolastica, caratterizzata da una difficile sopravvivenza nel paese dove viene bollato come ritardato.

Alle superiori Massimo approda ad un istituto agrario della cintura milanese, ma è un ragazzo senza prospettive e con le idee confuse. Solo l’impatto miracoloso con Giulia, la professoressa di lettere, riuscirà nell’intento di trasmettergli la passione, diventata poi irreversibile, per lo studio.

Dal momento in cui si innamora, sia della letteratura sia della professoressa, si assiste alla sua rinascita che lo porterà verso una nuova prospettiva: gli studi universitari di filosofia e poi le specializzazioni, fino a diventare quello di oggi, lo psicanalista famoso, conteso dagli organizzatori dei festival che affollano l’autunno della nostra penisola.

A me, purtroppo, non è capitato di raccogliere storie così esemplari, pur avendo incontrato insegnanti speciali, persone capaci di diventare un punto di riferimento nell’esperienza dei propri studenti. Un po’ provo invidia, e un po’ rimpianto, per non essere stata, io stessa, così determinante nelle vite degli altri. Non mi è neppure capitato di incontrare una persona come il professor Keating del film “L’attimo fuggente”. Avrei voluto possedere il suo carisma, la sua empatia, la passione, la visionarietà e lo slancio vitale così ben rappresentati da Robin Williams nell’indimenticato film.

Mi sono imbattuta, più realisticamente, in professori inutili come in bravi docenti, in scialbi trasmettitori di materie, subito dimenticate, così come in valenti educatori. Dentro una scuola sempre in affanno ho avuto la possibilità di scoprire risorse ed energie sempre rinnovate. Sapendo che si sarebbe potuto fare di meglio e di più.

Ma chiedo scusa a Recalcati, che riconosco bravo e appassionato, e giustamente critico verso la scuola che spesso fatica ad esercitare il proprio mandato. Ma trovo poco convincente la sua storia personale, suggestiva ma del tutto eccezionale, un bell’esempio di qualcosa che è potuto succedere nelle grigie aule dell’edificio di una scuola poco attraente.

Alla scuola servono insegnanti capaci, ogni giorno di ogni anno. Persone che sappiano mediare, far fronte alle fragilità adolescenziali. Appassionate ed equilibrate, dedite alla propria “ mission” ed equidistante emotivamente, saggi registi di un’ora di lezione ricca di suggestioni culturali.

Vale comunque la pena di confrontarsi con la storia a lieto fine del bambino Massimo, recuperato da ragazzo da un’insegnante speciale, una figura salvifica come tanti vorrebbero avere conosciuto.

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