Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Storia

DONNE DI VARESE

FERNANDO COVA - 24/10/2014

donna2 Renzo Rocca nel “Calandari do ra Famiglia Bosina par or 1986” pubblicava un articolo intitolato “Donne varesine, donne del contado e alcune divagazioni”. Scriveva: Bene o male Varese è stata, a scopo informativo – artistico – letterario, esplorata, frugata e scoperta… Un po’ di tutto è stato toccato di Varese, ma credo che nessuno abbia mai pensato alle sue donne….

L’articolo prosegue chiedendosi se sono belle; traccia poi un profilo delle casalinghe, delle bottegaie, delle nubili e di quelle del contado.

Dimenticava che alcune considerazioni sulle abitanti di Varese, oltre che sulle villeggianti, le aveva formulate Stendhal “donnaiolo mancato”.

Ricordo un curioso episodio accaduto a un viaggiatore francese a fine Settecento primi Ottocento proprio a Varese. Protagonista fu Louis-François de Tollenare (1780-1853), di Nantes, ove fu industriale, negoziante in Brasile, filantropo, scrittore e intellettuale. Nel 1825 pubblicò su un periodico di Nantes, Le Lycée Armoricain, un lungo diario relativo ad un viaggio in Italia.

Arrivato a Varese scrive: … Le vie sono fornite lateralmente di gallerie coperte, dove gli abitanti prendono il fresco davanti ai caffè e a dei negozi elegantemente illuminati; nelle parti poco illuminate di questi portici passeggiano delle coppie abbracciate, che cercano l’isolamento e chiacchierano a voce bassa. L’atmosfera gradevole che esse respirano come d’altronde noi, ci fa supporre la natura dei loro misteriosi intrattenimenti. Due seducenti fanciulle, vestite alla cipriota (abito femminile tipico del Medioevo), penetrano nella nostra camera durante la nostra cena: cantano per noi della amorose barcarole e della vivaci cavatine, accompagnandosi con l’arpa: provocano con piacere. Viaggiatori casti, siate prudenti.

Un’altra testimonianza sulle donne di Varese è stata pubblicata ne volume “Il viaggio alle isole Borromee di due amici” pubblicato a Tolosa nel 1798 dal bonapartista Louis Damin ( 1769-post 1843). Damin fu avvocato, sotto-capo al ministero degli Interni e membro di numerose società letterarie. Nelle sue pagine dedica sempre una descrizione e un commento alle ragazze che incontra come ad esempio quelle di Malnate e di Varese.

Di Varese parla della gerente alla locanda della Posta: …Notai subito la direttrice dell’albergo. Una donna di trentasei anni, grande, di una bella stazza, la pelle bianca, gli occhi sporgenti, una di quelle fisionomie che sembrano dire “fidatevi di me”. Lo confesso, il mio lato debole é quello di non saper rispondere ad un certo tipo di invito, se non ho una fiducia cieca.

Gli ospiti vengono accompagnati alla loro camera con balcone da Maria. Noi seguiamo Maria. È una giovane donna di diciassette anni, di aspetto slanciato, piuttosto magra; dall’incarnato vivo, lo sguardo provocante, gli occhi… Viaggiatori diffidate di Maria. Ella è così amabile, così dolce, così cordiale! Credetemi, diffidate di Maria… Più ella sarebbe rimasta nella stanza, più la mia volontà si sarebbe affievolita, e forse Maria sarebbe divenuta mia amante… Lettori, lettori, se mai mettete piede in questa locanda, sei mai Maria dovesse accompagnarvi nella camera col balcone, se voi la guardate e se il vostro sangue circola con più ardore, credetemi, domandate subito del vino fresco, del vino con ghiaccio, mettete a profitto il tempo che ella impiegherà a scendere in cantina e ritornare!

L’episodio della locanda si conclude con questa frase: …Vediamo quello che Varese racchiude di più curioso, mentre la bella locandiera farà preparare la nostra cena.

È piacevole sapere che la bellezza muliebre delle donne di Varese sia stata apprezzata nel tempo, tanto da esserci descritta con tale garbo.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login