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Storia

WOJTYLA/5 CONTINUITÀ D’ESPERIENZA ECCLESIALE

FELICE MAGNANI - 31/10/2014

duepapiLa vera fortuna della chiesa è proprio quella di esprimere continuità, anche quando questa si esprime attraverso diversità di umori e caratteri, di tipicità umane e religiose che danno però il senso dell’unicità del messaggio evangelico. Lungo la via delle Cappelle del Rosario del Sacro Monte di Varese sono saliti due papi, uno polacco e uno lombardo, così diversi per esperienze, per carattere, per comportamenti, ma così uniti nell’affermazione dell’universalità del messaggio cristiano.

Mai come in questo caso la diversità può diventare forza di una chiesa nella quale lo Spirito Santo opera per dimostrare quanto in essa sia presente la longa manus di Chi ci governa dall’alto. È proprio in queste circostanze che il cristiano scopre la bellezza della continuità, forza perseverante di un messaggio che non conosce frontiere e che s’incarna quando sembra che la coerenza fugga di mano. Ci si rende così conto della sua forza trainante, della capacità di andare oltre l’ingessatura, le spinte integraliste, nazionalismi forzosi, si comprende che il governo terreno è importante se si eleva sopra le negligenze della natura umana e sa guardare dove il particolare diventa universale e dove i bisogni degli uni diventano quelli degli altri.

Giovanni Battista Montini è il papa che incarna l’operosità della gente lombarda, di cui esprime genialità, creatività, curiosità, intraprendenza imprenditoriale, slanci profetici, capacità di saper andare oltre il particolare. Karol è figlio di una terra dove la concretezza nasce spesso della miseria umana, della sopraffazione, dall’odio razziale di ideologie che distruggono la giusta aspirazione di popoli alla loro sovranità.

Due anime, due intelletti forti e diversi, due uomini nati per servire la chiesa nei momenti difficili, quando anche l’occhio vigile della provvidenza sembra aver abbandonato l’uomo al suo destino. Hanno molto in comune, soprattutto la capacità di saper cogliere le ansie degli uomini, quello di cui hanno bisogno per dare un senso vero e profondo alla propria vita. È sul cammino dell’uomo che entrambi fanno sentire la costante presenza di Cristo e quella molto materna di Maria.

Personaggi diversi dunque, ma uniti dalla forza coesa di un Vangelo che sopravvive alla tragedia della condizione umana e che risulta vincente proprio quando il male sembra aver esaurito la sua opera demolitiva. Due grandi interpreti e operatori del Concilio giovanneo, nei momenti in cui la continuità richiede fermezza e chiarezza d’intenti, capacità di uscire da schemi pregressi, da una storia che non regge il cammino dell’umanità. Due papi che hanno saputo offrire risposte esaurienti, senza mai mettere a repentaglio la centralità della chiesa di Roma, ricercando sempre il dono dell’armonia, dell’equilibrio, della lungimiranza, d’accordo con le pressanti richieste di un mondo in repentina mutazione. Entrambi hanno lavorato molto sulla condizione dell’uomo in ogni angolo del mondo, privilegiando il vangelo dell’ umanità vissuta e amata, come ha fatto Cristo con la sua chiesa.

Possiamo definirli due papi moderni sempre pronti a indagare, a confrontarsi, a mettersi alla prova, a ricercare quell’armonia della convivenza che prima ancora di essere un elevato valore religioso è un grandissimo valore sociale. I valori che ci hanno insegnato Montini e Karol sono germogli duraturi di unione e di fratellanza. Per la loro affermazione hanno rischiato la vita, hanno saputo affrontare il male di petto, senza arretrare, con la consapevolezza profondamente cristiana che il bene prevale sempre sul male e che la chiesa ha bisogno di chi la sappia rappresentare senza tirarsi indietro. Il loro esempio è ancora molto vivo oggi, in una società che crea povertà, sudditanza morale e psicologica, disperazione, solitudine e dove l’aggressività del potere ha raggiunto punte mai viste. È nell’inguaribile propensione razzista della natura umana che Paolo VI e Giovanni Paolo II coltivano l’intelligenza della conoscenza e del confronto. È straordinario come sappiano stupirsi di fronte alla crescita economica, sociale, umana e religiosa di nazioni che cercano disperatamente legittimazioni di dignità umana. È sul terreno della dignità che Paolo VI e Giovanni Paolo II sfidano la storia fatta d’ intemperanze e sopraffazioni, restituendo un’anima e una voce a chi ne è stato privato.

Se il mondo oggi è cambiato, se qualcuno sa di poter essere seguito e capito, se l’uomo si sente un pochino più fratello dell’altro uomo è anche grazie a loro, a questi due papi che hanno costruito una storia dentro la storia, lasciando aperta al mondo la via della speranza cristiana.

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