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Editoriale

BELLISSIMO

FELICE MAGNANI - 14/11/2014

famigliaÈ proprio quando la lotta si fa dura che bisogna difendere e promuovere quei valori che rappresentano il punto di partenza e di arrivo della nostra vita. Abdicare sarebbe come cancellare un passaggio fondamentale della nostra storia, dove abbiamo appreso, qualche volta con fatica, a riconoscere l’amore nelle sue variabili esistenziali.

Com’è stato bello pronunciare per la prima volta la parola mamma e poi papà e riconoscere il calore materno, fonte di un rapporto d’amore destinato a caratterizzare tutta la vita. Bellissimo vivere l’incalzare delle emozioni familiari, lasciarsi coinvolgere dalle storie dei nonni, dalle nevicate vissute col naso appoggiato ai vetri di una finestra, come incantati davanti al magico frullare di fiocchi, come se la terra fosse un grande sogno colorato. Bellissimo svegliarsi durante la notte per rimboccare le coperte di un figlio guardando negli occhi la materna apprensione di tua moglie che condivide con te l’alternarsi delle emozioni. Bellissimo costruire giorno per giorno un nido di fatiche e di speranze, di sorrisi e piccole sofferenze, di volontà che si uniscono per rafforzare quel bene supremo che è l’unione familiare. Bellissimo sapere che puoi sempre contare su tuo padre e su tua madre, soprattutto quando le turbolenze della vita vorrebbero capovolgere la barca e i suoi occupanti.

Bellissimo vedere attorno l’attenzione di chi ti ama, di chi segue giorno per giorno con determinazione e coraggio i tuoi pensieri e le tue azioni, armonizzando le gioie e stemperando i drammi. Bellissimo cogliere il sorriso della rinuncia, quello della generosità, quello un po’ melanconico di una frustrazione o quello deciso e incoraggiante di una conquista. Ogni attimo della vita familiare si lega al grande mistero dell’universo e alla gioia di appartenervi, anche se sappiamo che i giorni non saranno sempre quelli che abbiamo voluto e sognato, ma sempre convinti che tutto quello che succederà sarà il frutto dell’armonia dell’amore, un amore che si è rivelato con la grande donazione di poterlo vedere, sentire, osservare e vivere.

Se non ci fosse la famiglia con le sue mille risorse saremmo più soli e più tristi, incapaci di dare un senso compiuto alle cose che facciamo, a come le facciamo, a come le viviamo, non avremmo la grande opportunità di costruire giorno per giorno un sogno e di poterlo proporre a quell’umanità che ci ascolta e ci osserva, con la segreta speranza di poter fare altrettanto.

Dunque bisogna coltivare l’ottimismo, mettere da parte la violenza e l’invidia, la prevaricazione e la trasgressione, bisogna ricominciare da dove siamo partiti, rimettendo al centro quei fremiti e quelle speranze che hanno popolato le speranze della giovinezza, lasciando spazio alla forza terapeutica dell’amore, capace di restituire sempre quel pizzico di speranza che colora di luce le zone d’ombra della nostra esistenza.

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