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Attualità

STORIE DI VIABILITÀ MONCA

GIANFRANCO FABI - 14/11/2014

Lavori in corso alla Arcisate-Stabio

Lavori in corso alla Arcisate-Stabio

Il conto alla rovescia ha superato quota duecento. Il primo dicembre mancheranno cinque mesi esatti, centocinquanta giorni, al taglio del nastro per Expo 2015. I problemi sono ancora tanti per il completamento di servizi e padiglioni nel sito espositivo, ma sono ancora di più nel completamento delle infrastrutture che dovrebbero garantire i collegamenti e in particolare l’afflusso dei visitatori.

Vengono in mente le parole della canzone di Francesco De Gregori: “È difficile capire cos’è, ma deve essere strada, e se dev’essere strada, ci deve stare chi ci cammina, e chilometri di passeggiata”. È difficile capire che senso potranno avere quei monconi di strada che si perdono nei prati, quelle ferrovie che si fermano al confine, quegli aeroporti abbandonati dalle linee aeree.

All’apertura dell’Expo è ormai sicuro che l’autostrada Pedemontana, che avrebbe dovuto collegare Malpensa a Bergamo, si limiterà al piccolo e insignificante tratto tra Gallarate e Lomazzo, quindi tra l’A8 e l’A9. È altrettanto certo che il tratto di ferrovia Arcisate – Stabio si fermerà al confine italo-svizzero e non consentirà certo quel collegamento rapido tra la rete svizzera e l’Expo. E peraltro non ci sono più dubbi che la svolta delle concessioni aeroportuali che ha fatto seguito all’ingresso di Etihad in Alitalia porterà ad un ridimensionamento di Malpensa nonostante che l’aeroporto della brughiera sia il più vicino, il più comodo, il più razionale per “servire” l’Expo.

E anche le opere che sono state completate, o lo saranno, nei prossimi mesi lasciano tutte molti problemi aperti. Varese vedrà nelle prossime settimane l’inaugurazione, probabilmente con nastri, nastrini e fanfare, sia del raccordo autostradale Gazzada-Ponte di Vedano, sia del citato tratto Gallarate-Lomazzo. Il raccordo è un’opera imponente di 4,5 km, con viadotti e gallerie che costituisce in pratica un tratto della tangenziale di Varese e che è destinato (chissà quando) ad essere completato con un’ulteriore tratto fino al confine svizzero. Ma ancora per molti anni, quindi, questo raccordo rimarrà incompleto e non aiuterà se non marginalmente a risolvere i nodi della viabilità varesina.

Ancora più inutilizzato sarà il collegamento A8 – A9. La Pedemontana avrà infatti una grandissima utilità solo quando sarà completata costituendo un’alternativa alla tangenziale nord di Milano, che poi è un tratto dell’A4. Ma se è sicuro che la Pedemontana non sarà completata in tempi brevi, anche per i contenziosi ancora aperti con molti Comuni, è incerta anche la possibilità di aprire entro maggio il breve tratto di 7,5 km che permetterebbe il collegamento con la Comasina.

Certo, negli ultimi anni qualcosa si è mosso dopo decenni di immobilismo. Meglio poco che nulla e pur se in tempi lunghi la Lombardia potrà compiere comunque molti passi avanti sul fronte dei collegamenti. Lo sforzo non è da poco, ma le critiche spesso sono inevitabili. Anche perché è triste vedere come spesso non vengano sfruttati al meglio gli investimenti compiuti. È il caso della Brebemi, l’autostrada attesa da anni per unire Milano a Brescia come alternativa all’attuale A4, l’autostrada dalle code infinite. Ebbene la Brebemi è stata realizzata e inaugurata nel luglio di quest’anno, ma dalla parte di Milano costringe a percorrere una decina di chilometri sulla viabilità ordinaria per raggiungere il capoluogo lombardo, e dalla parte di Brescia non ha incredibilmente alcuno svincolo di collegamento con l’altra autostrada. Per queste ragioni in questi primi mesi di apertura la Brebemi ha avuto un traffico limitato e soprattutto di carattere locale: basti pensare che chi viene da Verona e percorre l’A4 verso Milano non ha alcun cartello che segnali la possibile alternativa.

Anche quando facciamo le cose bene, e la Brebemi è un’ottima autostrada, troviamo il modo per complicarci la vita.

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