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Ambiente

CORSI D’ACQUA, L’ATTENDISMO

ARTURO BORTOLUZZI - 14/11/2014

Il fiume Olona

Il fiume Olona

Dagli organi di informazione locali ho appreso la recente presa di posizione del Presidente del Consorzio del fiume Olona e gli ho scritto per fargli conoscere il mio pensiero. Il Presidente magnificava il nuovo orientamento della Regione Lombardia che, accertata nei fatti la scarsa efficacia delle politiche sinora attuate sui corsi d’acqua e di fronte alla necessità di sanare il fiume Olona invaso dall’inquinamento – monitorato in continuazione da ARPA – ed dalla conseguente puzza che molestava i cittadini, ha cambiato idea. Ha voluto non decidere più il da farsi solo in proprio, ma ascoltando prima il pensiero dei cittadini, delle diverse associazioni dei lavoratori e dei sindacati e delle associazioni ambientaliste e dei comuni.

Delle forti critiche che avevo fatto in passato alla Regione alcune erano proprio riferite anche alla mancanza di apertura verso un confronto con gli operatori direttamente interessati. Altre erano fatte alla Provincia che non voleva convocare le Associazioni ambientaliste nelle riunioni operative. Altre ancora venivano mosse ai comuni che non consideravano i problemi del fiume nel loro complesso (per il bacino) ma solo per tratti. Facendo un esempio, Varese considerava solo le questioni di sua pertinenza e così Malnate o i Comuni della Medio Olona.

Il nuovo atteggiamento regionale riguardo l’ascolto preventivo nella Commissione Ambiente, l’ho quindi valutato positivamente. Credo fortemente che solo da un’alleanza (e relativo impegno) delle istituzioni territoriali, con i cittadini interessati, con le diverse Associazioni dei lavoratori, con le forze economiche, con i parchi locali, con ARPA, con ASL (e con quanti altri mi si ritenga opportuno coinvolgere condividendo l’obiettivo della qualità ambientale, territoriale e paesistica), si possano avere dei risultati concreti in grado di consentire all’Italia di soddisfare la richiesta della comunità europea di avere i corsi d’acqua disinquinati.

Aspetto ora la Regione ad aprirsi al territorio nell’attuare le opere necessarie a risolvere quanto di negativo ha appreso in Commissione.

Quello che credo è che gli innumerevoli problemi del fiume, potranno risolversi però solo nel momento in cui questi saranno vissuti come propri dalla comunità delle cittadine rivierasche. Solo agendo a questo fine si potranno soddisfare le scadenze comunitarie e se dalla Direttiva 2000/60/CE che si propone di raggiungere i seguenti obiettivi generali:

  • ampliare la protezione delle acque, sia superficiali che sotterranee
  • raggiungere lo stato di “buono” per tutte le acque entro il 31 dicembre 2015
  • gestire le risorse idriche sulla base di bacini idrografici indipendentemente dalle strutture amministrative
  • procedere attraverso un’azione che unisca limiti delle emissioni e standard di qualità
  • riconoscere a tutti i servizi idrici il giusto prezzo che tenga conto del loro costo economico reale
  • rendere partecipi i cittadini delle scelte adottate in materia.

I cittadini non devono più rimanere a poltrire aspettando che la politica si debba occupare di tutto. Neppure si può oltre accettare l’atteggiamento della politica di escludere i cittadini dalla gestione della cosa pubblica. La politica deve stare al suo posto. I cittadini al loro. La vigente Costituzione individua questi come i veri sovrani. Il corpo sociale deve, allora, aver riservati tutti gli spazi dalla politica per potersi fare sentire. È il corpo sociale che deve essere il primo ad essere chiamato a combattere, anche nelle piccole cose, questo male e non solo pochi amministratori.L’inquinamento deve essere visto (e lo è) non astrattamente, ma come un evento dannoso capace di diminuire la quantità della vita di tutti coloro che vivono e operano in un territorio bagnato dall’acqua non sana.

La novità dell’intervento regionale più importante (deciso a seguito degli incontri di cui sopra in Commissione) stava e sta nella nomina delle Sentinelle che sarebbe dovuto essere proprio conseguenza di un’ampio coinvolgimento del corpo sociale da parte dei Comuni interessati.

Delle Sentinelle (perché la loro opera sia veramente fattiva), deve essere attivato un coordinamento almeno provinciale. Le Sentinelle, dovranno informare i Comuni e il corpo sociale in consigli comunali aperti al pubblico.

La Regione, salvo gli interventi provinciali, dovrebbe raccogliere tutti i rapporti delle Sentinelle e fare in modo che possano essere fatti gli interventi conseguenti da parte degli Ato ovvero ex Ato.

Mi sono chiesto infine: il Consorzio vorrà guidare l’azione dei Comuni per concretizzare quanto detto nella presente?

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