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Lettere

A PROPOSITO DI ANTENNE

- 16/11/2014

Ho appena letto l’articolo “Le antenne che inquinano” di Carlo Marchi 14/11/2014 e mi permetto di riferirvi i miei seri dubbi circa scientificità o attendibilità.
1) Non mi sembra che la teoria secondo la quale le onde elettromagnetiche utilizzate dai ripetitori comporterebbero i pericoli che trapelano dall’articolo, sia validata. Si può leggere un buona sintesi su https://it.wikipedia.org/wiki/Elettrosmog.
Il principio che sancisce regole sul cosiddetto elettrosmog, in assenza di dati epidemiologici incontrovertibili, si ispira a criteri di mera precauzione.
Ricordo che i quanti di energia radiante delle onde elettromagnetiche di frequenza utile alle radiocomunicazioni sono dotati di un’energia minore di quelli degli infrarossi e ancor minore della luce visibile. Non hanno perciò alcun potere ionizzante sulle nostre molecole. Ciò mi farebbe dire che se la luce visibile (non però gli ultravioletti!) non è deleteria per la vita umana, ancor meno lo è una seppur notevole quantità di onde elettromagnetiche energeticamente più povere. Se fosse vero il contrario, noi stessi uomini vivi, vere sorgenti di raggi infrarossi, saremmo ben più cancerogeni delle antenne televisive!
Per contro i meccanismi della presunta cangerogenicità delle onde non ionizzanti sui tessuti biologici sono attualmente oggetto di discussione scientifica ma sono principalmente legati alla capacità riscaldante di tali onde (effetto forno a microonde). Sfido chiunque a dimostrarmi che le antenne del grande albergo siano in grado di scaldare un tessuto nervoso di un passante per più di una frazione di centesimo di grado centigrado.
2) La frase “sistemi meno critici, come quelli via cavo o satellite per le televisioni e GPS per i telefoni” mi pare insensata, dato che tra sistema GPS e telefonia non mi sembra esista alcunché in comune.
Insomma, magari mi sbaglio, o magari è la stanchezza del fine settimana che mi fa straparlare, ma se così non fosse, mi sembrerebbe affatto accettabile allarmare la gente per fatti che fatti non sono.
Francesco Codecasa
——
Il signor Codecasa certamente ha una maggiore conoscenza di problemi legati alle onde elettromagnetiche e radio rispetto a me che sono solo un ambientalista,nel senso etimologico e non partitico della parola. Tuttavia mi pare che ci siano studi che dimostrano un aumento considerevole di tumori ematologici ed immunitari (leucemie e mielomi), in prossimità di stazioni radio di notevole portata,come era,ad esempio,il caso di Radio Vaticana nei pressi di Roma.Come lo stesso lettore sottolinea, può essere che sia solo un principio di precauzione quello di non sottoporre le persone ad un bombardamento di tali onde,tuttavia spesso si è dimostrato a distanza di anni,che chi viene a contatto con tecnologie le cui conseguenze in realtà non si conoscono,paga poi in termini sociali ed economici l’ imprevidenza programmatica. Dato che spesso le scelte sono solo fatte per motivi economici e politici,credo sarebbe magnifico che,in presenza di diverse tecnologie,esse siano sempre quelle meno inquinanti ,senza rinunciare alla modernità. Non credo poi che aver chiesto maggiore informazione e precauzione da parte degli Enti preposti ai controlli,sia oscurantismo .Ciò premesso faccio solo due semplici domande al nostro lettore:sarebbe disposto ad andare ad abitare con i suoi cari nei pressi di tali fonti di radiazioni e poi, che lavoro fa?
Carlo Marchi

P.S. Chiedo scusa per il palese errore di GPS e telefonia, dato che il sistema è solo per la localizzazione, tuttavia, credo si potrebbero utilizzare satelliti anche per la telefonia.

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