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Apologie Paradossali

NUOVI MARITAIN E DE GASPERI?

COSTANTE PORTATADINO - 21/11/2014

DeGasperiEMaritain“I tuoi stimati lettori Onirio Desti e Sebastiano Conformi ti pregano…”

“Per piacere! Adesso vi coalizzate contro di me, voi che non andate mai d’accordo su nulla”.

“Che coda di paglia! Vogliamo solo suggerirti di non lasciarci nella confusione dell’ultima Apologia. E vogliamo dirti che siamo pronti a riprendere la navigazione, sebbene non ci sentiamo “lupi di mare”, nessuno dei due. Piuttosto, vorremmo chiederti di darci qualche esempio concreto di quel metodo che hai evidenziato nell’enciclica Evangelii Gaudium: generare processi, piuttosto che occupare spazi”.

“Stavo proprio ora ripensando all’accostamento Maritain – De Gasperi nel libro di Piero Viotto che sto per presentare in Università Cattolica (giovedì scorso per chi legge). Mi rendo conto che parlo di avvenimenti lontani, ma furono proprio due begli esempi, il pensiero di Maritain e l’azione politica di De Gasperi, di azioni volte a creare un nuovo modo di affrontare la questione e non l’occupazione di uno spazio. Se vuoi dire che per un pensatore era più facile, anzi, quasi obbligatorio, “inventare” qualcosa di nuovo, De Gasperi dovette superare non poche difficoltà, anche con i vescovi e col Vaticano, per costituire un partito laico di ispirazione cristiana, valido nei principi, ma aperto a tutti, senza pregiudiziali confessionali”.

“Già, – si inserisce Onirio – qualcuno in Vaticano si sarebbe accontentato di appoggiare un partito moderato, anche borghese, pur di sbarrare la strada al comunismo”.

“Altri invece – commenta Sebastiano – avrebbero preferito un partitino integralista, tutto casa e chiesa, magari alleato col PCI”.

“Queste prospettive, apparentemente opposte – riprendo – hanno in comune l’idea di partire da uno spazio, grande o piccolo, e di lottare per accaparrarselo. De Gasperi ha invece sviluppato un’idea di unità nazionale e di bene comune. Solo dopo, il pensiero “orizzontale”, quello che vede la realtà prevalentemente nella dimensione dello spazio, lo ha chiamato “centro” e ne ha fatto un partito di potere, quello che chiamerei un partito orizzontale, solo orizzontale. Con tutto ciò è durato quasi cinquant’anni, nonostante la presenza di un formidabile partito orizzontale come il PCI e l’ostilità prima latente, poi aperta e massiccia della finanza italiana e internazionale”.

“Poi vi ha distrutto Tangentopoli!”.

“Non essere scontato, Sebastiano, non Tangentopoli, ma il nuovo sistema elettorale bipolare, che obbligò a definirsi “spazialmente”, di destra o di sinistra, e a costruire alleanze elettorali conseguenti, benché provvisorie. La già ridotta capacità propositiva, che avrebbe potuto dispiegarsi nuovamente nella dimensione del tempo, è stata annullata dalla scomparsa di quello “spazio di centro” che ne era diventato il surrogato.

“Io invece – interloquisce timidamente Onirio – vedo tanti, forse troppi, nobili tentativi di rilanciare la presenza politica dei cattolici proprio a partire da idee e speranze che guardano solo alla possibilità di svilupparsi nel futuro e non si curano minimamente di occupare spazi attuali. Sento di accordi federativi tra decine di associazioni ispirate ai valori e alla storia della DC, di una ipotesi di una “Costituente popolare”, vedo il gran daffare che si dà il tuo amico Mario Mauro, al punto che si guadagna i lazzi malevoli del Corrierone, che lo taccia di opportunismo…”.

“Proprio l’esempio dell’onorevole Mauro, per il quale scriverei volentieri un’apologia molto paradossale ad personam, mi consente una spiegazione. Sono sicuro che ha lasciato il PDL per aderire a Scelta Civica non per opportunismo ma per uscire da quella collocazione “spaziale” a destra in cui si era rifugiato Berlusconi, in contrasto non solo con la politica europea, ma con i valori di riferimento del PPE. Purtroppo Monti non era un De Gasperi…”.

“Ma soprattutto tanti personaggi politici, pur ispirati dal mondo cattolico, hanno preferito la sicurezza dell’elezione nel PDL o nel PD all’incertezza della nuova avventura, dove il posto con era garantito”. Sebastiano è caustico.

“Non ricominciamo con lo spirito di divisione! – alzo la voce – Non mi sento di giudicare nessuno e se parlo di politici naufraghi nel naufragio della politica è perché me li sento molto vicini e rispetto chi non si arrende dopo una sconfitta e vuole ripartire, proprio come un superstite lupo di mare. E se voi, che siete giovani, volete ripartire, avrete tutto l’aiuto che posso darvi. Del resto, continuo ad incontrare giovani, che ancora non hanno preso il largo e non hanno fiutato il vento di tempesta, che vogliono provarci. Spero di non averli troppo scoraggiati, prospettando loro tutte le difficoltà del momento, soprattutto la mancanza di un punto di riferimento autorevole. Ve li farò incontrare, nella speranza che insieme possiate seguire la traccia di Papa Francesco: “lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati… sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse, o i cambiamenti di piani che il dinamismo della realtà impone… occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi”; lo avevo scritto la volta scorsa, mi avete costretto a ripeterlo. Non importa se non oggi non abbiamo più né Maritain, né De Gasperi, forse sono ancora nascosti ai nostri occhi, forse stanno forgiandosi nelle difficoltà e nelle tribolazioni, proprio come loro, che sono stati i nostri maestri”.

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