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Cara Varese

NON SE NE PUÒ PIÙ

PIERFAUSTO VEDANI - 04/12/2014

Cielo grigio, foglie gialle, umidità insostenibile per varie cause, la principale quella dello scorrere degli anni, che rende le articolazioni cigolanti. Non è bello vivere come sotto uno scolapasta. Enorme, palpabile il malumore generale, ma a rendere l’autunno varesino interminabile e quindi ben aldilà della sopportazione, si aggiungono altri eventi.

In tempi migliori, c’erano situazioni che non erano gradite, ma l’atmosfera di positività che emanava dal buon cammino della comunità, se non accettabili le rendeva un tantino più sopportabili. Forse eravamo più pazienti anche con le follie meteorologiche. Oggi invece siamo al disastro generale. Nello sport le squadre professionistiche, amore e vanto della città, non hanno più spazio nel loro lato B per prendere calci e non migliori sono i risultati che arrivano dai fronti di altre competizioni sportive o no.

Dal mondo del lavoro non ci sono attesi segnali di grandi affermazioni di squadra, in evidenza solo successi di pochi che hanno fatto scelte innovative all’inizio della crisi.

La politica locale da poco sembrava ritornata almeno nell’alveo degli stagni in cui era finita per mancanza di coraggio, fantasia e soldi, questi ultimi trattenuti sul binario arcimorto delle stazioni romane. Invece fallimenti e ritardi hanno allontanato obiettivi che dovevano essere raggiunti ai tempi della banda degli onesti. Vedi ferrovie e ospedali.

Alle difficoltà di una razza politica dal profilo modesto si sono aggiunte le uscite di chi pensa che un assessorato conceda l’opportunità di esternare giudizi su avvenimenti che hanno cambiato il corso della storia.

Insomma non se ne può più, speriamo che i giorni che mancano a Natale e Capodanno ci regalino finalmente più luce, serenità e speranza. E che tutti insieme si tenti di ripartire, di ricuperare dignità e futuro alla città.

Chi si nascondeva o non lavorava per Varese avrà capito che le critiche che arrivavano da tutte le parti avevano solido fondamento. Le critiche infatti hanno avuto un riscontro preciso e impietoso nell’annuale classifica delle province italiane in cui si vive meglio. Varese e il suo territorio sono al 56° posto, rispetto all’anno scorso hanno perso dieci posizioni. È vero che il declino va condiviso con le altre realtà del territorio, ma non è un caso se alle bocciature del capoluogo corrispondano proprio le carenze denunciate in questi anni.

Ravenna, Modena, Reggio Emilia, Bologna: quattro realtà democrat nelle prime dieci della classifica. E noi a tirare come somari il Carroccio.

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