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Editoriale

NATALE

GIAMPAOLO COTTINI - 19/12/2014

nataleSin dall’infanzia il Natale costituisce un momento magico atteso e desiderato, ricco di contenuti simbolici che lo rendono la festa più significativa anche per la vita dei popoli. La festa è il compimento delle attese e dei desideri più profondi, poiché crea una comune coscienza di appartenenza vissuta di volta in volta intorno al Natale festa della luce, festa della famiglia e dei bambini, festa di una bontà e di una generosità umana, ma soprattutto festa religiosa della cristianità legata alla nascita di Gesù bambino.

Così di volta in volta il Natale prende il significato simbolico che ci aspettiamo, con il rischio anche di perdere di vista il suo senso ultimo e più vero. Ma chi e che cosa festeggiamo con il Natale? E cosa ci aspettiamo per il bene della nostra vita?

Tutti chiediamo la pace, la concordia, una maggiore solidarietà tra gli uomini, la salute, la risposta ai nostri dubbi e problemi quotidiani, ben consapevoli che siamo ben distanti dal Dio presente e vivo. Ma il Natale invita ad andare ancora più a fondo del contenuto del nostro desiderio sino alla sua radice religiosa: ciò di cui abbiamo bisogno è Dio non solo come risposta ai nostri bisogni particolari, ma come origine e compimento della nostra stessa vita. Suggestivamente nella Messa natalizia del 2007 Benedetto XVI diceva proprio che “Nella stalla di Betlemme cielo e terra si toccano. Il cielo è venuto sulla terra”, ad indicare che in Cristo si accorciano le distanze dell’umano dal divino.

Il cardinal Montini scriveva nella sua lettera pastorale del 1957 sul senso religioso che l’uomo è apertura verso Dio e desiderio di incontro con Lui; il Natale ci fa incontrare il Mistero ultimo dell’Essere attraverso la verità, la bellezza, la bontà, la pace, la felicità, la vita”, e qui è il fascino del Natale come avvenimento in cui Dio si mette alla portata dell’uomo per venirgli incontro.

Natale è la memoria dell’incarnazione di Dio per la salvezza di tutto l’uomo, ed è giusto fare festa per la gioia di aver potuto guardare con stupore quell’origine, unica ed irripetibile, della nascita del bambino Gesù. Da qui inizia la salvezza e il riscatto della nostra condizione umana. A Betlemme nasce il Salvatore che dà inizio alla nuova umanità in cui Dio attua ciò che l’uomo non sarebbe neppure riuscito ad immaginare.

Natale è il giorno di inizio della nuova creazione, il sorgere della speranza di una novità del bene che vince sul male, il mistero del ricollocare l’uomo al centro dell’universo in cui ogni realtà ritrova il suo posto, realizzando quanto diceva il cardinal Scola nel pontificale natalizio dell’anno scorso: “ogni uomo è veramente libero quando accoglie il suo essere figlio e ne fa consapevole esperienza. Più che mai nella nostra società, segnata da mille solitudini, questo è il bisogno primario. Per diventare uomini maturi riusciti, capaci di identità e di relazione, bisogna aver coscienza del mistero della nascita. Ogni donna, ogni uomo che nasce è voluto ed amato da Dio: nessuno è frutto del caso. Nel salvatore bambino impariamo ad essere figli nel Figlio

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