Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

INSIEME SUL GIANICOLO

MASSIMO LODI - 14/01/2012

Melchiorre Fontana, Assalto delle truppe francesi a Roma nel 1849

Il sindaco Fontana, ascoltando il pressante invito dell’Associazione “Varese 1859″, ha assicurato la sua presenza a Roma il 9 febbraio prossimo, quando nel Pantheon del Risorgimento sul Gianicolo verrà scoperto un cippo di marmo in memoria dei varesini Enrico Dandolo, Emilio Morosini e Francesco Daverio. E’ augurabile che non sia il solo degli amministratori civici a partecipare a un momento celebrativo simbolico. Esemplare. Storico. I tre furono degli eroi, morirono per difendere la Repubblica romana, credettero in ideali sui quali si sarebbe costruita una patria. Roma significava Italia. Italia significava giustizia e libertà. Giustizia e libertà significavano eguaglianza, progresso, democrazia. Cioè tutto.

Varese è da sempre fiera di quei suoi ragazzi. Di questi suoi figli. Che meritano (arcimeritano e impongono) d’essere onorati. E per onorarli, a Roma non ci dovrebbe andare solo il sindaco. Ci dovrebbero andare, dietro il gonfalone municipale e oltre al sindaco, la giunta assessorile al completo, il presidente dell’assemblea civica, i capi dei gruppi politici che vi siedono. A Roma ci dovrebbe andare una numerosa e forte rappresentanza politica. A Roma ci dovrebbe andare una Varese unitaria, super partes, orgogliosa di se stessa. La Varese di oggi memore d’esser tale grazie alla Varese di ieri. La Varese che sa chi sono Dandolo, Morosini e Daverio e che avrebbe (ha) la missione di farli conoscere a quanti dei varesini eventualmente non lo sanno. Per esempio raccontando di loro nelle scuole, perché gl’ignari delle gesta dei tre sono parecchi studenti e non pochi professori. Di buoni storici a disposizione per dirozzare gli uni e gli altri, ce ne sono. E anche per diradare eventuali nebbie che, in materia, oscurassero il background culturale degli amministratori della nostra cosa pubblica: sarebbe curioso indagarne la preparazione a proposito di Dandolo, Morosini e Daverio.

Alla manifestazione sul Gianicolo, in una giornata che resterà negli annales bosini, sarebbe inoltre auspicabile la presenza del premier Monti. Di lui – che è varesino non solo per caso, tanto da indulgere spesso in occasioni pubbliche alla sottolineatura di questi natali – la città ha apprezzato le doti accademiche e professionali, tributandogli importanti onorificenze; e di lui sta apprezzando il coraggio e la fermezza nel guidare il Paese durante una delle fasi più drammatiche della sua storia. Naturalmente, e giusto a causa degl’impegni gravosi e fitti d’un simile passaggio epocale, non sarà facile per il presidente del Consiglio trovare qualche minuto da dedicare all’evento che da vicino ci riguarda (e lo riguarda); ma sarebbe difficile per noi, se quel giorno egli non sarà lontano da Roma, comprendere la sua assenza. Accanto al gonfalone di Varese, al sindaco, alla giunta, agli assessori e ai consiglieri comunali, non può mancare il protagonista del nuovo risorgimento italiano. E guardate che dire nuovo risorgimento italiano, non è ridicolo né esagerato né retorico: purtroppo è realistico. Perché avremmo volentieri fatto a meno di risorgere (di provare a risorgere), ma vi siamo stati costretti dai debiti che ci hanno seppellito.

 

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login