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Attualità

TEATRO IN UN CENTRO CONGRESSI

OVIDIO CAZZOLA - 13/02/2015

Il centro congressuale di Montpellier

Il centro congressuale di Montpellier

Ho ripreso a considerare, in questi giorni, lo studio preliminare per il Piano Regolatore di Varese degli anni ’90. Era stata incaricata la società Oikos di Bologna che vantava grandi firme come l’architetto Giorgio Trebbi. Ero allora vicepresidente della Commissione urbanistica di Varese e seguivo con grande stima il lavoro che la società stava svolgendo con serietà e competenza, con l’ammirata sua considerazione per la bellezza di questa nostra area varesina.
La documentazione preliminare per lo studio del Piano conteneva fin dagli inizi una proposta di grande rilievo adeguata alla promozione e al ruolo di questa fascia subalpina: l’opportunità di prevedere un grande Centro congressuale.

Nel gennaio 1995 presentava una indagine articolata e approfondita sui Centri congressuali presenti nel mondo considerandone centoventi di cui settantasei all’estero e quarantaquattro in Italia. La Oikos proponeva una ipotesi di lavoro fondata sulla considerazione che “a Varese sia possibile e auspicabile lo sviluppo di attività congressuali di livello internazionale”.

Considerava che “…una delle condizioni necessarie per la fattibilità di un centro congressi di livello internazionale è la relazione fra il sito in cui esso ha sede e la presenza, nei pressi del centro congressi, di un aeroporto internazionale e di una rete ferroviaria con collegamenti veloci con le principali città del territorio nazionale ed estero. Per un buon successo della struttura congressuale è opportuno che essa interagisca, in senso lato, con i servizi culturali, ricreativi e turistici della città, con la struttura alberghiera, i ristoranti, i circoli sportivi, parchi, giardini, laghi, mete turistiche rinomate …La struttura congressuale deve offrire la possibilità di sfruttare le sale sia per riunioni locali, infraregionali, regionali e nazionali sia per manifestazioni legate alla vita comunitaria della città che la ospita, per manifestazioni culturali (conferenze stampa, dibattiti,corsi, università…), spettacoli (proiezioni, concerti vocali e strumentali, concerti rock, sfilate di moda, festivals, varietà…)”.

“…Varese possiede caratteristiche ambientali oggettivamente rilevanti, che corrispondono al livello qualitativo medio dei casi esaminati dalla ricerca. Il primo dato oggettivo è la vicinanza dell’aeroporto della Malpensa alla città. Inoltre anche l’aeroporto di Lugano e di Linate, per quanto più distanti, offrono comunque ulteriori possibilità di collegamenti internazionali e nazionali. Il secondo elemento importante è che Varese rientra nella categoria delle città medio-piccole, ed offre un’ambientazione naturale e storico culturale di particolare pregio (lago, nuclei storici, parchi, sistema delle ville, architettura liberty…). Dalla ricerca emerge che i congressisti, soprattutto quelli stranieri, sono attratti dalle caratteristiche turistiche del luogo, e di conseguenza spesso decidono di prolungare la permanenza nella città ospite per poter raggiungere mete turistiche o mostre d’arte”.

“… Ma l’offerta turistica è decisamente insufficiente, e il collegamento ferroviario con Milano, richiede un adeguamento a standard qualitativi superiori…”.

Lo studio comprendeva l’analisi dettagliata di alcuni centri realizzati: Cernobbio, Granada in Spagna, Montpellier e Nantes in Francia, Montreux in Svizzera, Tampere in Finlandia. Appare sempre rilevante in questi luoghi la presenza e l’articolazione della ricettività alberghiera. A Varese abbiamo una storia alberghiera di elevata qualità offesa drammaticamente dalle due guerre mondiali. Con il progressivo isolamento e abbandono dell’Hotel Campo dei Fiori che ancora oggi interroga dall’alto la città. Con il bombardamento del 1944 che distrugge il Kursaal e lascia il Palace Hotel senza la sua grande sala e gli ambienti connessi di incontro e di riunione.

Ma abbiamo avuto recentemente anche iniziative di notevole e forse incauto rilievo, come l’edificazione dell’Ata Hotel localizzato senza considerare a sufficienza il suo rapporto con la città e la sua offerta paesistica, la sua raggiungibilità con i sistemi di trasporto pubblico esistenti o in fase di progetto. Oggi con duecentoventi camere attende di assumere un ruolo nell’accoglienza alberghiera in una Varese non attrattiva per insufficienza di attività congressuale.

Ragionevolmente si è rinunciato a realizzare sul colle di Biumo un altro albergo di notevole capienza. La sua offerta alle presenze congressuali delle ville Ponti (con la loro maggiore sala di soli quattrocento posti circa) sarebbe stata veramente eccessiva.

Varese ha ospitato nell’Ottocento imperatori e regine, il presidente degli Stati Uniti, per ammirare la sua bellezza. I suoi laghi e le sue montagne gentili sono ancora qui. Anche se offese dalla speculazione edilizia, offrono vedute che rasserenano la nostra vita e di chi potremmo ancora oggi ospitare.

Ho già sostenuto che una struttura congressuale adeguata segnerebbe una svolta decisiva per il ruolo possibile e desiderabile dell’area varesina che comprende più di 1centocinquantamila abitanti. Di rilevanza economica, culturale, sociale

La Oikos ha considerato in particolare città demograficamente non molto diverse da Varese, dotate di centri congressuali. Il caso di Montpellier presenta un centro congressuale molto dotato, denominato ‘Le Corum’. La sala maggiore offre tremiladuecento posti per spettacoli musicali e teatrali, per congressi, attività comunitarie, convegni scientifici, meetings di importanti gruppi industriali. Molte altre sale con capienza da centoquaranta a duemiladieci posti. Sale da trentacinque a ottanta posti. Ristorante. Spazi espositivi per più di quindicimila metri quadrati, uffici, accoglienza. cinquecento parcheggi nel complesso e quattromila nelle adiacenze.

Si tratta certo di una grande dimensione, diversa e assai più complessa di quella di Cernobbio, centro congressuale inaugurato nel 1990, che ha una sola sala per milleduecento posti oltre a spazi espositivi, ristorante, parcheggi. E una accoglienza alberghiera adeguata. Questo centro è stato promosso da un consorzio costituito dall’Amministrazione provinciale, dai Comuni di Como e Cernobbio, dalla Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Como con un finanziamento straordinario della Regione Lombardia.

A Varese rimaniamo a guardare. Perché la Camera di Commercio, Industria e Agricoltura non promuove con le istituzioni pubbliche, come a Como è avvenuto, una iniziativa adeguata? Da realizzare con una ragionevole articolazione nel tempo degli interventi prevedibili? Con l’apporto interessato di operatori industriali e commerciali? Ho fatto una proposta progettuale dieci anni fa che ho pubblicato. La C.C.I.A. mi ha fatto capire che le Ville Ponti erano sufficienti per l’attività congressuale di sua competenza.

Noi oggi, con grande compiacimento e con un impegno finanziario della Regione, ci occupiamo solo di piazza della Repubblica e di un suo teatro, che cambieranno, si sostiene, il volto della città. L’impegno finanziario previsto assorbirà totalmente le nostre possibilità di spesa per almeno vent’anni, con la rinuncia a più ambiziose e concrete prospettive che richiederebbero una rapida capacità di riflessione, andando oltre la modestia della politica attuale.

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