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Cultura

CULLA DEL DIRITTO

SERGIO REDAELLI - 13/02/2015

moriNascono a Varese i “classici” della cultura giuridica ed economica italiana: a cominciare dall’Enciclopedia del diritto, civile e penale, una monumentale opera in quarantasei volumi del 1958 celebre tra gli studenti di giurisprudenza di numerose generazioni. Parliamo della Tipografia Mori & C. Spa, ex Multa Paucis, in via Guicciardini 66 a Varese. La tipografia appartiene al gruppo Giuffrè, un colosso dell’editoria del settore giuridico fondato nel 1932 dal pioniere Antonino (1912-1964) e oggi gestito dai figli Giuseppe e Gaetano e dai nipoti della terza generazione (con centonovanta dipendenti e ventimila titoli pubblicati). Multa paucis, il nome originario della tipografia, è anche il logo aziendale della Giuffrè e significa “molte cose in poco spazio”.

Multa paucis nacque a Varese il 22 giugno 1953 per assorbire la produzione della Giuffrè fino allora frammentata nelle tipografie milanesi Tenconi e Colombi e in altre di Pavia, Bologna, Città di Castello e Varese. “A quell’epoca la Giuffrè poteva già vantare un’attività ventennale – spiega Giovanni Zen, ex direttore generale e ora vicepresidente della Tipografia Mori & C. Spa –. Erano gli anni in cui nasceva la rivista Giustizia Civile e si gettavano le fondamenta per l’Enciclopedia del Diritto. Nel 1952 il catalogo Giuffrè annoverava già 550 autori, 1107 titoli, 22 riviste, senza considerare il ruolo di rilievo che avevano assunto pubblicazioni specializzate come la Legislazione Italiana, le Nuove Leggi penali commentate, i Formulari, i Codici e le Rassegne”.

Un volumetto edito per i cinquant’anni d’attività spiega le origini della tipografia varesina: “L’atto ufficiale di costituzione della società fu stipulato a Varese dal notaio Furio Febo Rossi tra Antonino Giuffrè, fondatore dell’omonima casa editrice e la moglie Maria Luisa Mori dopo una serie d’acquisizioni di terreni su cui sarebbe poi sorto lo stabilimento. Multa Paucis cominciò l’attività nel gennaio 1954 con i reparti di composizione meccanica Monotype, impaginazione, correzione e stampa. L’azienda acquistava la carta e il piombo direttamente dalla Giuffrè che concedeva, in affitto, le macchine e le attrezzature. Il libro-paga registrava allora diciannove dipendenti”.

Il personale era quello della Tipografia Poggi e della Monotipia Mariani, due imprese varesine con le quali Giuffrè collaborava da tempo. Altri operai venivano da lontano e per ospitarli furono costruite abitazioni nell’area stessa dell’azienda sull’esempio di quanto il “cumenda” Giovanni Borghi aveva fatto a Comerio. Il ciclo produttivo era completato da piccole tipografie esterne come quella di Giuseppe Ottolini con i figli Lino, Ernesto, Felice e Irene che lavoravano con Giuffrè dal dopoguerra e che trasferirono la loro attività all’interno del nuovo edificio; e come la Legatoria Talamona, la Linotipie Binda & Marzano, Brugnoni & Daverio e, dal 1963, Zanzi e gli stampatori Malnati e Benigni.

Al 1956 risale l’ampliamento in via Gaspare Gozzi con un fabbricato ad uso abitazione e magazzino per conservare le pagine di piombo necessarie alle ristampe e alle nuove edizioni, per gestire le materie prime e il prodotto finito, per ricavare la portineria e il locale mensa. Nel ’57 Multa paucis si cimenta con l’attività di legatoria e i cinquanta dipendenti di allora, nel 1963 sono già più che raddoppiati. Ogni mattina sfilano linotipisti, tastieristi, compositori a mano, fotoincisori, litografi, legatori. Si tengono corsi per apprendisti e l’azienda guadagna premi di benemerenza. Tra Milano e Roma s’intrecciano intanto i contatti con gli autori e si studiano i progetti che decretano il successo della Giuffrè.

L’11 settembre 1964 viene a mancare il fondatore Antonino e la società passa alla moglie e ai quattro figli ma a Varese l’attività non si ferma. Nasce il gruppo sportivo Multa paucis che disputa i tornei interaziendali di calcio e nel 1967 gli operai istituiscono il Fondo sociale per garantire gli apprendisti da malattie e infortuni sul lavoro. Con la nascita della nuova tipografia, tra il 1970 e il 1972, Multa paucis diventa Tipografia Mori & C Spa: la tecnica fa passi da gigante, dalla stampa tipografica si passa all’offset e la fotocomposizione elimina il piombo. Una generazione di “camici neri” se ne va in pensione e non è che la prima delle riorganizzazioni produttive.

All’orizzonte si profila la rivoluzione informatica dei libri online. La Mori diventa società per azioni e, nel 1988, si trasforma in società autonoma con la nomina di Giovanni Zen a direttore generale. Ora può reggersi da sola senza contare sulla rete protettiva Giuffrè. Le innovazioni tecnologiche si susseguono a ritmo vertiginoso con cambi generazionali, riorganizzazioni aziendali e nuovi impianti di legatoria, distribuzione e postalizzazione. La stampa digitale rende flessibili le lavorazioni e consente le ristampe “on demand”, di poche copie, dei volumi fuori catalogo e delle edizioni per gli studenti. La fotocomposizione abbandona le pellicole per i video e le lastre incise dai raggi-laser.

Siamo a oggi. La Tipografia Mori ha ottantacinque dipendenti e fattura otto milioni. L’era digitale è solo un nuovo capitolo dell’antica “arte tipografica” inventata da Gutenberg cinque secoli e mezzo fa con la stampa del primo libro, la Bibbia in latino a caratteri singoli, di piombo, scomponibili e riutilizzabili dopo l’uso con il torchio a mano. Ricordando gli esordi, Giuseppe “Peppino” Giuffrè pronuncia parole nostalgiche: “Non dimentico le gite, i pranzi al lago, i balli, le partite a pallone, le sfide a bocce. Non si può vivere di ricordi, ma i più belli ti aiutano a proseguire il percorso… Varese, questa è la parola che spesso individua la tipografia. Varese ha fatto, Varese ha detto, Varese ha mandato, vado a Varese, ricordi sempre belli e particolari… non vorrò mai deludere nessuno di Varese”.

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