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Lettere

MICHELE FERRERO, ORGOGLIO ITALIANO

- 18/02/2015

Quali potrebbero essere le risposte alle incertezze che stiamo vivendo? Ce ne sono tante, forse varrebbe la pena ritrovare l’unione, la capacità di mettere insieme le energie per riconquistare un paese assetato di giustizia, di legalità,  di sicurezza, di dignità e di voglia di ricominciare. Ricominciare si può, anche quando il turbine che ci ruota attorno sembrerebbe non lasciare scampo. Ricominciare è possibile partendo dalle cose semplici, da quelle cui ci ha abituato papa Francesco con i suoi richiami all’essenzialità della condizione umana. Ci sono molti modi per rialzarsi, ma forse conviene prendere in considerazione quelli che possiamo leggere sulle pagine e sui volti di quella realtà che ci corre incontro e che spesso non riusciamo più a vedere, presi come siamo dai turbini del periodo che stiamo vivendo.

Questa mattina dal Duomo di Alba ci viene incontro una storia tutta italiana, di quelle che gli anziani portano nel cuore, perché ne sono stati testimoni nel tempo. Un tempo di coerenze, di semplicità, di fratellanza, di lavoro familiare, nato e cresciuto all’interno di un amore condiviso per la terra, per la gente, per quel lavoro fonte di benessere e di civiltà assolutamente privo delle incrostazioni di una politica arrogante, vissuto nella comprensione e nella certezza che i segreti sono a portata di mano, a due passi da noi, basta saperli cogliere con quell’umiltà e quella volontà che hanno contraddistinto Michele Ferrero, l’uomo che ha fatto dell’industria dolciaria di Alba il simbolo della rinascita di un paese.

Ferrero è l’uomo che ha saputo interpretare la volontà e le aspirazioni della sua gente mantenendo ferma quella sua vocazione naturale all’umanità, alla voglia di sentirsi sempre paternamente vicino alla sua gente . Vedere dirigenti, impiegati, operai, gente comune, assiepati in silenzio nella piazza di Alba ad attendere l’ultimo arrivo di un “amico” molto amato è stato come sentirsi di nuovo italiani, capaci di credere in quella vocazione all’impegno e alla solidarietà che ha contraddistinto i momenti più belli della nostra storia. L’uomo che ha costruito uno degli imperi più apprezzati e consolidati in Italia e nel mondo ci lascia un’ immensa testimonianza di come si può fare per essere amati e stimati, per costruire qualcosa che vada oltre gli interessi finanziari o le lobby politiche del potere, qualcosa che riguardi soprattutto uno stile, un modo intelligente di raccontare una storia dove tutti si possano ritrovare. E’ straordinario ascoltare la voce di semplici cittadini che parlano del loro “padrone” come se si trattasse di un papà o un nonno o un amico con il quale hanno gioiosamente condiviso un intero cammino esistenziale. Allora vuol dire che l’umanità italiana esiste ancora, basta solo rispolverarla, andare a trovarla dove i suoi frutti sono stati abbondanti e dove la sua storia può diventare ancora una volta cammino di rinascita vera e profonda. Michele Ferrero è un esempio da cui partire per restituire un volto umano a un paese che ha perso per strada le radici di una storia che ha saputo cambiare i destini del mondo.

 

Felice Magnani

 

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